GUCCI! CHE PUBBLICITA' CAZZUTA...
Osservate bene, nei dettagli, la foto. E ditemi se non fanno un po' impressione. Lui è un mandrillone in formata fase di scappucciamento erettivo, lei è una gallinella con la faccia svalvolata che si preoccupa di tirar giù il gonnellino per proteggere i dolorosi guasti dell'utero invadente.
Una volta infiaschettati nella cartolina pubblicitaria di Gucci (collezione autunno-inverno), i due modelloni recuperano l'anello di congiunzione tra Rocco Siffredi e Madre Teresa di Calcutta, mettono d'accordo il maschio zozzone e la verginella delle rocce, il fallo prevaricatore e la vagina sottomessa.
Sembra quasi che gli art director della Maison Gucci abbiano ascoltato George Wolinski, trucido vignettista francese."Che le donne tornino ad avere rispetto e ammirazione per quel miracolo divino che è la nostra erezione".
E che erezione! Sarà colpa del tessuto leggero dei pantaloni, sarà che il giovinotto è sovradotato, ma dall'immagine possiamo godere una radiografia penica. Ecco. La centralità del fallo, come portatore sano di conoscenza di sé, perché si muove e agisce ben prima del cervello, così assolutamente straordinario da diventare analogia di qualsiasi vittoria del piacere sul dolore, amministra e sbriga nei modi più espliciti, magari scherzosi e maliziosi, l'immaginario femminile.
Essere o Penessere?, rimuginava tra sé e sé la donna di ieri, sfibrata sotto i colpi dell'isteria catto-cazzo-fobica. Oggi, sempre più vispo e numeroso, il mondo femminile ha cominciato a consumare i Rocco Siffredi in cassetta. Così per le campagne pubblicitarie, il cazzo non è uno strumento "vizioso", da nascondere nelle pieghe dei pantaloni e "mammamia che impressione", ma soggetto della realtà, paracarro dell'immaginazione, misura di tutto. Però. Colpisce ancora oggi perché siamo abituati a vedere esporre come "bello" soltanto il corpo femminile.
Ma i tempi cambiano. Le donne mutano. Ed eccolo presente in tutte le oscillazione del lecito e dell'illecito. Basta quindi con i pisellini surgelati per lei, non se ne può più della Natura timorata per "signora mia", che strazio i ruoli separati (il porno-sbraco per lui, le fantasie-chiacchiere per lei); mille volte meglio il sesso addobbato, imbraghettato, dozzinale ma emotivo, da godere insieme, sullo stesso divano, senza ipocrisie. Il mercato della carne è aperto per tutti.
(Copyright Dagospia.com 11-09-2000)
Una volta infiaschettati nella cartolina pubblicitaria di Gucci (collezione autunno-inverno), i due modelloni recuperano l'anello di congiunzione tra Rocco Siffredi e Madre Teresa di Calcutta, mettono d'accordo il maschio zozzone e la verginella delle rocce, il fallo prevaricatore e la vagina sottomessa.
Sembra quasi che gli art director della Maison Gucci abbiano ascoltato George Wolinski, trucido vignettista francese."Che le donne tornino ad avere rispetto e ammirazione per quel miracolo divino che è la nostra erezione".
E che erezione! Sarà colpa del tessuto leggero dei pantaloni, sarà che il giovinotto è sovradotato, ma dall'immagine possiamo godere una radiografia penica. Ecco. La centralità del fallo, come portatore sano di conoscenza di sé, perché si muove e agisce ben prima del cervello, così assolutamente straordinario da diventare analogia di qualsiasi vittoria del piacere sul dolore, amministra e sbriga nei modi più espliciti, magari scherzosi e maliziosi, l'immaginario femminile.
Essere o Penessere?, rimuginava tra sé e sé la donna di ieri, sfibrata sotto i colpi dell'isteria catto-cazzo-fobica. Oggi, sempre più vispo e numeroso, il mondo femminile ha cominciato a consumare i Rocco Siffredi in cassetta. Così per le campagne pubblicitarie, il cazzo non è uno strumento "vizioso", da nascondere nelle pieghe dei pantaloni e "mammamia che impressione", ma soggetto della realtà, paracarro dell'immaginazione, misura di tutto. Però. Colpisce ancora oggi perché siamo abituati a vedere esporre come "bello" soltanto il corpo femminile.
Ma i tempi cambiano. Le donne mutano. Ed eccolo presente in tutte le oscillazione del lecito e dell'illecito. Basta quindi con i pisellini surgelati per lei, non se ne può più della Natura timorata per "signora mia", che strazio i ruoli separati (il porno-sbraco per lui, le fantasie-chiacchiere per lei); mille volte meglio il sesso addobbato, imbraghettato, dozzinale ma emotivo, da godere insieme, sullo stesso divano, senza ipocrisie. Il mercato della carne è aperto per tutti.
(Copyright Dagospia.com 11-09-2000)