MARADONA TORNA A FARE IL MAGO DEL PALLONE E L'OLIMPICO GODE
RAMAZZOTTI È MEJO COME PALLONARO CHE COME STORNELLATORE DE' NOANTRI
"PARTITA DEL CUORE" CON IL PUPONE COL PUPINO IN BRACCIO, SPALLETTI IN CAMPO
RAMAZZOTTI È MEJO COME PALLONARO CHE COME STORNELLATORE DE' NOANTRI
"PARTITA DEL CUORE" CON IL PUPONE COL PUPINO IN BRACCIO, SPALLETTI IN CAMPO
Carlo Santi per "Il Messaggero"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Notte magica all'Olimpico come quelle notti mondiali del '90 sognando ancora con Maradona. La "Partita del Cuore", che ha richiamato entusiasmo e tifo di oltre cinquantacinquemila fans, più festa che partita, ha riportato sul prato romano l'asso argentino che qui non giocava proprio da quel 1990. Tutti per Diego, tutti entusiasti del suo genio, di una classe intatta. Un'ovazione per lui quando, poco dopo la mezzora del secondo tempo e dopo aver segnato un rigore, è uscito lasciando il posto all'inseparabile amico Bagni.
Totti mister per una sera a dirigere Bruno Conti con il vecchio compagno Pluto Aldair, Zico e Peruzzi schierato terzino destro e Luciano Spalletti in campo che ha toccato pochi palloni. Il loro portiere, scarsino però, è Andrea Lucchetta (troppo tardi ha preso il suo posto Gelindo Bordin) e in attacco, a dare man forte, Fisichella che dopo 7' ha aperto le marcature favorito dal portiere dei "cantanti", inesperto in quel ruolo, Daniele De Rossi.
Con il centrocampista della Roma schierato in porta, Gianni Morandi, il bomber Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni e Mogol, quindi i nomi importanti di Maradona e Lavezzi e, nella ripresa, di Gianfranco Zola. L'applauso caldo dell'Olimpico, stadio giallorosso che ha riservato l'affetto al pibe e una bella razione di fischi, nel secondo tempo, quando è entrato in campo Rocchi al posto di Fisichella.
E' finita in parità, 6-6, con Ramazzotti cannoniere (4 gol) dei Cantanti (Antonacci e Maradona gli altri due goleador) mentre per Unica hanno segnato Fisichella, Dovizioso e lo sciatore Moelleg.
E' bastato un attimo per accendere lo stadio che ha applaudito il suo capitano Totti, ieri scaramantico sullo scudetto all'Inter. «Sarebbe stato bello giocare la finale Coppa Italia - ha detto il 10 giallorosso - qui all'Olimpico con la Lazio».
Il pubblico dell'Olimpico ha ascoltato le parole di Alemanno («Non c'è sport senza rispetto») prima di ammirare quel portento di Diego Armando Maradona che ha cominciato con un palleggio magistrale mostrando, un attimo dopo il fischio d'inizio, la sua classe intatta. Lanci lunghi e precisi al millimetro, tocchi splendidi: il tempo s'è fermato per un campione senza età.
Ha giocato, Diego di nuovo trequartista, con Lavezzi che era alle sue spalle e i due si sono cercati sovente. Il vecchio e il nuovo di Napoli e del calcio. Ed è stata una giornata speciale per Lavezzi, l'argentino del Napoli che ha incontrato, insieme allo storico massaggiatore del Napoli, Carmando, il suo idolo Maradona. Il lungo abbraccio, non privo di qualche lacrima, nella stanza del pibe tra i due scugnizzi è avvenuto all'Aldrovandi.
«Domenica siete stati perfetti - ha detto Diego al nuovo gioiello del Napoli - Avete battuto il Milan. Bravi». Maradona è arrivato a Roma in ritardo perché sull'autostrada, dalla Romagna alla capitale, poco prima di Orte la sua macchina è stata fermata dalla polizia e s'è perso tempo tra controlli e multa perché chi era alla guida non aveva le cinture. Lavezzi, che spera di emulare la carriera di Maradona, ha mostrato al Diego il tatuaggio che ha sul fianco: è Maradona che palleggia con la testa.
