E SE L'ITALIA SE LI MERITASSE I SAVOIA?
ZUPPA DI NOZZE DA NOTTE DEI TELEGATTI MISTO A TEVERE BLU
"NON ME L'ASPETTAVO COSI' CAFONE, C'E' ANCHE L'AUTISTA DI MIO ZIO"

Reportage fotografico Umberto Pizzi




- E se l'Italia se li meritasse, i Savoia? Se fossero loro, al dunque, i modelli vincenti di un Paese divenuto spaventosamente ricco e spudorato, ignorante e materiale, cialtronesco e litigiosissimo? (Ceccarelli, La Stampa)

- La Cenerentola che si è divorata il principe in un sol boccone, come fosse lui Cappuccetto Rosso e lei il lupo, appariva bella e sapiente, ironica e matura, mentre diceva sì al bel ragazzo sudato ed emozionato, intimidito e innocuo che le stava accanto nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, proprio alle cinque della sera, ora solitamente menagramo, almeno per i poeti. (Aspesi, la Repubblica)

- E invece hanno fatto le cose in grande, se non in grandioso, altro che understatement. Anche se difficilmente quello del matrimonio Savoia può essere definito un parterre de rois. A sfilare sul tappeto rosso fra due siepi di fotografi in visibilio è un´umanità più da notte dei Telegatti misto a Tevere Blu che non da Gotha e da sponsale blasonato. L´unico principe ereditario è Alberto di Monaco, in un tight pesantissimo genere spigato siberiano. Ecco Alba Parietti con il suo prence siciliano, in tenuta da soubrette: un abito di chiffon ghiaccio nudissimo che rivela il seno. Ecco Johnny Halliday, con i colpi di sole e una compagna giovane quanto basta, in nero con la pancia nuda. Pierre Cardin è in alta uniforme di Accademico di Francia: sembra mascherato. Valentino, autore dell´abito da sposa, in tight e abbronzatissimo, saluta e lancia baci alla folla e sembra l´imitazione del suo sosia. Maurizio Raggio, fidanzato storico della contessa Augusta, minuscolo e sorridente, è in versione ex faccendiere oggi tutto buoni sentimenti, e dirà di essersi commosso. C´è una bellona, chi è? La ragazza-spot di "Cerbiatto, il cornetto appena fatto". Chissà che cosa avrebbe detto Maria Josè di queste nozze. (Laurenzi, la Repubblica)

- Quando Vittorio Emanuele si avvicina alla gente che lo applaude all'uscita della chiesa ha l'aria stupita e chiede: «Ma che dite, ce l'hanno con me o con Johnny Hallyday?». Il cantante francese, suo grande amico, è lì accanto, gli dà una pacca sulla spalla e in francese gli dice. «Vogliono te, dai saluta...». (Corbi, La Stampa)

- E´ lui che si commuove, non lei. E´ lui che piange, lei al massimo tira fuori il fazzoletto. Il bouquet di rose aperte, edera e orchidee è grande e voluminoso, studiato per nascondere la pancia. Lei dimostra dieci anni più di lui, pallidissima, gli occhi sottili, le labbra strette. Emanuele Filiberto sembra un ragazzo, e in chiesa lo accoglie lo scroscio di un lungo applauso. (Laurenzi, la Repubblica)

- La corona - Clotilde l'aveva tanto desiderata e la stava perdendo dentro una scatola di scarpe. Per nasconderla meglio era stata poggiata nella stanza di una dama del seguito in una scatola qualunque. Tanto qualunque che poi non si trovava più. Momenti di panico per quel diadema che Maria Teresa di Sardegna regalò a sua nuora. Ritrovata la corona per ironia della sorte non sono mai arrivate le scarpe che andavano abbinate al vestito. Clotilde indossava scarpe in tessuto diverso. (Sotis, Corriere della sera)

- «Si capisce che tutto il matrimonio è pagato da Sky news, che ha ottenuto l'esclusiva». Lo dice l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, intervistato dal Tg2 sul matrimonio. «Sono due ragazzi che a mio avviso avrebbero fatto meglio a sposarsi in una cappelletta dell'originaria Savoia». Cossiga dice perché non ha partecipato al matrimonio: «Io sono repubblicano e un mio avo, Efisio Tola, è stato condannato a morte nel 1833 a Chambéry. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune insieme ad altri carabinieri, granatieri e militari della Brigata Cremona. La condanna a morte fu approvata dal re Carlo Felice, famoso reazionario». (La Stampa)

- Vittorio Emanuele, disfatto dalla giornata, è accasciato su una sedia del bar dell'Hotel Exedra, si fa servire vino bianco e parla: «Una delle cose che più mi ha colpito in questi giorni è stata la lettera di Ciampi, indirizzata proprio a me. Non un biglietto, ma una lunga lettera in cui mi spiega che è dispiaciuto di non poter partecipare alla cerimonia e mi fa gli auguri più affettuosi. Veramente parole toccanti».

