SICILIA AMARISSIMA - CAPORETTO PER WALTERLOO, ECCO I NUMERI CHE FANNO TREMARE IL (FU) LOFT - PD LONTANISSIMO DA DS E MARGHERITA: 180MILA VOTI IN MENO E CALI FINO AL 10% - VENERDÌ ASSEMBLEA.

Una batosta come neanche quella dell'Italia contro l'Olanda all'esordio degli azzurri all'Europeo. Otto a zero. Punteggio ultratennistico. Certo, il centrosinistra partiva già sotto, e infatti nessuno al(l'ex) Loft si aspettava di strappare qualche provincia al Popolo della Libertà a questa tornata di elezioni amministrative in Sicilia.

Motivo per cui Walter Veltroni si è speso il meno possibile, cercando di dissociare il più possibile la propria immagine a quella della probabile sconfitta. Ma a incastrare il segretario non è tanto il risultato in sé, quanto un dossier riservato che da poche ore sta girando vorticosamente per le stanze dei leader del Pd, dal Botteghino al Nazareno fino agli uffici del governo ombra alla Camera.

Si tratta di pochi, scarni numeri, che però stanno facendo tremare i veltroniani, anche in vista dell'assemblea costituente del partito che inizia venerdì prossimo: il confronto tra i voti raccolti queste provinciali siciliane dal Pd e i consensi di cinque anni fa a Ds e Margherita, nella stessa tornata nel 2003. Le elezioni considerate sono quelle provinciali perché meno soggette delle comunali alle dinamiche locali e più assimilabili ad un voto d'opinione.

Ebbene, i dati sono amari, amarissimi per il segretario: il Partito democratico è lontanissimo dal bacino di voti Ds e Dl, perde quasi 180mila voti dai due partiti fondatori e raccoglie in media il 6% in meno con percentuali che vanno anche oltre il 10%.

Il dettaglio è spietato. Agrigento: il Pd prende 14,47% (31.086 voti); i Ds presero l'11,7% (28.948) e la Margherita il 6,5% (16.083). I voti in meno sono 13.045 con una flessione del 4%.
Caltanissetta: il Pd prende il 18,58% (23.619); nel 2003 Ds al 14,1% (20.122), Margherita al 15,8% (22.606). Meno 19mila voti, flessione dell'1%.
Catania: il Pd prende il 12,86% (63.592); nel 2003 Ds al 10,5% (54.324), Margherita al 9,5% (48.865). Calo di quasi 40mila voti e di oltre il 7%.



Enna: il Pd è al 15,97 (15.871); nel 2003 Ds al 20,1% (20.907), Margherita al 15,9% (16.477). Calo di oltre 21mila voti e del 14%. In questo caso va considerata anche la presenza di due liste civiche per il presidente, che hanno totalizzato circa il 20%, mentre cinque anni fa l'unica lista civica presente raccolse il 9.
Messina: il Pd raccoglie il 14,84% (49.101), 14,84; nel 2003 Ds al 7,4% (27.256), Margherita al 9,1% (33.226). Oltre 11mila voti in meno, calo del 2%.

Palermo: Pd al 16,0% (68.017); nel 2003 Ds al 10,4 (58.086), Margherita al 10,7 (60.046). Oltre 50mila voti in meno, per una flessione del 5%.
Siracusa: il Pd prende il 17,7% (34.413); nel 2003 i Ds raccolgono l'11,9% (24.672), la Margherita l'8,2% (17.085). Il calo è di oltre 7mila voti, per un 2,5% in meno.
Trapani: il Pd prende il 16,1% (31.077); nel 2003 i Ds sono al 12,08% (27.472), la Margherita al 9,4 (21.377). Calo di quasi 18mila voti, 5% in meno. Peraltro in questa provincia si è rivotato anche nel 2006 e i numeri non sono molto differenti.

In totale si tratta di 179.876 voti che mancano all'appello tra il 2003 (con Ds e Margherita in campo) e il 2008 (con il Pd), per una media del 6,3% in meno. Dati preoccupanti soprattutto in vista delle europee, quando a meno di colpi di mano sulla legge elettorale non ci sarà il viagra del voto utile ad aiutare il Pd come è accaduto per le politiche.

Insomma, per Veltroni questo giugno rischia di diventare un calvario. Dopo aver dovuto sconfessare la linea del dialogo, sulla quale si era fondata tutta la sua campagna elettorale, dopo il continuo logoramento dei dalemiani, che proseguono tranquilli a organizzare il proprio partito ombra, dopo essersi dovuto destreggiare malamente sul Pse, lasciando il partito ancora senza soluzione per la collocazione internazionale, dopo aver aperto il dibattito su "congresso sì, congresso no" a neanche a otto mesi dalle primarie, ora per Veltroni arriva anche la mazzata elettorale, in vista della delicatissima assemblea costituente di venerdì e sabato, per la quale le correnti scaldano già le mozioni e minacciano la resa dei conti.


Dagospia 17 Giugno 2008