ALTRO CHE 15 MINUTI - IL MARCHIO WARHOL COMPIE 80 ANNI E L'ARTISTA ENTRA NELL'IMMORTALITÀ - LE OPERE VALGONO DECINE DI MLN $ E LA FONDAZIONE 240 MLN - "ISPIRA L'ARTE COME LA MODA E LA CULTURA POP".
Francesca Sottilaro per "Italia Oggi"
Ottant'anni sulla cresta del marketing sono un bel record per chi rivendicava che «ciascuno un giorno avrà diritto a 15 minuti di celebrità». E quelli di Andy Warhol, padre della pop art scomparso nel 1987 e nato a Pittsburgh nel 1928, valgono ancora, in ogni loro dettaglio (dagli esordi come illustratore ai fasti della Factory), milioni di dollari.
L'artista è leader nelle vendite all'asta di arte contemporanea (il Double Marlon è stato battuto da Christie's lo scorso 13 maggio per 32,5 milioni di dollari); il marchio Andy Warhol vale 2,8 milioni di dollari al botteghino del merchandising della Fondazione a lui intitolata a New York; le mostre pop doppiano il globo bollate come «blockbuster da museo» e i marchi di moda, profumeria, cancelleria e porcellane fanno a gara per produrre collezioni a lui ispirate.
Ultimi esempi? La fragranza prodotta dal negozio newyorchese Bond n. 9 in vendita on-line (il bauletto da collezione sfiora i 1.500 dollari), l'attesa collezione autunnale del marchio Pepe Jeans London con i colori delle opere dell'artista o le porcellane di Rosenthal di ispirazione pop.
Popolarità in ascesa. «Non stupisce la popolarità di cui ancora gode», spiega a ItaliaOggi Michael Hermann, licensing director della Andy Warhol Foundation for The Visual Arts, «e le sue parole in linguaggio universale sono ancora oggi fonte di ispirazione per uno studente d'arte come per un marchio di moda contemporaneo». Un pensiero che vede allineata anche Luisa Bocchietto, presidente dell'Adi e curatrice della mostra Pop design per Torino World design capital: «Warhol ha sempre avuto un approccio dissacrante alla realtà», dice, «e questo tratto distintivo lo ha reso immortale».
Popolarità, alla Andy Warhol Foundation, significa anche business. La fondazione, nata nel 1987, ha una dotazione di 240 milioni di dollari e una disponibilità di cassa in crescita di 11 milioni provenienti dai soli accordi di licenza. Con l'ascesa delle quotazioni dell'artista è cresciuto anche il valore del marchio Andy Warhol: «Dai 400 mila dollari del 1987», spiega Hermann, «i ricavi degli accordi di licenza valgono oggi 2,8 milioni di dollari».
Dalla cancelleria alle passerelle. A sorpresa, non sono i magneti o le tazze mug che il buon turista acquista nei musei a fare il core business dell'istituzione newyorkese.
«L'abbigliamento in licenza, raffigurante le opere di Warhol, costituisce la maggior parte dei ricavi», spiega il manager, «e va forte soprattutto in Francia, Italia e Giappone». Le firme coinvolte sono, oltre a Pepe Jeans, Diane von Furstenberg per i costumi, la nipponica Hysteric glamour, Royal elastics per le calzature, Robert Lee Morris per la gioielleria, Seiko per gli orologi. Cancellerie e porcellane vanno invece bene «in Gran Bretagna e Germania», spiega Hermann.
Compleanno con intervista. L'Andy Warhol Museum di Pittsburgh, che conserva la più ampia collezione di memorabilia dell'artista, ha in programma un agosto ricco di festeggiamenti e una serata a tema per l'anniversario dell'artista nato il 6 agosto 1928.
Nel frattempo, Interview, il people magazine lasciato in eredità da Warhol (oggi di proprietà di Brant publications) dedica al padre della pop art un doppio numero monografico (per giugno e luglio) con la copertina dedicata a Marc Jacobs travestito da Andy Warhol e interviste del direttore editoriale e amico di Warhol, Glenn O'Brien, a tutto il mondo che si è ispirato alla Factory.
