TRASH TV (QUELLA VERA) - L'ASSEDIO DI COSTANZINOPOLI; VESPA, CHE SERPENTE; IL "NUORISMO" DI SACCA'; BALDASSARRE HARE HARE: ALBERTONI LEGA-LEGA; D'EUSANIO "DALLA-DALLA".
1 - Giovanni Modina, direttore di Canale 5: "Costanzo continua a rispondere alla comicità, all'attualità, agli approfondimenti pesanti di Vespa... Di fronte a una tv troppo intrusiva spesso dico, da uomo della strada: bisognerebbe fermarsi un po' prima».
2 - Bruno Vespa: "Nella mia ingenuità di montanaro, pensavo che i nostri approfondimenti «pesanti» fossero quelli sulla legge Cirami, la clonazione riproduttiva, la legge finanziaria, la devoluzione, la visita del Papa al Parlamento e così via. Scopro invece dal direttore di Canale 5 di fare una tv «troppo intrusiva». E pensare che ritenevo un po' intrusivi proprio i programmi di Costanzo: la signora Altea che parla con i parenti morti degli ospiti (19 novembre), il difficile rapporto degli uomini con il proprio organo sessuale (23 novembre), gli spogliarelli privati di Cava dei Tirreni a beneficio di fidanzati e mariti (9 aprile), le storie di amanti travestiti (30 gennaio), gli scambi di coppia, i travestimenti sessuali, i riti sadomaso e quant'altro. Prendo atto che mi sbagliavo"
3 - Maurizio Costanzo: "«E' normale difendere il proprio lavoro. Retequattro propone spesso film pruriginosi che attirano pubblico giovane, Italia 1 programmi comici». Il mio è, per certi aspetti, lo stesso pubblico di quelle pellicole e di quegli show. La Rai fa quello che vuole, ma in Mediaset potrei avere il privilegio di una consultazione».
4 - Antonio Baldassarre: «Costanzo in Rai? Mi sembra un'ipotesi di quarto tipo della sintassi greca. Insomma, talmente astratta che non c'è».
5 - Maurizio Costanzo: "Il più divertente di tutti è stato il presidente della Rai Baldassarre. Dal momento che il "Corriere" aveva scritto che io pensavo a un ritorno in Rai, fate attenzione: pensavo, il numero uno della Rai si è abbandonato ad una dichiarazione che concludeva con la certezza che non c'era nemmeno l'ipotesi. Si tranquillizzi, il Presidente, il giornale ha scritto "pensavo" ed io non ho nemmeno confermato questo pensiero. E' divertente, però, Baldassarre perché interviene quando in molti si sono espressi e si abbandona a dichiarazioni definitive. Lo ha fatto con Maria De Filippi quando, superata l'ipotesi, qualcuno lavorava a ché Maria conducesse il dopo festival sanremese. Il numero uno ha detto, categoricamente: "no". Chiuso nel bunker del settimo piano, Baldassarre testimonia irritabilità e si lascia andare con frequenza a intemerate che (anche la mia è una ipotesi) non ritengo accrescano la sua autorevolezza. Ma Baldassarre tutto questo non lo sa perché, come dichiarò una volta al governo della Rai, lui di televisione ne ha sempre vista poca. Domani è un altro giorno".
6 - Ettore Adaberto Albertoni, consigliere di area leghista: «Penso al caso Costanzo, il quale fa sapere di aver avuto contatti con la Rai. Ma la Rai non è un taxi che si prende o si lascia quando si vuole. Siamo contrari alla rissa in tv. E proprio Costanzo ha rivendicato due giorni fa la paternità di quel genere tv. Lui e la signora Maria De Filippi sono due seri professionisti che, per i loro prodotti, appartengono sicuramente alla concorrenza. La Rai non ne ha bisogno».
7 - Piero Chiambretti: «Sono solidale con il re incontrastato del talk show ma la concorrenza interna fa parte del gioco. Più si va in alto, più si dà fastidio».
