PAROLAIO - SOLO PER MANCONI MONTANELLI C'ERA - I CHILI IN PIU' DEL MANIFESTO - ALL'UNITA' NON PIACE IL RIFORMISTA - CRISTOFERO FELTRI - UN REGIME PARTICOLARE PER SCOLA.
Pierluigi Battista per La Stampa
1 - INDRO NON C'ERA. A Luigi Manconi, solitamente misurato e cortese, deve essere sfuggita la penna di mano. Sull'Unità scrive un articolo adirato per denunciare quello che definisce «un falso storico» (e di conseguenza una cupa «narrazione mitologica»), secondo il quale il Corriere della Sera di Piero Ottone non avrebbe messo il nome di Indro Montanelli nel titolo quando quest'ultimo venne gambizzato dalle Br. Il concitato Manconi non si trattiene: «caricatura non ironicamente deformante, ma irresponsabilmente manipolatoria», «ricostruzione-fiction». E ancora, in un crescendo di indignazione: «uso pubblico delle storielle», «favolistica» e non «storiografia» dove «i protagonisti non sono Rosario Romeo e Renzo De Felice: sono Charles Perrault e i fratelli Grimm».
Che foga, che sdegno, che fremiti. «Io l'ho visto», denuncia Manconi: «Io, quel titolo del Corriere della Sera sono andato a verificarlo con i miei occhi». E che titolo ha visto con i suoi occhi il furioso Manconi? Questo: «I giornalisti nuovo bersaglio della violenza - Le Br rivendicano gli attentati». Ahi: c'è il titolo, ma non c'è il nome di Montanelli, che compare nel sommario e poi nel testo dell'articolo (ci mancherebbe altro). Ma non nel titolo. Dunque: c'era il nome di Montanelli nel titolo? No. C'era il nome di Montanelli nei titoli di tutti i giornali di quel giorno tranne il Corriere della Sera? C'era. Era una favola il ricordo dell'assenza del nome di Montanelli dal titolo del Corriere di Ottone? Non era una favola, era un ricordo vero. Giustamente Manconi sostiene che il Corriere (a differenza di tutti, ma proprio tutti i giornali) scelse di mettere in luce la simultaneità di un altro attentato a un giornalista, Vittorio Bruno e dunque di parlare di «giornalisti» e non di «quel» giornalista in particolare, chiamato Indro Montanelli. Scelta discutibile, sebbene solitaria. Resta il fatto che il nome di Montanelli nel titolo non c'era. Non c'era. Non c'era. Perché adirarsi? E chi crede alle (proprie) favole?
2 - CHILI. A Ida Dominijanni, giornalista e femminista storica, non è piaciuto il libro di Hillary Clinton, dal «titolo megalomane «Living History»: ne scrive sul Manifesto, denunciando «l'accorto uso del bilancino politico e sentimentale». Poi, però, accenna alla relazione dell'ex presidente con un'«improvvida stagista sovrappeso». E che c'è di male nel «sovrappeso»? E non è curioso che di una donna sia notato «il sovrappeso», il suo essere un po' cicciottella? Non c'è una punta di disprezzo in quel «sovrappeso». Urge rigurgito femminista.
3 - RIFORME ISTITUZIONALI. All'Unità non piace Il Riformista, proditoriamente incluso in un elenco di giornali «di destra». Ma nel corso di una replica risentita che l'Unità dedica al Riformista sui temi del mercato del lavoro, i toni s'accendono. Avendo il Riformista sostenuto che «quelle di Elia e Scalfaro sono sottigliezze costituzionali», nel corsivo l'Unità scrive: «siete disposti a ripetere la frase in pubblico (mettiamo: il pubblico di una festa dell'Unità)?». Salto di qualità. Il minaccioso invito non assomiglia forse ad alcune espressioni di sfida un auge tra i litigiosi un po' maneschi: «ridillo, se hai il coraggio», «vediamoci fuori», «vieni fuori, fifone», «dopo facciamo i conti», «se lo ridici, ti sdereno», «non la passi liscia», «fatti sotto», «te lo faccio così»? Urgono padrini per duello all'alba, rigorosamente bipartisan.
4 - PARTICOLARE. Al regista Ettore Scola decisamente non piacciono i tempi odierni. Presentando il restauro di uno dei film più belli del cinema italiano, Una giornata particolare, Scola scopre un'analogia tra l'epoca in cui il film è ambientato, il fascismo, e quella di oggi: «Anche allora la propaganda del regime non lasciava alcuna libertà di stampa». Come sarebbe a dire «anche allora»? Oggi non c'è la libertà di stampa? Oggi i giornali preferiti da Scola non escono? Oggi non ci sono elezioni in cui lo schieramento di Scola vince, anzi stravince? «Anche allora»? Ma allora che?
5 - PINTA. A Giampiero Cantoni piacciono i paragoni arditi. Riferisce Libero che nella cerimonia in cui è stata conferita a Vittorio Feltri (auguri) la laurea honoris causa all'Università S. Pio V di Roma, Cantoni ha indicato nel direttore di Libero «il Cristoforo Colombo della politica». Cristoforo.
