A BARI C'E' L'UNIVERSITÀ DEI BARI - DIVENTA PROF COPIANDO IL LIBRO DI UN ALTRO: SOTTO ACCUSA LUI E LA COMMISSIONE D'ESAME, CHE HA DEFINITO IL TESTO "INNOVATIVO" - DENUNCIATI DALLA CANDIDATA SCONFITTA.

Tonio Attino per "La Stampa"

Si può diventare docente universitario presentando al concorso un libro copiato? Il professor Gabriele Giuga ha 48 anni e un'accusa sulla testa: plagio. Per la magistratura è diventato professore con il trucco. E la commissione esaminatrice che l'ha promosso non poteva non sapere. Perché il libro copiato è usato in tutte le università: un testo di riferimento per la lingua portoghese.

Ecco qui l'ultima dell'università Bari. Il professor Giuga è stato promosso docente di lingua portoghese per i suoi meriti e le teorie «innovative», ma la magistratura lo accusa ora di uno scrupoloso lavoro di copiatura: una sua pubblicazione - secondo la procura - ha saccheggiato la «Storia della lingua portoghese» di Paul Teyssier. Quindi Giuga è diventato professore della facoltà di lingue e letterature straniere violando la legge sul diritto d'autore. La commissione che nell'ottobre di due anni fa lo promosse fece finta di nulla. In realtà non poteva non conoscere un testo adottato in tutte le maggiori università (e anche a Bari).

Il pubblico ministero Francesco Bretone, chiuse le indagini, si accinge a chiedere il rinvio a giudizio per il docente e per i cinque componenti della commissione esaminatrice: Maria Josè de Lancastre (presidente), Giovanni Ricciardi, Roberto Vecchi, Ettore Agrò Finazzi e Fernanda Toriello. Tutti autorevoli studiosi provenienti da diverse università italiane (solo la professoressa Toriello insegna a Bari), accusati di falso ideologico. Cioè di essere a conoscenza del plagio e di averlo ignorato.

La storia è questa, in breve. Gabriele Giuga, laureato con 110 e lode, lavora già nell'università di Bari quando nel 2006 partecipa al concorso. E' docente a contratto nel dipartimento di Lingue e letterature romanze e mediterranee dove insegna la professoressa Toriello. Ha un ricco curriculum e l'ambizione di diventare docente associato. Lo stesso obiettivo di Mariagrazia Russo, laureata anche lei con 110 e lode all'università «La Sapienza» di Roma, docente aggregato all'università «La Tuscia» di Viterbo.



Gli altri candidati si ritirano. I due restano in gara da soli. Il 3 ottobre 2006 la valutazione comparativa delle pubblicazioni comincia a mettere le cose in chiaro e il materiale esibito da Giuga, in particolare la sua «Storia della lingua portoghese tra problemi di glottologia e nuove tipologie», fa breccia. E' un testo «innovativo». La commissione lo elogia. Il 5 ottobre l'iter si conclude e la commissione dà il verdetto: «La candidata Mariagrazia Russo si fa apprezzare per le qualità di ricerca e di didattica anche se si colloca su un piano inferiore per quel che attiene alla specificità e alle dimensioni della sua produzione scientifica».

Liquidata con queste belle parole e con il decreto del rettore che l'11 ottobre designa «professore associato di lingua e traduzione-lingue portoghese e brasiliana» il dottor Giuga, la candidata Russo si rivolge al Tar. Quando i giudici amministrativi rigettano il ricorso, la candidata comincia a studiare la documentazione presentata dal suo antagonista e scopre qualcosa. Secondo lei, il plagio.

Lo denuncia alla procura. Il pm barese le crede. Acquisisce dal Tar una memoria difensiva in cui alcuni membri della commissione non negano di conoscere alla perfezione l'opera di Teyssier. Quindi non possono ignorare quel che c'è dentro l'opera di Giuga. Se i commissari conoscevano, sapevano che c'era il plagio.

Secondo l'indagine l'80 per cento del libro è la perfetta trascrizione di Teyssier. La professoressa Toriello, una delle indagate, premette che nell'università di Bari si vive ormai «sotto pressione». In quanto al professore promosso, nella sua opera «rimodella un oggetto per sostenere una teoria». Insomma, il candidato vincente non ha copiato. «Noi abbiamo dato una valutazione serena e corretta - continua la professoressa Toriello -. Ormai si vive in un mondo alla rovescia. Siamo tutti considerati dei delinquenti fino a prova contraria. Spero che l'inchiesta si concluda presto».


Dagospia 27 Marzo 2008