IN SICILIA SONO TUTTI "DOTTORI", MA NON HANNO MAI FATTO IL LICEO (MICCICHE', DOCENTE SENZA LAUREA)

Enrico Del Mercato per Repubblica, edizione di Palermo


IL titolo suona bene, tanto bene che Gianfranco Miccichè lo ha fatto inserire nel suo curriculum che compare sul sito internet del ministero dell´Economia: docente di "Politiche di sviluppo e pianificazione delle opere pubbliche nelle aree deboli" nel dottorato di ricerca in Trasporti all´Università di Reggio Calabria. Peccato, però, che quando il rettore dell´Università di Reggio, Alessandro Bianchi, ha saputo di quel curriculum telematico si sia premurato di mettere le cose in chiaro con una lettera spedita all´Unità che aveva pubblicato le brevi note biografiche del leader siciliano di Forza Italia: «Il signore in questione non ha mai ricoperto alcun incarico di docente presso la nostra università».

Come dire, il vice ministro dell´Economia - nelle vesti di professore - all´università di Reggio non lo hanno mai visto. Insomma, Miccichè è un professore immaginario? Di certo c´è che all´Università di Reggio Calabria, e proprio nel dipartimento Trasporti, insegna l´ingegnere Dario Lo Bosco. Lo Bosco è uomo vicinissimo a Forza Italia. Tanto vicino al partito del quale è leader in Sicilia Gianfranco Miccichè da essere stato nominato commissario straordinario dell´Ast, l´azienda siciliana trasporti. Un incarico tra i più appetibili nel sottogoverno regionale per arrivare al quale il professor Dario Lo Bosco ha sciorinato un curriculum di tutto rispetto. Un curriculum che, se è finito sulla scrivania del viceministro dell´Economia, deve avere provocato in lui un non indifferente moto di soddisfazione.

Con Lo Bosco, infatti, Gianfranco Miccichè condivide la collaborazione ad una «prestigiosa rivista universitaria tedesca». Si tratta della rivista dell´Università di Hagen sulla quale - le notizie sono sempre offerte dal curriculum pubblicato sul sito del ministero dell´Economia - il coordinatore siciliano di Forza Italia ha pubblicato un ponderoso articolo, in inglese, sulle scelte tra le alternative dei progetti di investimento per i lavori pubblici. Sul sito internet della rivista universitaria non c´è traccia del saggio di Gianfranco Miccichè, ma compaiono alcune pubblicazioni a firma di Dario Lo Bosco e di Ferdinando Corriere, un altro professore che il leader di Forza Italia inserì nella sua squadra di governo quando, nel '97, si candidò a sindaco di Palermo.

Ma le frequentazioni del vice ministro col mondo accademico non si fermano qui. Nel suo curriculum telematico c´è scritto che «nel 2000 è chiamato dal professor Marius Stoka dell´Università di Torino ad occuparsi di problemi di matematica applicata alle Scienze economiche e ingegneristiche». Un incarico che deve essergli servito dal momento che «nel 2001 partecipa anche alla tavola rotonda indetta nell´ambito della IV conferenza internazionale di geometria stocastica». Roba da fare invidia a John Nash, il matematico di "Beautiful mind". Non male per uno che non è neanche laureato.


E CRISAFULLI E' DOTTORE MA NON HA FATTO IL LICEO
Enrico Del Mercato per Repubblica, edizione di Palermo



Sulla "Navicella", il vademecum con le biografie dei deputati dell´Ars, alla voce «titolo di studio» il diessino Vladimiro Crisafulli poteva fregiarsi di una non proprio altisonante «licenza media». Fino alla scorsa legislatura, però. Perché nella nuova edizione del manuale parlamentare, data alle stampe qualche giorno fa, il vice presidente diessino dell´Ars ha saltato a pie´ pari gli anni del liceo e quelli dell´università, fino alla «laurea honoris causa in Scienze politiche». E che laurea: l´improvvisata biografia non lo dice, ma il riconoscimento al «barone rosso» di Enna è arrivato dalla Columbia University di New York «per avere introdotto la legge regionale sui contratti di diritto privato». Che siano honoris causa o frutto di anni passati sui libri, di lauree nella nuova Assemblea se ne contano parecchie: i deputati laureati sono 55 su 90. Un numero sufficiente a non sfigurare nel confronto con il personale di Palazzo dei Normanni che conta anche parecchi commessi con la laurea nel cassetto.

