WALTERSTEIN IN VISITA, AZIENDA DESERTA PER SCIOPERO - NAPOLITANO PREFERISCE FRA' BERTIE AI CADUTI SUL LAVORO: BERTY DELUSO - SAPIENZA, LA CAPANNA DELLO ZIO MARIO - FUKSAS, DA BERTY A WALTER - L'8 MARZO DELLA BINETTI.
Pierre de Nolac e Emilio Gioventù per "Italia Oggi"
1 - LA SAPIENZA, DOPO SCALZONE ECCO CAPANNA.
È l'epicentro dei festeggiamenti per ricordare il '68, la romana valle Giulia, dove c'è la facoltà di Architettura dell'università La Sapienza. Dopo il monologo di Oreste Scalzone, è toccato a Mario Capanna presentarsi nell'aula magna, con la scusa di presentare un nuovo libro dedicato a quell'anno (Il sessantotto al futuro, edito da Garzanti, società dove nel board c'è l'ex magistrato Gherardo Colombo). Presente insieme a Fausto Bertinotti (c'era anche Michele Placido, che all'epoca però faceva il poliziotto e prima del cinema puntava a diventare «un arcigno commissario»), che è passato davanti alla mostra che racconta le contestazioni sessantottine.
Troppo velocemente, purtroppo. Già, perché tra le tante pagine di giornali di quel tempo, ce n'è una che merita grande attenzione: datata 5 marzo 1968, ed è targata «Rinascita». Dove veniva lasciato ampio spazio alle disquisizioni politiche di uno studente di fisica, che spiegava perché era finita l'esperienza del centrosinistra in Italia. Come si chiamava questo ascoltatissimo (dai compagni) giovane? Giulietto Chiesa.
2 - NAPOLITANO PREFERISCE MALTA A MOLFETTA.
A quelli della Sinistra Arcobaleno non è piaciuta la partecipazione del presidente, Giorgio Napolitano, alla cerimonia ufficiale per ricordare lo scomparso numero uno del Sovrano militare ordine di Malta, fra' Andrew Bertie. Il motivo principale della critica, per la coalizione di Fausto Bertinotti, è causato da una constatazione: la cerimonia romana è stata «preferita» a quella di Puglia, dove si celebravano i funerali degli operai morti a Molfetta.
«Un capo dello stato doveva andare lì, a onorare gli italiani caduti sul lavoro», dicono. E raccontano una storia singolare di alta diplomazia sulla partecipazione di Napolitano. Dai maltesi ci voleva andare Vittorio Emanuele di Savoia, ma dal Colle avrebbero messo una condizione: se ci va il presidente, niente Casa reale. Ed è andata a finire che dei Savoia non c'era traccia, e il capo dello stato ha dovuto presenziare.
3 - IL PD CONQUISTA FUKSAS, MA ANCHE NO.
I veltroniani dicono che «il Partito democratico ha conquistato l'architetto Massimiliano Fuksas, ma è anche vero il contrario». Già, perché i fedelissimi di Walter Veltroni raccontano che il nome del progettista è un utilissimo passpartout per entrare nelle stanze dei poteri dell'economia e della finanza. Al Pd sarebbe piaciuto avere Fuksas nelle liste elettorali, sottolineando che una volta la sua passione politica, cominciata con le proteste studentesche del '68, era stata dedicata a Rifondazione comunista e al suo leader Fausto Bertinotti (tanto da firmare la scenografia di un'assise congressuale).
Perché, come raccontano quelli dello staff del candidato premier del Pd, «Fuksas è quello che ha come clienti la Ferrari di Luca Cordero di Montezemolo e la Piaggio della famiglia Colaninno. È lui che ha a cuore le sorti degli eredi di Roberto, ovvero il capolista della Lombardia, Matteo, e suo fratello Michele». In futuro potrebbe essere utile anche per risolvere i problemi energetici dell'Italia, visti gli ottimi rapporti che ha Fuksas con il colosso russo della Gazprom.
4 - 8 MARZO, LA BINETTI HA FESTEGGIATO COSÌ.
Pure la teodem Paola Binetti ha festeggiato l'8 marzo. Ma senza confondersi con le femministe, che manifestavano nel centro di Roma. La senatrice ha partecipato alla mattinata organizzata dall'Archivio centrale dello stato nell'ambito delle celebrazioni promosse in occasione della festa della donna. In quello che, all'Eur, è uno dei luoghi più cari a Linda Giuva, consorte di Massimo D'Alema. Tra documenti di polizia e giudiziari relativi al rapporto tra le donne e l'opposizione al regime.Senza dimenticare le figure femminili che hanno ricoperto compiti di rilievo nel periodo repubblicano: Iotti, Merlin e un giorno forse chissà... la Binetti
5 - VELTRONI STRIZZA L'OCCHIO AGLI OPERAI MA L'AZIENDA E DESERTA PER SCIOPERO.