Dagospia.com 17 Giugno 2003
1 - INDRO NON C'ERA. A Luigi Manconi, solitamente misurato e cortese, deve essere sfuggita la penna di mano. Sull'Unità scrive un articolo adirato per denunciare quello che definisce «un falso storico» (e di conseguenza una cupa «narrazione mitologica»), secondo il quale il Corriere della Sera di Piero Ottone non avrebbe messo il nome di Indro Montanelli nel titolo quando quest'ultimo venne gambizzato dalle Br. Il concitato Manconi non si trattiene: «caricatura non ironicamente deformante, ma irresponsabilmente manipolatoria», «ricostruzione-fiction». E ancora, in un crescendo di indignazione: «uso pubblico delle storielle», «favolistica» e non «storiografia» dove «i protagonisti non sono Rosario Romeo e Renzo De Felice: sono Charles Perrault e i fratelli Grimm».
Che foga, che sdegno, che fremiti. «Io l'ho visto», denuncia Manconi: «Io, quel titolo del Corriere della Sera sono andato a verificarlo con i miei occhi». E che titolo ha visto con i suoi occhi il furioso Manconi? Questo: «I giornalisti nuovo bersaglio della violenza - Le Br rivendicano gli attentati». Ahi: c'è il titolo, ma non c'è il nome di Montanelli, che compare nel sommario e poi nel testo dell'articolo (ci mancherebbe altro). Ma non nel titolo. Dunque: c'era il nome di Montanelli nel titolo? No. C'era il nome di Montanelli nei titoli di tutti i giornali di quel giorno tranne il Corriere della Sera? C'era. Era una favola il ricordo dell'assenza del nome di Montanelli dal titolo del Corriere di Ottone? Non era una favola, era un ricordo vero. Giustamente Manconi sostiene che il Corriere (a differenza di tutti, ma proprio tutti i giornali) scelse di mettere in luce la simultaneità di un altro attentato a un giornalista, Vittorio Bruno e dunque di parlare di «giornalisti» e non di «quel» giornalista in particolare, chiamato Indro Montanelli. Scelta discutibile, sebbene solitaria. Resta il fatto che il nome di Montanelli nel titolo non c'era. Non c'era. Non c'era. Perché adirarsi? E chi crede alle (proprie) favole?
2 - CHILI. A Ida Dominijanni, giornalista e femminista storica, non è piaciuto il libro di Hillary Clinton, dal «titolo megalomane «Living History»: ne scrive sul Manifesto, denunciando «l'accorto uso del bilancino politico e sentimentale». Poi, però, accenna alla relazione dell'ex presidente con un'«improvvida stagista sovrappeso». E che c'è di male nel «sovrappeso»? E non è curioso che di una donna sia notato «il sovrappeso», il suo essere un po' cicciottella? Non c'è una punta di disprezzo in quel «sovrappeso». Urge rigurgito femminista.
3 - RIFORME ISTITUZIONALI. All'Unità non piace Il Riformista, proditoriamente incluso in un elenco di giornali «di destra». Ma nel corso di una replica risentita che l'Unità dedica al Riformista sui temi del mercato del lavoro, i toni s'accendono. Avendo il Riformista sostenuto che «quelle di Elia e Scalfaro sono sottigliezze costituzionali», nel corsivo l'Unità scrive: «siete disposti a ripetere la frase in pubblico (mettiamo: il pubblico di una festa dell'Unità)?». Salto di qualità. Il minaccioso invito non assomiglia forse ad alcune espressioni di sfida un auge tra i litigiosi un po' maneschi: «ridillo, se hai il coraggio», «vediamoci fuori», «vieni fuori, fifone», «dopo facciamo i conti», «se lo ridici, ti sdereno», «non la passi liscia», «fatti sotto», «te lo faccio così»? Urgono padrini per duello all'alba, rigorosamente bipartisan.
4 - PARTICOLARE. Al regista Ettore Scola decisamente non piacciono i tempi odierni. Presentando il restauro di uno dei film più belli del cinema italiano, Una giornata particolare, Scola scopre un'analogia tra l'epoca in cui il film è ambientato, il fascismo, e quella di oggi: «Anche allora la propaganda del regime non lasciava alcuna libertà di stampa». Come sarebbe a dire «anche allora»? Oggi non c'è la libertà di stampa? Oggi i giornali preferiti da Scola non escono? Oggi non ci sono elezioni in cui lo schieramento di Scola vince, anzi stravince? «Anche allora»? Ma allora che?
5 - PINTA. A Giampiero Cantoni piacciono i paragoni arditi. Riferisce Libero che nella cerimonia in cui è stata conferita a Vittorio Feltri (auguri) la laurea honoris causa all'Università S. Pio V di Roma, Cantoni ha indicato nel direttore di Libero «il Cristoforo Colombo della politica». Cristoforo.
Dagospia.com 17 Giugno 2003