SARKÒ TELEVISION - LO SCHIAVO DI CARLOZY "OCCUPA" LA TV DI STATO - IL GOVERNO NOMINERÀ IL CAPO, SPOT SOLO PER I NETWORK PRIVATI - OPPOSIZIONE E STAMPA INDIGNATE: VUOLE COPIARE IL SUO AMICO SILVIO.

Giampiero Martinotti per "la Repubblica"


«La télé c´est moi». Parafrasare il Re Sole è fin troppo facile, quasi una banalità. Ma le cose stanno davvero così: Nicolas Sarkozy ha deciso di impadronirsi della tv, di riorganizzarla a suo piacimento e di favorire il suo amico Martin Bouygues, azionista di controllo di Tf1, la prima rete europea.

Come ha scritto Le Monde, il capo dello Stato «non ha i mezzi di comprarsi una tv» come Silvio Berlusconi, e allora «ha deciso di prenderne il controllo», utilizzando «brutalità e cinismo». E tutta la stampa, con la sola eccezione del Figaro, è rimasta sbalordita da tanta disinvoltura: soppressione della pubblicità e nomina diretta da parte del governo del presidente di France Télévision, la Rai transalpina. Un ritorno indietro di trentacinque anni, quando il potere gestiva direttamente la tv.

Sarkozy aveva lanciato l´idea di sopprimere la pubblicità dalle reti pubbliche sei mesi fa e l´altro ieri ha precisato i contorni della sua riforma: a gennaio spariranno tutti gli spot a partire dalle venti, la loro soppressione totale è prevista per il 2012. Per finanziare il buco, due misure: una nuova tassa dello 0,9 per cento sul fatturato di operatori telefonici e internet permetterà di raccogliere 380 milioni, mentre altri 80 milioni saranno prelevati dalle casse delle tv private (0,3 per cento del volume d´affari). A parità di bilancio, la tv pubblica dovrà però finanziare anche i nuovi programmi necessari per occupare gli spazi lasciati liberi dagli spot.



Ma Sarkozy ha aggiunto alla sua riforma un provvedimento inaspettato: la sottomissione di France Télévision al potere politico. Sarà infatti il governo, d´ora in poi, a nominare il suo presidente, che finora veniva scelto dal Consiglio superiore dell´audiovisivo (Csa), un organismo i cui membri sono nominati dal capo dello Stato e dai presidenti delle due Camere. Certo, il Csa non si è mai sognato di nominare un candidato inviso al governo, ma adesso il presidente della tv pubblica diventerà un vassallo dell´Eliseo. E a poco serviranno i "contropoteri" annunciati dal capo dello Stato.

«E´ un sistema democratico, in cui si comprende chi fa che cosa e in quale maniera», dice Sarkozy. L´opposizione (indignata) e la stampa non la pensano allo stesso modo. Quotidiani nazionali e regionali, di destra o di sinistra, hanno criticato severamente Sarkozy. Le Dernières Nouvelles d´Alsace ha parlato di «un progetto di appropriazione pura e semplice» della tv pubblica; per il Républicain Lorrain, Sarkozy è stato «guidato dall´esempio transalpino», ossia da Berlusconi; Paris-Normandie è tassativo: «Silvio Berlusconi non aveva osato, Sarkozy l´ha fatto». Citare i giornali di sinistra è quasi inutile, basti il titolo di Libération, che ha ribattezzato la tv pubblica "France Sarkovision". Solo il direttore del Figaro, Etienne Mougeotte, ha difeso il capo dello Stato: «La sinistra lo ha sognato, Sarkozy l´ha fatto.

Questo principio semplice, finanziamento pubblico (canone e tassa) per le reti pubbliche, finanziamento provato (pubblicità) per le reti private non è né di destra né di sinistra. E´ una regola di buonsenso». Per vent´anni, Mougeotte è stato il numero due di Tf1, cioè il principale beneficiario della riforma: le reti private otterranno la possibilità di interrompere due volte un film con gli spot (contro una sola attualmente) e si spartiranno la pubblicità che fin qui andava sulle reti pubbliche. E il proprietario di Tf1 non è altri che Martin Bouygues, grande amico del presidente e testimone alle sue seconde nozze (quelle con Cécilia). Ciliegina sulla torta: in occasione dell´uscita del suo nuovo disco, l´11 luglio, Carla Bruni-Sarkozy ha deciso di dare un´intervista esclusiva al Tg delle venti su Tf1.


Dagospia 27 Giugno 2008