Dagospia 21 Maggio 2008
Ottant'anni sulla cresta del marketing sono un bel record per chi rivendicava che «ciascuno un giorno avrà diritto a 15 minuti di celebrità». E quelli di Andy Warhol, padre della pop art scomparso nel 1987 e nato a Pittsburgh nel 1928, valgono ancora, in ogni loro dettaglio (dagli esordi come illustratore ai fasti della Factory), milioni di dollari.
L'artista è leader nelle vendite all'asta di arte contemporanea (il Double Marlon è stato battuto da Christie's lo scorso 13 maggio per 32,5 milioni di dollari); il marchio Andy Warhol vale 2,8 milioni di dollari al botteghino del merchandising della Fondazione a lui intitolata a New York; le mostre pop doppiano il globo bollate come «blockbuster da museo» e i marchi di moda, profumeria, cancelleria e porcellane fanno a gara per produrre collezioni a lui ispirate.
Ultimi esempi? La fragranza prodotta dal negozio newyorchese Bond n. 9 in vendita on-line (il bauletto da collezione sfiora i 1.500 dollari), l'attesa collezione autunnale del marchio Pepe Jeans London con i colori delle opere dell'artista o le porcellane di Rosenthal di ispirazione pop.
Popolarità in ascesa. «Non stupisce la popolarità di cui ancora gode», spiega a ItaliaOggi Michael Hermann, licensing director della Andy Warhol Foundation for The Visual Arts, «e le sue parole in linguaggio universale sono ancora oggi fonte di ispirazione per uno studente d'arte come per un marchio di moda contemporaneo». Un pensiero che vede allineata anche Luisa Bocchietto, presidente dell'Adi e curatrice della mostra Pop design per Torino World design capital: «Warhol ha sempre avuto un approccio dissacrante alla realtà», dice, «e questo tratto distintivo lo ha reso immortale».
Popolarità, alla Andy Warhol Foundation, significa anche business. La fondazione, nata nel 1987, ha una dotazione di 240 milioni di dollari e una disponibilità di cassa in crescita di 11 milioni provenienti dai soli accordi di licenza. Con l'ascesa delle quotazioni dell'artista è cresciuto anche il valore del marchio Andy Warhol: «Dai 400 mila dollari del 1987», spiega Hermann, «i ricavi degli accordi di licenza valgono oggi 2,8 milioni di dollari».
Dalla cancelleria alle passerelle. A sorpresa, non sono i magneti o le tazze mug che il buon turista acquista nei musei a fare il core business dell'istituzione newyorkese.
«L'abbigliamento in licenza, raffigurante le opere di Warhol, costituisce la maggior parte dei ricavi», spiega il manager, «e va forte soprattutto in Francia, Italia e Giappone». Le firme coinvolte sono, oltre a Pepe Jeans, Diane von Furstenberg per i costumi, la nipponica Hysteric glamour, Royal elastics per le calzature, Robert Lee Morris per la gioielleria, Seiko per gli orologi. Cancellerie e porcellane vanno invece bene «in Gran Bretagna e Germania», spiega Hermann.
Compleanno con intervista. L'Andy Warhol Museum di Pittsburgh, che conserva la più ampia collezione di memorabilia dell'artista, ha in programma un agosto ricco di festeggiamenti e una serata a tema per l'anniversario dell'artista nato il 6 agosto 1928.
Nel frattempo, Interview, il people magazine lasciato in eredità da Warhol (oggi di proprietà di Brant publications) dedica al padre della pop art un doppio numero monografico (per giugno e luglio) con la copertina dedicata a Marc Jacobs travestito da Andy Warhol e interviste del direttore editoriale e amico di Warhol, Glenn O'Brien, a tutto il mondo che si è ispirato alla Factory.
Dagospia 21 Maggio 2008