Walter Veltroni in tour in Emilia Romagna cerca di conquistare in un sol colpo operai e imprese. Ma non riesce a far centro. Durante una visita, breve, alla Carpigiani, che produce macchine per gelati, solidarizza con la battaglia per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Peccato che l'azienda di Anzola Emilia fosse praticamente deserta a causa dello sciopero degli operai. Abortita sul nascere, invece, la visita alla Ferrari. Vano il lavoro dei vertici del Pd modenese. La Ferrari chiude i cancelli per non mischiare il cavallino con un partito.
6 - BERLUSCONI LI CANDIDA MA L'IMPORTANTE È CHE ALLA CAMERA NON FACCIANO NULLA.
Sopra campeggia una bella foto del Popolo della libertà festante, si presume nei confronti dei candidati del Pdl faticosamente messi in lista uno dietro l'altro, peraltro annunciati nella stessa foto. Ecco, sembra voler ammiccare il sito, sono questi i vostri valenti rappresentanti. A fine pagina però si ritrova un distillato del Berlusconi pensiero sulla utilità marginale dei suoi deputati e senatori: «In Parlamento lavorano in 30 persone. Tutti gli altri devono essere lì, leali e presenti». A questo punto, se i cittadini elettori del Pdl si chiedessero perché allora sono costretti a pagarli, la domanda sarebbe legittima.
7 - DI PIETRO FA IL POLIZIOTTO E SCOVA I "PIJO PIJO" NELLE LISTE ELETTORALI.
Tonino il poliziotto non demorde e anche tolta la divisa si mette a scovare i «pijo pijo (piglio, piglio, ndr)» nelle liste elettorali a uso e consumo dei cittadini elettorali. D'altra parte esperienza insegna, come quella volta che due anni fa in Puglia se la dovette battere con un tal Gian Stefano Frigerio, che si sottraeva al confronto diretto con l'ex pm. Finché Di Pietro non scoprì che non si tratta di un pugliese ma di un lombardo condannato più volte per aver ricevuto mazzette in occasione dei suoi incarichi alla regione lombarda. E che si candidava in Puglia per ricostituirsi una verginità elettorale.
Dagospia 12 Marzo 2008
1 - LA SAPIENZA, DOPO SCALZONE ECCO CAPANNA.
È l'epicentro dei festeggiamenti per ricordare il '68, la romana valle Giulia, dove c'è la facoltà di Architettura dell'università La Sapienza. Dopo il monologo di Oreste Scalzone, è toccato a Mario Capanna presentarsi nell'aula magna, con la scusa di presentare un nuovo libro dedicato a quell'anno (Il sessantotto al futuro, edito da Garzanti, società dove nel board c'è l'ex magistrato Gherardo Colombo). Presente insieme a Fausto Bertinotti (c'era anche Michele Placido, che all'epoca però faceva il poliziotto e prima del cinema puntava a diventare «un arcigno commissario»), che è passato davanti alla mostra che racconta le contestazioni sessantottine.
Troppo velocemente, purtroppo. Già, perché tra le tante pagine di giornali di quel tempo, ce n'è una che merita grande attenzione: datata 5 marzo 1968, ed è targata «Rinascita». Dove veniva lasciato ampio spazio alle disquisizioni politiche di uno studente di fisica, che spiegava perché era finita l'esperienza del centrosinistra in Italia. Come si chiamava questo ascoltatissimo (dai compagni) giovane? Giulietto Chiesa.
2 - NAPOLITANO PREFERISCE MALTA A MOLFETTA.
A quelli della Sinistra Arcobaleno non è piaciuta la partecipazione del presidente, Giorgio Napolitano, alla cerimonia ufficiale per ricordare lo scomparso numero uno del Sovrano militare ordine di Malta, fra' Andrew Bertie. Il motivo principale della critica, per la coalizione di Fausto Bertinotti, è causato da una constatazione: la cerimonia romana è stata «preferita» a quella di Puglia, dove si celebravano i funerali degli operai morti a Molfetta.
«Un capo dello stato doveva andare lì, a onorare gli italiani caduti sul lavoro», dicono. E raccontano una storia singolare di alta diplomazia sulla partecipazione di Napolitano. Dai maltesi ci voleva andare Vittorio Emanuele di Savoia, ma dal Colle avrebbero messo una condizione: se ci va il presidente, niente Casa reale. Ed è andata a finire che dei Savoia non c'era traccia, e il capo dello stato ha dovuto presenziare.