8 - Bruno Vespa: «Se per la prima volta Costanzo non può muovere il palinsesto Mediaset a suo uso e consumo, mi dispiace».
9 - Ettore Adaberto Albertoni: «Il Consiglio non può leggere sui giornali che un direttore di rete come Fabrizio del Noce o un conduttore come Pippo Baudo buttano lì la proposta di affidare al deputato Vittorio Sgarbi la conduzione del dopo-festival di Sanremo senza nemmeno consultare i vertici. Il Cda deve applicare alcune deliberazioni, anche precedenti a questa gestione, che disciplinano negativamente l'uso dei politici nei programmi. Massima stima per Sgarbi storico dell'arte ma c'è un metodo che vale per tutti. Nessuno escluso. Tutti liberi di ideare. Ma le verifiche aziendali sono doverose. E si fanno prima di decidere».
10 - Davide Parenti, autore delle Iene: «Non può avercela con noi. Andiamo in onda da sei anni e per di più siamo stati anche scioccamente sospesi in questo periodo. Un migliore coordinamento non guasterebbe: i film di Retequattro vanno in onda il giovedì, anche contro di noi».
11 - Enrico Bertolino: «Bisogna abituarsi alla suddivisione della platea: è capitato anche ad altri, ma Costanzo ha la chance che non è mai monotematico».
12 - Maurizio Costanzo: "Più di dieci anni fa cercai di contrappormi ai "Bellissimi" di Retequattro invitando a trovare una programmazione "zebrata" per temi con il mio show. Anche Bruno Vespa (grande esperto di marketing) mi risulta, ma la notizia deve essere verosimile e non vera, stante le sue repliche, abbia chiesto ed ottenuto che Chiambretti, anche lui in seconda serata, non ospitasse politici e che "Excalibur" di Antonio Socci su Rai Due andasse in onda il venerdì anziché il giovedì, per non dire della perenne conflittualità con Michele Santoro quando gli era ancora consentito di stare in televisione. Per carità, mi devono aver raccontato fandonie".
13 - Ettore Adaberto Albertoni: «Socci ha il merito di affrontare con competenza temi scottanti. In quanto ad Alda D'Eusanio rappresenta in questo momento un modello televisivo non compatibile col nuovo progetto culturale. Fa parte di quella che Aldo Grasso definisce la "tv piagnona". Roba da cancellare anche per il cattivo gusto di alcune battute e talune situazioni. Certi personaggi hanno una precisa vocazione televisiva? Vadano sulle tv commerciali. Il che non vuol dire che professionisti come la stessa D'Eusanio non possano riuscire in futuro a dedicarsi a progetti diversi. Ma senza coinvolgere i minori. E senza ricorrere a volgari magliette "personalizzate"».
14 - Alda D'Eusanio: «Si commenta da solo. Se il Cda decide che la D'Eusanio deve andare via, andrà via senza fare resistenze. ogni vertice d'azienda può deprezzare quello che ha. Sono due i consiglieri, giusto? oppure ho perso il conto? Quindi fanno presto a mettersi d'accorso. Posso andare via già da questa sera».
15 - Antonio Marano: «Bisogna distinguere i professionisti dalle singole trasmissioni. "Al posto tuo" è una trasmissione che rappresenta un tipo ben preciso di format. Sono certo che Alda D'Eusanio in prima serata rappresenterà una sorpresa positiva per tutti».
16 - Ettore Adaberto Albertoni: «Milano sembra aver assorbito in parte la cultura del piagnisteo. Eppure è la capitale dell'editoria, della moda, della Scala, del Piccolo Teatro. Non posso accettare che un'edizione della TgR lombarda apra, com'è accaduto giorni fa, con l'esplosione in una fabbrica di bottoni che ha provocato lievi feriti. Parliamo di una Lombardia che in termini numerici equivale al Belgio, all'Austria. Occorre cambiare una mentalità e una cultura aziendale mettendo il territorio, con tutti i suoi problemi e le sue energie positive, al centro di un servizio pubblico in cui finalmente riconoscersi».
