CARLO NON FARLO - ROSSELLA COMUNICA: "MI SONO LIBERATO DALL'OSSESSIONE DEL SESSO. DA OGGI SONO UN ETEROSESSUALE A RIPOSO - COME HENRY MILLER, PIÙ INVECCHIO, PIÙ DIVENTO METAFISICO".
Carola Uber per "Chi"
È proprio così: Carlo Rossella, presidente di Medusa, dopo avere attaccato la cravatta al chiodo, ci ha appeso anche il sesso. Il giornalista lo ha fatto intendere nella sua rubrica su "Chi" dedicata alla posta del cuore, mettendo in guardia una lettrice: «Chi di sesso ferisce, di sesso perisce». Lo ha ribadito in radio, all'Alfonso Signorini Show su Rmc: «Sono un eterosessuale a riposo». E sempre via etere lo ha sottolineato il giorno dopo: «Amo, ma non pratico».
Cosa significa?
«Semplicemente che il sesso non m'interessa più. Sono "a riposo" in senso filosofico: mi sono liberato dall'ossessione del sesso, ma già da diversi anni. E ho molti amici che hanno fatto la stessa scelta».
L'ha deciso a tavolino?
«L'invecchiamento mi ha preso così. Io sono un appassionato di Henry Miller, autore di romanzi conturbanti come Tropico del Cancro, e quando negli anni della mia giovinezza leggevo che dichiarava "più invecchio, più divento metafisico", mi sembrava strano. Poi, con gli anni, l'ho capito».
A proposito di Miller, lei nell'86 intervistò Brenda Venus, l'ultima amante: 84 anni lui, 23 lei. Tra loro un "sublime gioco del desiderio", ma non fecero mai l'amore. E Brenda le disse: «L'amore senza sesso è amore puro».
«Aveva ragione lei. Una donna bellissima, due grandi seni, enormi, giganteschi. Mantenere la concentrazione in quell'occasione non fu semplice. Sono stato molto tentato di toccarglieli, anche se mi spaventavano un po', a me poi piacciono i seni piccoli. Una sera andammo in una villa a vedere una commedia su Tamara De Lempicka. A un certo punto vedo Brenda in un angolo, alta, abbronzata, con un abito bianco, tutta sudata, perché faceva un caldo pazzesco. L'abito era bagnato, appiccicato al suo corpo, lei era senza il reggiseno e le sue tette si vedevano luccicare sotto i riflettori. Madonna mia! Ecco, lì capii la reazione di Miller quando, vedendola rientrare in casa dopo che lei era andata a correre, volle mostrarle per la prima volta il suo sesso».
Come vive questa nuova dimensione asessuata?
«Ah, io sto benissimo, non ho più nessun problema, sono rilassato. Non la considero una punizione. Ogni stagione della vita è diversa, io in questa amo conversare, guardare, frequentare le donne, senza per questo volerle portare a letto. Le amo dal punto di vista oggettivo. Amo mia moglie più di quanto la amassi prima, e ho profonde amicizie, rapporti molto liberi, fatti di un forte interscambio intellettuale».
Vale a dire?
«Ho sostituito la sessualità con la curiosità. Sono curioso come una scimmia dell'intimo femminile: storie, innamoramenti, racconti erotici. Ovviamente penso alle giovani donne, diciamo dai 20 ai 33, perché delle mie generazioni so già tutto. La cosa di cui si lamentano di più è che i loro uomini non le ascoltano, fanno l'amore in maniera intensa e breve, ma erotismo zero. Così loro cercano l'erotismo nella conversazione e apprezzano molto chi le "tocca" con le parole».
Considera la sua una nuova forma di identità sessuale?
«Sì, anche un modo per vivere la propria vecchiaia senza complessi, per chiamarsene fuori. Ma intellettualmente non vai in pensione, vai in uno stadio quasi onirico di amore, di entusiasmo per la bellezza».
Che cosa potrebbe risvegliarla da questo torpore?
«Forse un grande innamoramento, ma è difficile: primo, perché sono innamorato di mia moglie; secondo, perché, ormai, per farmi innamorare una donna dovrebbe proprio sconvolgermi mentalmente. Qualcosa che ho già provato. Dio, che angoscia, che estasi, che tormento!».
Quante donne ha avuto?
«Moltissime, ma ricordo solo quelle di cui mi sono innamorato. Direi dodici, come i santi apostoli. Le altre, niente. A volte incontro qualcuna che mi dice: "Ti ricordi, abbiamo avuto una storia nel '64". Boh, chi si ricorda?».
Esce con qualcuna stasera?
«Vado con una giovane amica e il suo amico a vedere un film, ne parleremo, andremo a mangiare una pizza e poi a dormire. Io, beninteso, da solo. Arrivederci, grazie e buonanotte ai suonatori».
Nessuna ci rimane male perché non ci prova?
«Ah beh, alcune dicono: "Quello mi sembra un po' gay". Ma sono le meno intelligenti».
Senta, ma non sarà una messinscena quest'addio al sesso?
