franceschini bettini

“DIVISI? NO, DIVERSAMENTE UNITI” - GOFFREDO BETTINI SPOSA L’IDEA DI FRANCESCHINI DI FAR CORRERE DIVISI I PARTITI DI CENTROSINISTRA ALLE ELEZIONI, CERTIFICANDO L’INCOMPATIBILITA’ DI PD, M5S E CENTRISTI: “SIAMO IN GRADO, PRIMA DEL VOTO, DI METTERE INSIEME TUTTE LE DIVERSITÀ SU UN PROGRAMMA DI GOVERNO E SU UNA LEADERSHIP? NO. SAREBBE UTILE STRINGERLE FINO A FARLE ESPLODERE, A TUTTO VANTAGGIO DI MELONI? ANDREMMO INCONTRO A UNA SCONFITTA. NEI COLLEGI UNINOMINALI SI POTREBBERO INDIVIDUARE CANDIDATURE DI ALTO PRESTIGIO SOSTENUTE DA TUTTI. DOPO IL VOTO, SI DECIDEREBBERO LE COSE DA FARE, UN PROGRAMMA DI LEGISLATURA, UNA COMPOSIZIONE DI GOVERNO E LA LEADERSHIP…”

Estratto dell’articolo di Daniela Preziosi per https://www.editorialedomani.it

 

GOFFREDO BETTINI

«Condivido l’ispirazione di Dario Franceschini, ha svolto un ragionamento intelligente per far crescere le probabilità di vittoria del centrosinistra». Goffredo Bettini, fondatore del Pd e, nella scorsa stagione, fra i padri dell’alleanza giallorossa, ragiona sulla proposta elettorale dell’ex ministro (la tagliamo grossa: un patto per l’uninominale senza accordo di programma) che ha agitato il centrosinistra.

 

ROMANO PRODI - DARIO FRANCESCHINI - FOTO LAPRESSE

«Io, del resto, ho parlato più volte della necessità di costruire la nostra alleanza a “maglie larghe”. Il Pd, grazie a Elly Schlein, non dimentichiamolo mai, cresce in tutti i sondaggi; la sinistra di Avs combatte al meglio; il M5s è stato attraversato da una tempesta che lo ha scosso dalle fondamenta. Conte ha resistito e ha vinto […] Ma è evidente che il recupero passa per un rafforzamento dell’identità, autonomia e persino intransigenza di M5s. Così come il soggetto di “centro” è ancora tutto da pensare e realizzare. […] Siamo in grado, prima del voto, di mettere insieme su un programma di governo e su una leadership tutte queste diversità?».

DARIO FRANCESCHINI INTERVISTATO SU REPUBBLICA

 

No, sostiene Franceschini.

E allora sarebbe utile stringerle fino a farle esplodere in ripetuti conflitti che sfocano l’immagine della nostra parte, a tutto vantaggio di Meloni? Rischierebbe di impazzire la maionese, come accadde a Enrico Letta, provocando una sconfitta che si sarebbe potuta evitare. Dieci anni di Meloni sarebbero uno sradicamento storico e permanente della Repubblica.

 

Significa rinunciare alla proposta di un’altra Italia, che non sta a destra?

No, ma a certe condizioni. Se si lasciano le forze democratiche a briglie più sciolte, ognuno si impegnerà su propri temi, quelli convincenti agli occhi del proprio elettorato. Naturalmente occorre continuare a praticare lotte comuni su ciò che già si unisce. E nei collegi uninominali si potrebbero individuare candidature di alto prestigio sostenute da tutti. Dopo il voto, si deciderebbero le cose da fare, un programma di legislatura, una composizione di governo e la leadership. Sarà molto più facile […] Non significa andare divisi, ma diversamente uniti.

goffredo bettini. foto mezzelani gmt028

 

L’ipotesi di Franceschini sembra però togliere dal campo la premiership di Schlein. È così?

No. Al contrario dopo un successo elettorale diventerebbe naturale la sua guida del governo.

 

Non è che invece, in caso di vittoria del centrosinistra e di difficoltà a fare una maggioranza, qualcuno pensa di fare un’offerta a Forza Italia?

No. Lo escludo.

 

Ma si può chiedere a un elettore di votare senza offrire la garanzia di fare poi un governo?

[…] Il programma concreto dell’esecutivo si può contrattare dopo il voto, ma prima non si può rinunciare a una comune visione […] Non solo per difenderci, ma per mettere in campo un’idea di società, il nostro sogno alternativo. Siamo a un tornante della storia nel quale le nostre piccole e grandi differenze sono spazzate via dalla domanda che tutte le altre sovrasta e rende vane: quale sarà la nostra vita, natura, forma antropologica? Trump e Musk disegnano un orizzonte post-umano, nichilista, violento, armato dai nuovi strumenti della tecnica e della scienza.

DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN

 

Il turbocapitalismo, nelle attuali forme, impone una vita molecolare e ignara. Credo che tutti i democratici siano uniti da un’idea di società che pratichi il senso umano dell’incontro, di chi si spende contro la “cosizzazione” di tutti gli esseri viventi. […] È la parte della barricata contraria all’incubo anaffettivo di Trump e Musk.

 

Meloni sta da quella parte della barricata, e prende molti consensi.

Meloni ha conquistato consensi con il “patriottismo”. Quale “patriottismo”? Si è autovincolata ad una servitù atlantista e al dominio dell’ultradestra Usa; è una falsa europeista perché tenta di squilibrare l’Europa legittimando i sovranisti, i violenti e i neonazisti. Infine, spinge l’Italia all’irrilevanza, rinunciando ad una sua autonomia e una sua politica estera.

romano prodi elly schlein

 

Il centrosinistra unito sui “no”?

Ci unisce […] la lealtà verso la Costituzione […] Andare al voto con questo patto patriottico, repubblicano, di liberazione umana è necessario e possibile. Un vincolo che raccolga le splendide parole dell’arcivescovo di Milano Delpini, la tradizione socialista, cattolica, laica del Pd, la politica fondata sulla partecipazione del Movimento 5 stelle, la modernizzazione giusta di un’area di centro […] mi piacerebbe che Romano Prodi[…] si incaricasse di scrivere un manifesto, capace di racchiudere questo sentimento di alternativa.

prodi schlein

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”