- Sembrava di stare nei giorni della moda. Tutto ciò che circolava aveva un nome. Gli amici avevano in dono il nuovo profumo di Antonio Fusco. La macchina degli sposi era data, in gentile concessione, dalla Royal Car. Il vestito della sposa era un'indimenticabile belluria di Valentino, ma l'elegante tailleur della suocera di lei era un Gai Mattiolo. Le cravatte degli ospiti erano di Pal Zileri. E il nettare dedicato agli sposi era uno spumante piemontese di Giulio Cocchi. Tutti ci volevano essere e quasi tutti c'erano, l'atmosfera nuziale certo ne ha perso. Sembrava di stare nella settimana della moda. (Sotis, Corriere della sera)

- Il lignaggio? Scarso. I politici? Assenti (tranne il diabolico Schifani). E poi: chi ricordava nonno Umberto che singhiozzava leggendo "Le vie d'Italia" e che non doveva morire in esilio ma avrebbe dovuto tornare in Italia almeno dal '57. Un po' troppo snob le sorelle dello sposo, tranne Maria Beatrice che si sono date malaticce. E il cedro del Libano chiesto in regalo? Più costoso di un quadro d'autore. E l'esclusiva fotografica blindata? Potevano almeno devolvere qualcosa in beneficenza. (Aspesi, la Repubblica)

- «Non me lo aspettavo così cafone, c'è anche l'autista di mio zio», si stupisce la principessa, navata destra, settore blu (banchi di seconda scelta). Intende il matrimonio. Ovvero le zeppe bianche di Clotilde, stile Elton John. Il candore virginale del suo vestito su una pancia di sei mesi coperta dal bouquet rinforzato. Certi tight che penzolano addosso ai cavalieri di baricentro basso. Le penne di fagiano, le piume, le velette, i leopardati, i fiori finti e i seni pure di certe invitate, Alba Parietti che non porta biancheria (a parte un tanga) e ha tanto freddo sotto al satin. Camilla di Borbone con fiocchi arancio tra i capelli che sembrano bigodini, lo chignon rasta di un monsieur, le meches di Johnny Halliday e la sua moglie-bambina (la quarta) con la pancia scoperta tra i monsignori, l'odore di naftalina delle uniformi tirate fuori dall'armadio, i puff dorati per Filiberto e Clotilde. Il cellulare che suona durante l'eucarestia, la chiesa che sarà pure legata a ricordi di famiglia, ma che sta dietro la stazione e sotto i voli degli storni. La guida rossa troppo stretta e si vedono le strisce pedonali. Il rinfresco con ressa e tutto per qualche tartina, il prelato col cartoccio dei fritti, le invitate che, in mancanza di corone, si fanno la foto ricordo col principe Giovanelli. Aristocraticamente verace la principessa Marilise Windish Graetz quando esce dalla basilica sbuffando di caldo: «Una doccia, mi ci vuole una doccia». (Cavalli, Corriere della sera)

- Dal simpatico evento rosa, con buon gusto, era stato eliminato qualunque riferimento regale se non per Vittorio Emanuele e Signora sistemati su due specie di troni d'oro e velluto rosso: anche per l'ovvia assenza di re, regine e principi ereditari, tranne il paffuto Alberto di Monaco e il principe del Marocco definito molto "etnochic". Cosicché il matrimonio pareva semplicemente quello tra uno sportivo e una attrice, quali infatti i due sposi sono: momento quindi molto mediatico, anche per "Striscia la notizia" o "Le Iene". E non osando nessuna rete nazionalberlusconista trasmettere la diretta, per non esagerare in velinismo, pochi fortunati hanno potuto seguirla su Skynews 24, mentre a Roma la folla rumoreggiava come sempre fa per le storie d'amore che finiscono in gloria, e per l'arrivo di Alba Parietti con fidanzato principe, della regina del gossip di carta stampata Silvana Giacobini, di Massimo Gargia, reperto archeologico della mondanità anni '50, tutte personalità che davano un tocco da massaia alla grande cerimonia. (Aspesi, la Repubblica)