3 - IL PD CONQUISTA FUKSAS, MA ANCHE NO.
I veltroniani dicono che «il Partito democratico ha conquistato l'architetto Massimiliano Fuksas, ma è anche vero il contrario». Già, perché i fedelissimi di Walter Veltroni raccontano che il nome del progettista è un utilissimo passpartout per entrare nelle stanze dei poteri dell'economia e della finanza. Al Pd sarebbe piaciuto avere Fuksas nelle liste elettorali, sottolineando che una volta la sua passione politica, cominciata con le proteste studentesche del '68, era stata dedicata a Rifondazione comunista e al suo leader Fausto Bertinotti (tanto da firmare la scenografia di un'assise congressuale).
Perché, come raccontano quelli dello staff del candidato premier del Pd, «Fuksas è quello che ha come clienti la Ferrari di Luca Cordero di Montezemolo e la Piaggio della famiglia Colaninno. È lui che ha a cuore le sorti degli eredi di Roberto, ovvero il capolista della Lombardia, Matteo, e suo fratello Michele». In futuro potrebbe essere utile anche per risolvere i problemi energetici dell'Italia, visti gli ottimi rapporti che ha Fuksas con il colosso russo della Gazprom.
4 - 8 MARZO, LA BINETTI HA FESTEGGIATO COSÌ.
Pure la teodem Paola Binetti ha festeggiato l'8 marzo. Ma senza confondersi con le femministe, che manifestavano nel centro di Roma. La senatrice ha partecipato alla mattinata organizzata dall'Archivio centrale dello stato nell'ambito delle celebrazioni promosse in occasione della festa della donna. In quello che, all'Eur, è uno dei luoghi più cari a Linda Giuva, consorte di Massimo D'Alema. Tra documenti di polizia e giudiziari relativi al rapporto tra le donne e l'opposizione al regime.Senza dimenticare le figure femminili che hanno ricoperto compiti di rilievo nel periodo repubblicano: Iotti, Merlin e un giorno forse chissà... la Binetti
5 - VELTRONI STRIZZA L'OCCHIO AGLI OPERAI MA L'AZIENDA E DESERTA PER SCIOPERO.
Walter Veltroni in tour in Emilia Romagna cerca di conquistare in un sol colpo operai e imprese. Ma non riesce a far centro. Durante una visita, breve, alla Carpigiani, che produce macchine per gelati, solidarizza con la battaglia per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Peccato che l'azienda di Anzola Emilia fosse praticamente deserta a causa dello sciopero degli operai. Abortita sul nascere, invece, la visita alla Ferrari. Vano il lavoro dei vertici del Pd modenese. La Ferrari chiude i cancelli per non mischiare il cavallino con un partito.
6 - BERLUSCONI LI CANDIDA MA L'IMPORTANTE È CHE ALLA CAMERA NON FACCIANO NULLA.
Sopra campeggia una bella foto del Popolo della libertà festante, si presume nei confronti dei candidati del Pdl faticosamente messi in lista uno dietro l'altro, peraltro annunciati nella stessa foto. Ecco, sembra voler ammiccare il sito, sono questi i vostri valenti rappresentanti. A fine pagina però si ritrova un distillato del Berlusconi pensiero sulla utilità marginale dei suoi deputati e senatori: «In Parlamento lavorano in 30 persone. Tutti gli altri devono essere lì, leali e presenti». A questo punto, se i cittadini elettori del Pdl si chiedessero perché allora sono costretti a pagarli, la domanda sarebbe legittima.
7 - DI PIETRO FA IL POLIZIOTTO E SCOVA I "PIJO PIJO" NELLE LISTE ELETTORALI.
Tonino il poliziotto non demorde e anche tolta la divisa si mette a scovare i «pijo pijo (piglio, piglio, ndr)» nelle liste elettorali a uso e consumo dei cittadini elettorali. D'altra parte esperienza insegna, come quella volta che due anni fa in Puglia se la dovette battere con un tal Gian Stefano Frigerio, che si sottraeva al confronto diretto con l'ex pm. Finché Di Pietro non scoprì che non si tratta di un pugliese ma di un lombardo condannato più volte per aver ricevuto mazzette in occasione dei suoi incarichi alla regione lombarda. E che si candidava in Puglia per ricostituirsi una verginità elettorale.
Dagospia 12 Marzo 2008