«Come scriveva Graham Greene in The Comedians, siamo tutti commedianti su un palcoscenico e recitiamo una parte. La vita è fatta di atti, io adesso recito volentieri questo. Ma è l'epilogo di quel che c'è stato prima».
Dagospia 18 Settembre 2008
È proprio così: Carlo Rossella, presidente di Medusa, dopo avere attaccato la cravatta al chiodo, ci ha appeso anche il sesso. Il giornalista lo ha fatto intendere nella sua rubrica su "Chi" dedicata alla posta del cuore, mettendo in guardia una lettrice: «Chi di sesso ferisce, di sesso perisce». Lo ha ribadito in radio, all'Alfonso Signorini Show su Rmc: «Sono un eterosessuale a riposo». E sempre via etere lo ha sottolineato il giorno dopo: «Amo, ma non pratico».
Cosa significa?
«Semplicemente che il sesso non m'interessa più. Sono "a riposo" in senso filosofico: mi sono liberato dall'ossessione del sesso, ma già da diversi anni. E ho molti amici che hanno fatto la stessa scelta».
L'ha deciso a tavolino?
«L'invecchiamento mi ha preso così. Io sono un appassionato di Henry Miller, autore di romanzi conturbanti come Tropico del Cancro, e quando negli anni della mia giovinezza leggevo che dichiarava "più invecchio, più divento metafisico", mi sembrava strano. Poi, con gli anni, l'ho capito».
A proposito di Miller, lei nell'86 intervistò Brenda Venus, l'ultima amante: 84 anni lui, 23 lei. Tra loro un "sublime gioco del desiderio", ma non fecero mai l'amore. E Brenda le disse: «L'amore senza sesso è amore puro».
«Aveva ragione lei. Una donna bellissima, due grandi seni, enormi, giganteschi. Mantenere la concentrazione in quell'occasione non fu semplice. Sono stato molto tentato di toccarglieli, anche se mi spaventavano un po', a me poi piacciono i seni piccoli. Una sera andammo in una villa a vedere una commedia su Tamara De Lempicka. A un certo punto vedo Brenda in un angolo, alta, abbronzata, con un abito bianco, tutta sudata, perché faceva un caldo pazzesco. L'abito era bagnato, appiccicato al suo corpo, lei era senza il reggiseno e le sue tette si vedevano luccicare sotto i riflettori. Madonna mia! Ecco, lì capii la reazione di Miller quando, vedendola rientrare in casa dopo che lei era andata a correre, volle mostrarle per la prima volta il suo sesso».
Come vive questa nuova dimensione asessuata?
«Ah, io sto benissimo, non ho più nessun problema, sono rilassato. Non la considero una punizione. Ogni stagione della vita è diversa, io in questa amo conversare, guardare, frequentare le donne, senza per questo volerle portare a letto. Le amo dal punto di vista oggettivo. Amo mia moglie più di quanto la amassi prima, e ho profonde amicizie, rapporti molto liberi, fatti di un forte interscambio intellettuale».
Vale a dire?
«Ho sostituito la sessualità con la curiosità. Sono curioso come una scimmia dell'intimo femminile: storie, innamoramenti, racconti erotici. Ovviamente penso alle giovani donne, diciamo dai 20 ai 33, perché delle mie generazioni so già tutto. La cosa di cui si lamentano di più è che i loro uomini non le ascoltano, fanno l'amore in maniera intensa e breve, ma erotismo zero. Così loro cercano l'erotismo nella conversazione e apprezzano molto chi le "tocca" con le parole».
Considera la sua una nuova forma di identità sessuale?
«Sì, anche un modo per vivere la propria vecchiaia senza complessi, per chiamarsene fuori. Ma intellettualmente non vai in pensione, vai in uno stadio quasi onirico di amore, di entusiasmo per la bellezza».
Che cosa potrebbe risvegliarla da questo torpore?
«Forse un grande innamoramento, ma è difficile: primo, perché sono innamorato di mia moglie; secondo, perché, ormai, per farmi innamorare una donna dovrebbe proprio sconvolgermi mentalmente. Qualcosa che ho già provato. Dio, che angoscia, che estasi, che tormento!».
Quante donne ha avuto?
«Moltissime, ma ricordo solo quelle di cui mi sono innamorato. Direi dodici, come i santi apostoli. Le altre, niente. A volte incontro qualcuna che mi dice: "Ti ricordi, abbiamo avuto una storia nel '64". Boh, chi si ricorda?».
Esce con qualcuna stasera?
«Vado con una giovane amica e il suo amico a vedere un film, ne parleremo, andremo a mangiare una pizza e poi a dormire. Io, beninteso, da solo. Arrivederci, grazie e buonanotte ai suonatori».
Nessuna ci rimane male perché non ci prova?
«Ah beh, alcune dicono: "Quello mi sembra un po' gay". Ma sono le meno intelligenti».
Senta, ma non sarà una messinscena quest'addio al sesso?
«Come scriveva Graham Greene in The Comedians, siamo tutti commedianti su un palcoscenico e recitiamo una parte. La vita è fatta di atti, io adesso recito volentieri questo. Ma è l'epilogo di quel che c'è stato prima».
Dagospia 18 Settembre 2008