CAOS CULO - IL CINEMA UNITO: "OBIETTIAMO ALL'OBIEZIONE DEI VESCOVI" - PERSINO LA 'ZEFFIRELLA' VERSUS LA CEI: "SACCENTINI E SACCENTONI CHE HANNO PERSO IL SENSO DELLA MISURA" - BRASS: L'ITALIA DEL GAMBERO.

Alberto Mattioli per "La Stampa"

Ennesimo goal (o magari autogoal) nel derby infinito Stato-Chiesa? Voglia di tornare agli anni Cinquanta delle censure democristiane, con Pio XII che si scandalizza e il sottosegretario Giulio Andreotti che si arma di forbici? Semplice boutade? Si sa che alla Conferenza episcopale dell'Italia «in coriandoli» di oggi non piace quasi nulla. Nemmeno l'ormai famosissima scena fra Nanni Moretti desnudo e Isabella Ferrari di spalle in Caos calmo perché, accusa don Nicolò Anselmi, «i due attori fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia», cosa peraltro che sarebbe tecnicamente difficile perché l'amore in questione è di quelli che i confessori d'una volta avrebbero bollato come «more ferarum» o «more pecudum». E don Anselmi invoca l'«obiezione di coscienza» contro «scene erotiche volgari e distruttive».

Tant'è: quelli del cinema, per una volta, non si dividono. Anzi, tutti uniti appassionatamente nel difendere il diritto al libero sesso in libero cinema. A cominciare, tappa obbligata ogni volta che si parla di sesso e film, anche perché i suoi non sono fatti d'altro, dal sommo erotomane nazionale, Tinto Brass: «Io la coscienza non l'ho, quindi non potrei in ogni caso obiettare. Mi sembra che l'Italia cammini come i gamberi: all'indietro. E comunque il cinema è mio e lo gestisco io». E dire che la scena famosa Brass non l'ha ancora vista, però gliene hanno parlato così bene «che voglio proporre a Moretti una parte nel mio prossimo film».

Su tutt'altra sponda, anche un cattolico né conciliare né conciliante come Franco Zeffirelli, che ieri festeggiava con gli amici i suoi 85 anni, non è entusiasta di don Anselmi: «La Chiesa è piena di saccentini e saccentoni che hanno perso il senso della misura, provocandone l'annebbiamento e la perdita di credibilità». Con l'aggravante di fare uno spot per un film al quale il divin Franco applica la vecchia massima del «non l'ho visto e non mi piace», perché «qualsiasi cosa faccia Moretti io non la condivido. Ma i fratelli della Cei, dico io, non potrebbero lasciar perdere i provocatori?»

Evidentemente no. Massimo Ghini, uno degli amici attesi a cena chez Zeffirelli, ricorda di essere anche il presidente del Sindacato degli attori e va sul concreto. C'è il rischio che l'obiezione diventi disoccupazione: «Data la precarietà del nostro mestiere e la poca offerta che c'è, se cominciamo anche con l'obiezione di coscienza restiamo tutti a casa a fare l'uncinetto. Per carità: rispetto massimo per le opinioni di tutti. Ma il limite delle opinioni di qualcuno è che somigliano un po' troppo a un aut-aut». Insomma, qui non si trova nessun obiettore.



Prendete Franco Branciaroli, peraltro parte in causa perché vecchio sodale di Brass: «Vuol sapere come la penso? Bene, allora scriva: non è la sensualità che allontana da Dio, virgola, ma l'astrazione». Fornisce anche la traduzione? «Molto semplice. Viviamo in un mondo dove la natura è separata dallo spirito, dove prevale l'astrazione, un mondo virtuale. Non so quello di Caos calmo, che non ho visto e che, stando alle recensioni, non ho voglia di vedere ("una lama", si diceva una volta a Torino), ma un sesso gioioso, una sana scopata come appunto quelle di Brass non sono oscene. Però è giusto dire che la Cei non ha il monopolio della censura. Ricordo che ai tempi dell'impegno si discuteva sul serio se fosse o meno "di sinistra" andare a ballare. Se non è terrorismo ideologico questo...»

E le attrici che, in fin dei conti, sono le più interessate, anche se tutto il clamore sull'ostensione del lato B di Nanni ha fatto dimenticare che, quando si parla di nudo, quasi sempre si tratta del corpo loro? Le ex brassiane sono divise. Claudia Koll, rilanciando la figura tipicamente barocca della Maddalena pentita, si convertì, disse di «aver espiato» e da allora è vestitissima nella vita privata, figuriamoci sul set. Debora Caprioglio invece lavora a teatro: «Ognuno segua la sua coscienza, decida nel suo foro interiore. Chi è religioso si regoli di conseguenza. Certo che è strano: adesso, dopo due Oscar Wilde, porto in scena un Goldoni. Beh, erano autori assai più critici e corrosivi verso la loro società di quanto non siano, sesso o non sesso, gran parte dei film di oggi».

Per le ultime generazioni parla Valeria Solarino, alias SignorinaEffe, che mette subito le mani avanti: «Sono atea e anticlericale. Penso che con questa uscita dei vescovi siamo al limite del ridicolo e magari l'abbiamo pure superato. Se un attore decide di fare un film, si mette nelle mani del regista. Poi potrà discutere qualche scena, l'ho fatto anch'io e non necessariamente perché erano di nudo. Ma qui parliamo di arte, non di un film porno. Oscene, semmai, sono certe immagini che girano in televisione, magari alle tre del pomeriggio. Osceno è piazzare un microfono davanti alla madre che ha appena perso il figlio e chiederle che cosa prova. Anche perché andare al cinema è una scelta consapevole, accendere il televisore, nella maggior parte delle case, no».

Quindi, niente scandalo... «In Caos calmo, la scena fra Moretti e la Ferrari non è certo la prima che ricordo. In ogni caso, era ben fatta, ben girata, assolutamente non gratuita e prevista dal libro da cui è tratto il film». L'ultima parola tocca ad Agata Apicella, ignota ai più ma mamma di Moretti, quindi madre della patria cinematografica. Piena di buon senso: «Nanni non è mai volgare. E comunque io ho educato mio figlio, ora è adulto e libero di fare come vuole».


Dagospia 13 Febbraio 2008