Dicevamo del bomber Ramazzotti. Lui, veterano della nazionale dei cantanti, ha battuto sovente Lucchetta (4 volte) che in porta con il calcio proprio non ci sa fare. Non c'era Materazzi che ha perso una bella occasione per essere festeggiato: il rigore sbagliato domenica contro il Siena ha riaperto le porte dello scudetto alla Roma.
Dagospia 15 Maggio 2008
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Notte magica all'Olimpico come quelle notti mondiali del '90 sognando ancora con Maradona. La "Partita del Cuore", che ha richiamato entusiasmo e tifo di oltre cinquantacinquemila fans, più festa che partita, ha riportato sul prato romano l'asso argentino che qui non giocava proprio da quel 1990. Tutti per Diego, tutti entusiasti del suo genio, di una classe intatta. Un'ovazione per lui quando, poco dopo la mezzora del secondo tempo e dopo aver segnato un rigore, è uscito lasciando il posto all'inseparabile amico Bagni.
Totti mister per una sera a dirigere Bruno Conti con il vecchio compagno Pluto Aldair, Zico e Peruzzi schierato terzino destro e Luciano Spalletti in campo che ha toccato pochi palloni. Il loro portiere, scarsino però, è Andrea Lucchetta (troppo tardi ha preso il suo posto Gelindo Bordin) e in attacco, a dare man forte, Fisichella che dopo 7' ha aperto le marcature favorito dal portiere dei "cantanti", inesperto in quel ruolo, Daniele De Rossi.
Con il centrocampista della Roma schierato in porta, Gianni Morandi, il bomber Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni e Mogol, quindi i nomi importanti di Maradona e Lavezzi e, nella ripresa, di Gianfranco Zola. L'applauso caldo dell'Olimpico, stadio giallorosso che ha riservato l'affetto al pibe e una bella razione di fischi, nel secondo tempo, quando è entrato in campo Rocchi al posto di Fisichella.
E' finita in parità, 6-6, con Ramazzotti cannoniere (4 gol) dei Cantanti (Antonacci e Maradona gli altri due goleador) mentre per Unica hanno segnato Fisichella, Dovizioso e lo sciatore Moelleg.
E' bastato un attimo per accendere lo stadio che ha applaudito il suo capitano Totti, ieri scaramantico sullo scudetto all'Inter. «Sarebbe stato bello giocare la finale Coppa Italia - ha detto il 10 giallorosso - qui all'Olimpico con la Lazio».
Il pubblico dell'Olimpico ha ascoltato le parole di Alemanno («Non c'è sport senza rispetto») prima di ammirare quel portento di Diego Armando Maradona che ha cominciato con un palleggio magistrale mostrando, un attimo dopo il fischio d'inizio, la sua classe intatta. Lanci lunghi e precisi al millimetro, tocchi splendidi: il tempo s'è fermato per un campione senza età.
Ha giocato, Diego di nuovo trequartista, con Lavezzi che era alle sue spalle e i due si sono cercati sovente. Il vecchio e il nuovo di Napoli e del calcio. Ed è stata una giornata speciale per Lavezzi, l'argentino del Napoli che ha incontrato, insieme allo storico massaggiatore del Napoli, Carmando, il suo idolo Maradona. Il lungo abbraccio, non privo di qualche lacrima, nella stanza del pibe tra i due scugnizzi è avvenuto all'Aldrovandi.
«Domenica siete stati perfetti - ha detto Diego al nuovo gioiello del Napoli - Avete battuto il Milan. Bravi». Maradona è arrivato a Roma in ritardo perché sull'autostrada, dalla Romagna alla capitale, poco prima di Orte la sua macchina è stata fermata dalla polizia e s'è perso tempo tra controlli e multa perché chi era alla guida non aveva le cinture. Lavezzi, che spera di emulare la carriera di Maradona, ha mostrato al Diego il tatuaggio che ha sul fianco: è Maradona che palleggia con la testa.
Dicevamo del bomber Ramazzotti. Lui, veterano della nazionale dei cantanti, ha battuto sovente Lucchetta (4 volte) che in porta con il calcio proprio non ci sa fare. Non c'era Materazzi che ha perso una bella occasione per essere festeggiato: il rigore sbagliato domenica contro il Siena ha riaperto le porte dello scudetto alla Roma.
Dagospia 15 Maggio 2008