- La vedova Balthus è in kimono. Cesara Buonamici sfoggia un tailleur a rose giganti. Sofia d´Asburgo minimalista in beige, l´attore francese Jean Rochefort ("Il marito della parrucchiera") ha un´aria spaesata. Francesco Caltagirone felicissimo di esserci. Alejandra de Andia, ex dello sposo, sembra parecchio seccata. Chissà se il principe Lillio Ruspoli parla a nome di tutta la nobiltà quando sentenzia: «E´ una bella favola, ma sinceramente penso che le donne dovrebbero ancora oggi arrivare caste al matrimonio». Alessandra Borghese, ex signora Niarkos, si dice incantata dall´omelia sul valore dell´amore. Marina Doria, minimalista alla sua maniera in tailleur verde marcio tempestato di piume e di cristalli Svarowsky, sospira: «Sono giovani, belli, felici, questa è l´unica cosa che conta». (Laurenzi, la Repubblica)

- Chissà. Un Paese che si prende sul serio non dovrebbe prendere troppo sul serio i Savoia. O almeno: potrebbe ignorare le finte sorprese e le favole preconfezionate dai loro instancabili pierre, magari evitando pure di reclamizzare gli alberghi di cui l'erede e novello sposo, già corridore di moto d'acqua, intrattenitore televisivo e testimonial di sottaceti, parla come su un «dépliant». Ma se questo non avviene, se una certa Italia mediatica, curiale e semi-istituzionale regala alla sua ex dinastia un minimo d'interesse e di riconoscimento, forse non è perché l'ha perdonata, ma perché in qualche modo la sente simile nei suoi nuovi valori: bellezza fisica, improntitudine hi-tech, celebrazione del consumo, astuzia predatoria e spettacolare. (Ceccarelli, La Stampa)

- "Un'etichetta osservata a metà" ci spiega Ginevra Giovanelli, nipote del principe Carlo Giovanelli, veterano della mondanità oltre che intimo di casa Savoia. "Per via della sposa che..." e con le braccia Ginevra mima un pancione. "Insomma, è al settimo mese di gravidanza e giustamente Marina Doria ha 'allegerito' l'etichetta: tutto sommato sono proprio nozze riparatrici...". (Alessandra Retico, Repubblica.it)

- Intanto, in studio, esperti di villanate ne dicevano in continuazione, commentando da gentiluomini (e una sola gentildonna), vuoi la sciarpa che nascondeva le rughe del collo della madre dello sposo e la sua pochette d'oro, da evitare, sia il fatto che quella sposina malandrina era una donna così indipendente e libera da aver girato nuda in molti film e da farsi accompagnare per anni dal pestifero Guillaume Depardieu, figlio ripudiato dal padre Gerard. E poi, pronti a commentare i vistosi errori di etichetta, di sposi, parenti, testimoni, invitati, neanche si fossero trovati a giudicare le nozze tra Bokassa e una delle sue dattilografe. Alberto di Monaco? Tight troppo chiaro. La mamma della sposa? Sbagliato sia il gioiello che il blu elettrico dell'abito. L'eleganza romana? Anni luce da quella parigina. (Aspesi, la Repubblica)

- C'è scappato anche un allarme bomba nel giorno del matrimonio del rampollo di casa Savoia. L'allarme è scattato all'angolo tra piazza della Repubblica e via Emanuele Filiberto per il ritrovamento, avvenuto ieri pomeriggio alle 16.45, di una valigia sospetta all'interno di un gabbiotto di sorveglianza in un ufficio della zona. La polizia è intervenuta con la squadra antisabotaggio per verificare la segnalazione. Secondo alcune testimonianze la valigetta era stata infatti lasciata da una donna intorno alle 14. Dopo i controlli degli investigatori l'allarme è rientrato. Disagi anche agli automobilisti .«Tornate a Ginevra» ha gridato, esasperato, un automobilista passando davanti alla chiesa, dopo avere atteso a lungo che si esaurisse l'arrivo degli invitati. (Vivere Roma, La Stampa)

- Si scambiano gli anelli ed è lei a volerlo baciare: due piccoli baci sulle guance, salutati da un altro applauso, come a teatro. Segue, da parte di lei, un tenero buffetto. Quando pronuncia la formula di rito (l´ha voluta imparare a memoria) offre alla platea con la sua voce limpida e tesa e l´irresistibile accento francese una grande prova di recitazione: dosa le pause, abbassa lo sguardo, lo rialza con intensità, attanaglia una mano di lui con la destra, mentre la sinistra è adagiata dolcemente a proteggere il ventre. "Visto che brava? Una grande attrice!", brinderà poi, entusiasta, al bar dell´hotel Exedra il neo-suocero Vittorio Emanuele. (Laura Laurenzi, la Repubblica)


Dagospia.com 26 Settembre 2003