17 - Il Comitato di redazione della TgR della Lombardia: «Apprendiamo che Albertoni, consigliere Rai nonché assessore alla Cultura della regione Lombardia si è auto-nominato direttore della TgR. In un passaggio dell'intervista, infatti, Albertoni afferma di "non poter accettare un'edizione della TgR Lombardia che apra con un'esplosione in una fabbrica di bottoni che ha provocato lievi feriti". Noi non possiamo accettare che un consigliere di amministrazione si sostituisca alla legittima direzione della testata e della redazione decidendo lui con che cosa sia giusto o sbagliato aprire un telegiornale...».
18 - Maurizio Costanzo: «Che ne sa della Rai lui che è appena arrivato? Io alla Rai ci sono andato 20 anni fa. Il mio ritorno è un pensiero come tanti, come pensare di scappare con Sharon Stone. Ma sono talmente vincolato che non posso farlo. Il signor Albertoni, di cui mi sfuggono le opere nello specifico televisivo, che ne sa se in Rai c'è posto o no? Mica stiamo in tram».
19 - Rai, comunicato ufficio stampa: «Stupisce che un quotidiano autorevole come il Financial Times ospiti giudizi così grossolani della tv italiana, a prescindere dagli slogan e dalle interpretazioni politiche dell'autore del servizio. La Rai si limita a sottolineare che la qualità della sua programmazione è testimoniata dal crescente consenso dei telespettatori. La migliore risposta ai giudizi del signor Jones è rappresentata da dati inoppugnabili: non a caso la Rai è il primo servizio pubblico d'Europa malgrado abbia il canone più basso. E ancora, lo scorso anno gli abbonati sono cresciuti di 415 mila unità (115 mila in più delle previsioni con una riduzione dell'evasione) e ciò non succedeva da tempo».
20 - Gerry Scotti: «Ognuno deve sciacquarsi i panni nei propri fiumi e mi sembra che il Tamigi non sia poi così pulito»
21 - Maurizio Costanzo: Il giornalista del Financial Times Tobias Jones «dimentica probabilmente che la televisione inglese non è questo trionfo di eleganza. Quando vuole, se viene qua facciamo un confronto. Lui aveva vissuto alcuni anni a Parma e poi ha scritto un libro sulla invivibilità delle città italiane. Ma come? Parma è una delle città dove si vive meglio: deve essere un po´ sconvolto questo Jones. Non gli rivolgo nemmeno un saluto, gli dico solo: ognuno pensi alle tv di casa propria, non venga a dare lezioni, anche perchè, per quanto mi riguarda non gli riconosco alcun titolo, non credo che sia critico televisivo».
22 - Da L'Unità: "Nepotismo? Chiamiamolo «nuorismo». Un'interrogazione di tre senatori dell'Ulivo (Loredana De Petris, Esterino Montino, Cinzia Dato) sottolinea l'assunzione a RaiNet di Sandra Maria Jorge Santos Steinert, l'11 novembre 2001. Appena un mese prima aveva sposato Luigi Saccà, figlio dell'allora direttore di RaiUno. Ma come, chiedono i tre parlamentari ai ministri Tremonti e Gasparri, ancora lo scorso anno Gasparri denunciava che «bisogna smetterla con il nepotismo dell'Ulivo, che la parentela non può diventare un diritto di accesso in Rai« o in società collegate. Ci sono o no - chiedono i tre senatori, non senza malizia - regolamenti interni che vietano l'assunzione in azienda di affini e parenti di dirigenti Rai? Agostino Saccà, «disgustato», si autoassolve: «non so quando mia nuora sia stata assunta. Ma ha partecipato a una selezione con altre 5 persone quando era la fidanzata di mio figlio e io ero semplice responsabile del marketing. L'ha superata perché è laureata con il massimo dei voti in architettura e parla 5 lingue. Ora è una impiegata a 900 euro al mese. Dov'è lo scandalo?».
