A2A, PISAPIA VA VIA (MA SOLO PER IL 2,5%) - OK DEL COMUNE DI MILANO ALLA VENDITA DELLE AZIONI - MA E’ POLEMICA SUL RICAVATO, SUL SUPERAMENTO DEL SISTEMA DUALE E SULLE CONSULENZE

Carlotta Scozzari per Dagospia

E' solo nella notte che il consiglio comunale di Milano è riuscito a sbloccare l'impasse su A2a. L'organo dell'ente locale, guidato dal sindaco del centro-sinistra Giuliano Pisapia, alle 2.00 di notte, con 28 voti favorevoli, 5 contrari e 5 astenuti, ha dato il via libera alla delibera relativa alle nuove linee guida del patto di sindacato tra i comuni di Milano e di Brescia sulla multi utility lombarda. Il patto prevede che ogni comune rimanga azionista con il 25% e una azione a testa, mentre la quota eccedente di azioni, pari al 2,5% per l'ente meneghino, sarà messa sul mercato secondo le procedure previste dalla legge nel 2014.

E' inoltre previsto che in A2a si superi la governance duale, con il ritorno a un unico consiglio di amministrazione di 12 elementi rispetto agli attuali 23 distribuiti tra consiglio di sorveglianza e di gestione. "Questa scelta - afferma una nota di Palazzo Marino - comporterà un significativo risparmio oltre a una maggiore efficienza decisionale".

Ma come mai si è arrivati alla delibera soltanto in tarda notte? Tutta colpa della novantina di emendamenti presentati dai gruppi consiliari di opposizione, che avevano da ridire, fondamentalmente, sia sulla vendita delle azioni, sia sul ricavato della cessione, pari a una settantina di milioni di euro. "Nel momento in cui si decide di vendere i gioielli di famiglia - dice a Dagospia Alan Christian Rizzi, presidente del gruppo consiliare Forza Italia - si deve avere ben presente a cosa servono i soldi. Noi, che non siamo mai stati contrari alla vendita delle azioni, chiediamo che il ricavato non finisca in spesa corrente ma in opere pubbliche, come ad esempio la costruzione di strade e la realizzazione di scuole ex novo".

Nonostante le polemiche di ieri, però, nessun punto fermo è stato raggiunto in consiglio sulla destinazione delle risorse in arrivo dalla vendita. Il problema dovrebbe essere perciò affrontato in una nuova riunione in calendario per gennaio. C'è poi un'altra questione sollevata dalle opposizioni: gli 11 consiglieri di A2a che saranno "mandati a casa" con la reintroduzione della governance tradizionale. "Abbiamo chiesto - afferma Rizzi - di vedere le loro lettere di dimissioni perché, nel caso non fossero disponibili, sospettiamo che faranno una causa alla società visto che la naturale scadenza del loro mandato sarebbe stata nel 2015. Se così fosse, i risparmi ipotizzati sarebbero destinati a ridursi".

Il consiglio di ieri è terminato nella notte anche a causa della questione della consulenze. Lo stesso Rizzi, di recente, aveva promosso una interrogazione sull'incarico affidato ad Anna Puccio, la manager che secondo un recente articolo di "Libero" sarebbe amica di Cinzia Sasso, moglie di Pisapia. "La consulente - spiega il presidente del gruppo di Forza Italia del comune di Milano - avrebbe ricevuto dalla società circa 200mila euro per un progetto legato all'Expo2015 che sarebbe dovuto durare un solo anno. Una prestazione che a nostro avviso avrebbe potuto benissimo offrire un dipendente di A2a. Ma siamo contenti perché siamo già riusciti a ottenere lo scioglimento del contratto di consulenza della Puccio".

 

alan rizzi alan christian rizzi con mike tyson ADUEA

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