A parte l´originalità del capogruppo dell´Udc Salvatore Cintola - laureato in Lingue e Civiltà orientali - tra i parlamentari abbondano i giuristi (i laureati in Giurisprudenza sono 20) e i medici (in 14 risultano laureati in Medicina). Di certo c´è che tutti - da Calogero Miccichè e Andrea Zangara che risultano aver fatto solo la scuola dell´obbligo a Michele Cimino che sottolinea il fatto che la sua tesi di laurea alla Cattolica sia stata pubblicata - ci hanno tenuto a scrivere di proprio pugno le note biografiche da consegnare alla "Navicella". Uno di quelli che hanno trascorso del tempo a fare la lista di titoli e onorificenze è stato Leoluca Orlando. Che alla fine ha strappato quasi due pagine sul manuale parlamentare. Titoli accademici a parte, lo spazio viene occupato per dire che l´ex sindaco di Palermo è «consulente internazionale per conto dell´Ocse di Parigi», oppure che ha «promosso una forte crescita del movimento antimafia».

A fare la differenza, però, sono gli incarichi universitari, oppure i titoli conseguiti all´estero. Quelli sanno di fiore all´occhiello e i parlamentari ci tengono farli comparire sui curriculum. Michele Cimino da Agrigento, ancora lui, vanta l´incarico di «cultore di Diritto pubblico presso l´Università di Milano e di Legislazione dei beni culturali e ambientali presso la scuola diretta a fini speciali per operatori tecnico-scientifici per i beni culturali e ambientali di Agrigento». E David Costa - anche lui giovane rampante del centrodestra - oltre alla laurea in Scienze politiche e a un´attività professionale come «dirigente di impresa di cinema e teatri» può fregiarsi del «Master Els di Boston in Lingua e politica economica». Che poi altro non sarebbe che un corso di lingue a pagamento negli Stati Uniti.
Tra quelli che nel biglietto da visita possono fare scrivere «cultori» ci sono la forzista Simona Vicari e il «delfino» di Enzo Bianco, Beppe Spampinato, «cultore di Diritto regionale degli enti locali presso la facoltà di Scienze politiche dell´Università di Catania con ricerche in materia di riforma delle autonomie locali e del decentramento amministrativo».

Nulla, comunque, in confronto al pedigree accademico che possono vantare Vincenzo Leanza e Alessandro Pagano. L´ex presidente della Regione, che è dottore in Giurisprudenza, fa l´assistente, in Statistica però, all´Università di Messina. L´attuale assessore al Bilancio - che è dottore commercialista e docente di Ragioneria all´Itc Rapisardi di Caltanissetta - ha potuto fare scrivere nelle sue note biografiche consegnate alla "Navicella" l´incarico di «professore a contratto e cultore di Statistica aziendale presso la facoltà di Economia e Commercio dell´Università di Messina». L´assessore, che è stato insignito dell´incarico da poco, è in buona compagnia: nella stessa facoltà fanno lezione il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, e il neo presidente del Messina calcio, Pietro Franza.

Quelli che non hanno né un dottorato di ricerca né una docenza a contratto e neppure una laurea si sforzano di far sapere che loro dall´università ci sono comunque passati. È il caso del diessino Giovanni Villari, nel cui curriculum si può leggere: «Diploma di maturità tecnica industriale. Dopo aver frequentato la facoltà di Economia e Commercio dell´Università di Catania, è assunto come tecnico allo stabilimento Eni di Gela». L´ex presidente della Regione Angelo Capodicasa - diessino anche lui - ha fatto scrivere che «è iscritto all´università, facoltà di Lettere e Filosofia».

Ma una laurea non è tutto. Giovanni Barbagallo, parlamentare della Margherita, può esibire la pergamena che lo nomina «dottore in Pedagogia». Ma - testuale dal manuale parlamentare - «la sua esperienza umana e politica è stata riportata nel libro "A costo della libertà" scritto dal giornalista Giuseppe Vecchio, con prefazione di Nuccio Fava». Per chi se lo fosse perso, è stato pubblicato da «Città Nuova - Roma».


Dagospia.com 2 Agosto 2002