23 - Bruno Vespa: "Quest'anno, il nostro traino è del 12,17 per cento; quello di Costanzo del 13,63 per cento. Come si vede, lui parte costantemente in vantaggio, ma perde nel confronto. Questa'anno Costanzo ha perso 36 volte contro 19".
Dagospia.com 20 Gennaio 2003
2 - Bruno Vespa: "Nella mia ingenuità di montanaro, pensavo che i nostri approfondimenti «pesanti» fossero quelli sulla legge Cirami, la clonazione riproduttiva, la legge finanziaria, la devoluzione, la visita del Papa al Parlamento e così via. Scopro invece dal direttore di Canale 5 di fare una tv «troppo intrusiva». E pensare che ritenevo un po' intrusivi proprio i programmi di Costanzo: la signora Altea che parla con i parenti morti degli ospiti (19 novembre), il difficile rapporto degli uomini con il proprio organo sessuale (23 novembre), gli spogliarelli privati di Cava dei Tirreni a beneficio di fidanzati e mariti (9 aprile), le storie di amanti travestiti (30 gennaio), gli scambi di coppia, i travestimenti sessuali, i riti sadomaso e quant'altro. Prendo atto che mi sbagliavo"
3 - Maurizio Costanzo: "«E' normale difendere il proprio lavoro. Retequattro propone spesso film pruriginosi che attirano pubblico giovane, Italia 1 programmi comici». Il mio è, per certi aspetti, lo stesso pubblico di quelle pellicole e di quegli show. La Rai fa quello che vuole, ma in Mediaset potrei avere il privilegio di una consultazione».
4 - Antonio Baldassarre: «Costanzo in Rai? Mi sembra un'ipotesi di quarto tipo della sintassi greca. Insomma, talmente astratta che non c'è».
5 - Maurizio Costanzo: "Il più divertente di tutti è stato il presidente della Rai Baldassarre. Dal momento che il "Corriere" aveva scritto che io pensavo a un ritorno in Rai, fate attenzione: pensavo, il numero uno della Rai si è abbandonato ad una dichiarazione che concludeva con la certezza che non c'era nemmeno l'ipotesi. Si tranquillizzi, il Presidente, il giornale ha scritto "pensavo" ed io non ho nemmeno confermato questo pensiero. E' divertente, però, Baldassarre perché interviene quando in molti si sono espressi e si abbandona a dichiarazioni definitive. Lo ha fatto con Maria De Filippi quando, superata l'ipotesi, qualcuno lavorava a ché Maria conducesse il dopo festival sanremese. Il numero uno ha detto, categoricamente: "no". Chiuso nel bunker del settimo piano, Baldassarre testimonia irritabilità e si lascia andare con frequenza a intemerate che (anche la mia è una ipotesi) non ritengo accrescano la sua autorevolezza. Ma Baldassarre tutto questo non lo sa perché, come dichiarò una volta al governo della Rai, lui di televisione ne ha sempre vista poca. Domani è un altro giorno".
6 - Ettore Adaberto Albertoni, consigliere di area leghista: «Penso al caso Costanzo, il quale fa sapere di aver avuto contatti con la Rai. Ma la Rai non è un taxi che si prende o si lascia quando si vuole. Siamo contrari alla rissa in tv. E proprio Costanzo ha rivendicato due giorni fa la paternità di quel genere tv. Lui e la signora Maria De Filippi sono due seri professionisti che, per i loro prodotti, appartengono sicuramente alla concorrenza. La Rai non ne ha bisogno».
7 - Piero Chiambretti: «Sono solidale con il re incontrastato del talk show ma la concorrenza interna fa parte del gioco. Più si va in alto, più si dà fastidio».
8 - Bruno Vespa: «Se per la prima volta Costanzo non può muovere il palinsesto Mediaset a suo uso e consumo, mi dispiace».
