ALITALIA DECOLLA? SÌ, PER LE ROTTE REGIONALI! - PER RADDOPPIARE LA QUOTA, AIR FRANCE ‘’STRAPPA’’ LA NOSTRA COMPAGNIA DI BANDIERA

Antonella Baccaro per "Il Corriere della Sera"

Il destino di Alitalia potrebbe decidersi oggi in una riunione del consiglio di amministrazione del suo socio di maggioranza, Air France-Klm, che dovrebbe stabilire se accrescere la propria quota (25%) nel capitale del vettore italiano. La convocazione del board con questo ordine del giorno continua a essere negata, e difficilmente si conosceranno le reali intenzioni dei francesi a un mese dalla scadenza del lock up che vincola i soci a cedere quote solo tra loro.

In questo momento la tattica è tutto. Su Etihad, ad esempio, la compagnia emiratina di cui Alitalia aveva sondato, tramite Rothschild, l'interesse all'acquisizione di una propria quota, ultimamente è sceso il silenzio. Etihad, che è legata da un ottimo rapporto con i francesi, potrebbe in effetti affiancare Air France-Klm, ma in questo momento confermare il proprio interesse per Alitalia equivarrebbe a consentire a questa di alzare il prezzo con i francesi, con cui la compagnia emiratina verrebbe messa in competizione. Per lo stesso motivo non posso essere considerate utili a valorizzare Alitalia le voci di un interesse della russa Aeroflot, che è nel gruppo Skyteam, sempre guidato da Air France-Klm.

Comunque la si veda, sono i francesi a menare le danze, con molti dubbi. Non tanto sull'utilità di acquisire Alitalia, il cui mercato non può essere ceduto ai tedeschi di Lufthansa o agli inglesi di British Airways, quanto sull'esborso che l'operazione comporterebbe. Secondo indiscrezioni, gli olandesi sarebbero molto freddi sull'opportunità di agire, memori probabilmente dello smacco subito nel 1998, quando persero per un soffio la possibilità di comprare la compagnia italiana.

Ma non è solo un fatto d'orgoglio: Air France-Klm ha appena annunciato un nuovo piano di esodi volontari per 2.800 dipendenti, una riduzione dei voli di medio raggio, l'uscita dal programma del B747 e il differimento del pareggio di bilancio al 2014.

Non è un caso che, qualche giorno fa, la stampa francese riportasse l'ipotesi di un raddoppio della quota in Alitalia solo a condizioni durissime: nessun accollamento del debito, iniezione di capitale solo dopo un'azione simile da parte dei soci italiani e mano libera sui piani della compagnia italiana.

Lo schema potrebbe essere quello di un aumento di capitale in cui Air France-Klm sottoscriva la propria quota e (da sola o con Etihad) si faccia carico dell'inoptato. Se l'operazione fosse da 200 milioni, dovrebbe sborsarne 50 per mantenere la propria quota e fino al doppio per acquisire il controllo (mantenendosi sempre sotto il 50% per non consolidare il debito di Alitalia).

Quanto alla situazione finanziaria, la condizione potrebbe essere quella di procedere all'aumento di capitale solo quando le banche abbiano accettato di finanziare Alitalia per ulteriori 200 milioni. Cifre minime queste, per consentire a Alitalia di stare in piedi.

Circa le strategie, un potenziamento di Air France-Klm nell'azionariato liquiderebbe il piano dell'amministratore Gabriele Del Torchio nella parte che prevede un'espansione nell'intercontinentale, riportando Alitalia al «piano Fenice», quello del suo esordio, con un profilo da vettore regional.

A sentire i soci di Alitalia, preoccupati per lo più di riuscire a recuperare l'investimento fatto nel 2008, difficilmente la politica potrà cambiare questa volta il corso degli eventi. Anche se gli sviluppi dell'affaire rischiano d'impattare con un clima da campagna elettorale permanente.

Prova ne sono le dichiarazioni del capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, che ieri, a sorpresa, ha scelto di affrontare l'impatto mediatico di un'eventuale vendita ai francesi, contro cui nel 2008 Silvio Berlusconi organizzò la cordata italiana dei «capitani coraggiosi», minimizzandolo: «Se il nostro capitalismo non è stato in grado (di salvare Alitalia, ndr), penso che ci debba essere altra trasfusione di sangue». Diversa la linea dell'ex ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: «Alitalia ha bisogno di essere ricapitalizzata, ben venga quindi l'intervento di Air France-Klm se questo serve per ricapitalizzare la compagnia italiana. Certo non deve superare il 50% e pertanto serve un atto di coraggio dei soci italiani».

Il tentativo del Pdl sarà quello di evitare che il Pd gli rinfacci di aver fatto fallire la vendita ai francesi organizzata nel 2008 dall'allora premier Romano Prodi, preferendole un'operazione che è costata più di 3 miliardi di euro di soldi pubblici. Per evitare la deriva il ministro dei Trasporti pidiellino, Maurizio Lupi, sta cercando di aprire una strada diplomatica con il governo francese. Finora inutilmente.

 

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