9 - Ettore Adaberto Albertoni: «Il Consiglio non può leggere sui giornali che un direttore di rete come Fabrizio del Noce o un conduttore come Pippo Baudo buttano lì la proposta di affidare al deputato Vittorio Sgarbi la conduzione del dopo-festival di Sanremo senza nemmeno consultare i vertici. Il Cda deve applicare alcune deliberazioni, anche precedenti a questa gestione, che disciplinano negativamente l'uso dei politici nei programmi. Massima stima per Sgarbi storico dell'arte ma c'è un metodo che vale per tutti. Nessuno escluso. Tutti liberi di ideare. Ma le verifiche aziendali sono doverose. E si fanno prima di decidere».
10 - Davide Parenti, autore delle Iene: «Non può avercela con noi. Andiamo in onda da sei anni e per di più siamo stati anche scioccamente sospesi in questo periodo. Un migliore coordinamento non guasterebbe: i film di Retequattro vanno in onda il giovedì, anche contro di noi».
11 - Enrico Bertolino: «Bisogna abituarsi alla suddivisione della platea: è capitato anche ad altri, ma Costanzo ha la chance che non è mai monotematico».
12 - Maurizio Costanzo: "Più di dieci anni fa cercai di contrappormi ai "Bellissimi" di Retequattro invitando a trovare una programmazione "zebrata" per temi con il mio show. Anche Bruno Vespa (grande esperto di marketing) mi risulta, ma la notizia deve essere verosimile e non vera, stante le sue repliche, abbia chiesto ed ottenuto che Chiambretti, anche lui in seconda serata, non ospitasse politici e che "Excalibur" di Antonio Socci su Rai Due andasse in onda il venerdì anziché il giovedì, per non dire della perenne conflittualità con Michele Santoro quando gli era ancora consentito di stare in televisione. Per carità, mi devono aver raccontato fandonie".
13 - Ettore Adaberto Albertoni: «Socci ha il merito di affrontare con competenza temi scottanti. In quanto ad Alda D'Eusanio rappresenta in questo momento un modello televisivo non compatibile col nuovo progetto culturale. Fa parte di quella che Aldo Grasso definisce la "tv piagnona". Roba da cancellare anche per il cattivo gusto di alcune battute e talune situazioni. Certi personaggi hanno una precisa vocazione televisiva? Vadano sulle tv commerciali. Il che non vuol dire che professionisti come la stessa D'Eusanio non possano riuscire in futuro a dedicarsi a progetti diversi. Ma senza coinvolgere i minori. E senza ricorrere a volgari magliette "personalizzate"».
14 - Alda D'Eusanio: «Si commenta da solo. Se il Cda decide che la D'Eusanio deve andare via, andrà via senza fare resistenze. ogni vertice d'azienda può deprezzare quello che ha. Sono due i consiglieri, giusto? oppure ho perso il conto? Quindi fanno presto a mettersi d'accorso. Posso andare via già da questa sera».
15 - Antonio Marano: «Bisogna distinguere i professionisti dalle singole trasmissioni. "Al posto tuo" è una trasmissione che rappresenta un tipo ben preciso di format. Sono certo che Alda D'Eusanio in prima serata rappresenterà una sorpresa positiva per tutti».
16 - Ettore Adaberto Albertoni: «Milano sembra aver assorbito in parte la cultura del piagnisteo. Eppure è la capitale dell'editoria, della moda, della Scala, del Piccolo Teatro. Non posso accettare che un'edizione della TgR lombarda apra, com'è accaduto giorni fa, con l'esplosione in una fabbrica di bottoni che ha provocato lievi feriti. Parliamo di una Lombardia che in termini numerici equivale al Belgio, all'Austria. Occorre cambiare una mentalità e una cultura aziendale mettendo il territorio, con tutti i suoi problemi e le sue energie positive, al centro di un servizio pubblico in cui finalmente riconoscersi».
17 - Il Comitato di redazione della TgR della Lombardia: «Apprendiamo che Albertoni, consigliere Rai nonché assessore alla Cultura della regione Lombardia si è auto-nominato direttore della TgR. In un passaggio dell'intervista, infatti, Albertoni afferma di "non poter accettare un'edizione della TgR Lombardia che apra con un'esplosione in una fabbrica di bottoni che ha provocato lievi feriti". Noi non possiamo accettare che un consigliere di amministrazione si sostituisca alla legittima direzione della testata e della redazione decidendo lui con che cosa sia giusto o sbagliato aprire un telegiornale...».
18 - Maurizio Costanzo: «Che ne sa della Rai lui che è appena arrivato? Io alla Rai ci sono andato 20 anni fa. Il mio ritorno è un pensiero come tanti, come pensare di scappare con Sharon Stone. Ma sono talmente vincolato che non posso farlo. Il signor Albertoni, di cui mi sfuggono le opere nello specifico televisivo, che ne sa se in Rai c'è posto o no? Mica stiamo in tram».
19 - Rai, comunicato ufficio stampa: «Stupisce che un quotidiano autorevole come il Financial Times ospiti giudizi così grossolani della tv italiana, a prescindere dagli slogan e dalle interpretazioni politiche dell'autore del servizio. La Rai si limita a sottolineare che la qualità della sua programmazione è testimoniata dal crescente consenso dei telespettatori. La migliore risposta ai giudizi del signor Jones è rappresentata da dati inoppugnabili: non a caso la Rai è il primo servizio pubblico d'Europa malgrado abbia il canone più basso. E ancora, lo scorso anno gli abbonati sono cresciuti di 415 mila unità (115 mila in più delle previsioni con una riduzione dell'evasione) e ciò non succedeva da tempo».
20 - Gerry Scotti: «Ognuno deve sciacquarsi i panni nei propri fiumi e mi sembra che il Tamigi non sia poi così pulito»
21 - Maurizio Costanzo: Il giornalista del Financial Times Tobias Jones «dimentica probabilmente che la televisione inglese non è questo trionfo di eleganza. Quando vuole, se viene qua facciamo un confronto. Lui aveva vissuto alcuni anni a Parma e poi ha scritto un libro sulla invivibilità delle città italiane. Ma come? Parma è una delle città dove si vive meglio: deve essere un po´ sconvolto questo Jones. Non gli rivolgo nemmeno un saluto, gli dico solo: ognuno pensi alle tv di casa propria, non venga a dare lezioni, anche perchè, per quanto mi riguarda non gli riconosco alcun titolo, non credo che sia critico televisivo».
22 - Da L'Unità: "Nepotismo? Chiamiamolo «nuorismo». Un'interrogazione di tre senatori dell'Ulivo (Loredana De Petris, Esterino Montino, Cinzia Dato) sottolinea l'assunzione a RaiNet di Sandra Maria Jorge Santos Steinert, l'11 novembre 2001. Appena un mese prima aveva sposato Luigi Saccà, figlio dell'allora direttore di RaiUno. Ma come, chiedono i tre parlamentari ai ministri Tremonti e Gasparri, ancora lo scorso anno Gasparri denunciava che «bisogna smetterla con il nepotismo dell'Ulivo, che la parentela non può diventare un diritto di accesso in Rai« o in società collegate. Ci sono o no - chiedono i tre senatori, non senza malizia - regolamenti interni che vietano l'assunzione in azienda di affini e parenti di dirigenti Rai? Agostino Saccà, «disgustato», si autoassolve: «non so quando mia nuora sia stata assunta. Ma ha partecipato a una selezione con altre 5 persone quando era la fidanzata di mio figlio e io ero semplice responsabile del marketing. L'ha superata perché è laureata con il massimo dei voti in architettura e parla 5 lingue. Ora è una impiegata a 900 euro al mese. Dov'è lo scandalo?».
23 - Bruno Vespa: "Quest'anno, il nostro traino è del 12,17 per cento; quello di Costanzo del 13,63 per cento. Come si vede, lui parte costantemente in vantaggio, ma perde nel confronto. Questa'anno Costanzo ha perso 36 volte contro 19".
Dagospia.com 20 Gennaio 2003