1- MONTEZEMOLO, DELLA VALLE E PUNZO. I TRE MOSCHETTIERI ALL’ASSALTO DEI TRENI SUPERVELOCI 2- UN E-BOOK DI GIANNI DRAGONI CI REGALA UNA NUOVA PUNTATA SUL POTERE CHE FA I SOLDI (CON I SOLDI DEGLI ALTRI) E CHE IN ITALIA È RAPPRESENTATO SEMPRE DAI SOLITI NOTI 3- LA LICENZA DEI TRENI E’ UN “REGALO” AL PRESIDENTE DELLA FIAT E SOCI DEL GOVERNO PRODI CON BERSANI MINISTRO DELLO SVILUPPO E ALESSANDRO BIANCHI, ESPONENTE DEL PDCI (PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI), MINISTRO DEI TRASPORTI 4- MORALE: DOPO APPENA SETTE MESI, CON UN SOLO MILIONE DI CAPITALE, LA NTV OTTIENE IL DIRITTO DI FAR CORRERE I SUOI TRENI SENZA ALCUNA GARA, BASTA UNA FIRMA MINISTERIALE 5- BOMBASSEI, SAVIOTTI, DELLA VALE, GENERALI: ALLA SAGRA DEL CONFLITTO D’INTERESSI

1- GLI "ORIGINAL" EBOOK DI CHIARELETTERE
Libri original in formato digitale a un prezzo ultraeconomico dei migliori autori della casa editrice direttamente scaricabili sui vostri device. Le prime due uscite solo digitali della collana Original ebook di Chiarelettere saranno firmate da Gianni Dragoni e Riccardo Iacona. Il prezzo di lancio valido per due settimane sarà €2,99 per Alta rapacità e €1,99 per Il popolo tradito. Gli ebook verranno venduti su tutti gli store online dal 24 maggio.

Gianni Dragoni, giornalista de «Il Sole 24 Ore» e ospite fisso della trasmissione di Michele Santoro Servizio Pubblico, si occupa di Ntv, il nuovo operatore dell'alta velocità ferroviaria e dei suoi tre moschettieri, Montezemolo, Della Valle e Punzo.
Riccardo Iacona, autore e conduttore di Presadiretta presenta il suo nuovo libro, Il popolo tradito, ed entra nel vivo dell'Italia abbandonata dalla politica e dai partiti, con un racconto in prima persona, vivo e spiazzante.

2- GIANNI DRAGONI, ALTA RAPACITÀ - MONTEZEMOLO, DELLA VALLE E PUNZO.
DA BERSANI A BERLUSCONI

A spianare la strada ai privati nella corsa verso la torta dell'alta velocità sono due provvedimenti legislativi bipartisan, nel quadro delle cosiddette liberalizzazioni. In questo varco trovano spazio l'intuizione di Punzo e la capacità tecnica di Giuseppe Sciarrone, un ingegnere di Mantova, dove è nato il 9 dicembre 1947, con una lunga esperienza alle Fs che diventa il macchinista, l'amministratore delegato di Ntv. Ma su tutto svetta l'abilità di lobby di Montezemolo e Della Valle.

«L'idea è venuta all'ingegner Sciarrone e al mio amico Gianni Punzo sfruttando il fatto che l'allora ministro Bersani aveva deciso di anticipare di un anno la liberalizzazione dell'alta velocità» spiega gongolante Montezemolo una settimana prima dell'avvio del servizio commerciale, nel viaggio riservato ai giornalisti, secondo il resoconto de «La Stampa». Il quotidiano della Fiat dedica un'intera pagina al primo viaggio di Italo. Sarà una coincidenza, ma come non notare che il pupillo dell'Avvocato è consigliere d'amministrazione sia della Fiat sia della società editrice del giornale
torinese?

Vediamo che percorso segue Ntv per poter operare. Nel bilancio 2007, il primo della società, si legge che il 6 febbraio 2007 «il ministero dei Trasporti ha rilasciato alla società la licenza di impresa ferroviaria per l'espletamento di servizi internazionali di passeggeri per ferrovia, secondo le modalità e alle condizioni previste dal decreto legislativo 8 luglio 2003, numero 188».

Cinque mesi dopo, il 28 luglio 2007, «il ministro dei Trasporti ha rilasciato alla società il titolo autorizzatorio per l'accesso all'infrastruttura nazionale per l'espletamento dei servizi nazionali di passeggeri per ferrovia, ai sensi della legge 388 del 2000, articolo 131». I provvedimenti legislativi richiamati sono due.

La legge numero 388 del 2000 è la Finanziaria 2001, approvata dal Parlamento durante il secondo governo Amato, in cui il ministro dei Trasporti è Pier Luigi Bersani. Il decreto legislativo 188 del 2003 viene approvato dal governo Berlusconi, quando il ministro dei Trasporti è Pietro Lunardi.

«Esiste già la liberalizzazione del segmento passeggeri fin dalla Finanziaria 2001, quando la introdusse Bersani. Qualunque operatore può chiedere il titolo autorizzatorio, che è una licenza e non una concessione. Sono già vigenti buone regole nel decreto legislativo 188/2003» spiega a «Il Sole 24 Ore» Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Ntv.

E dopo le «buone regole» che piacciono a Sciarrone, arrivano alla svelta la licenza ferroviaria e l'autorizzazione ministeriale per operare nell'alta velocità, rilasciate nel 2007 quando Montezemolo è presidente di Confindustria e della Fiat, oltre che nel sempiterno incarico di presidente della Ferrari, durante il secondo governo Prodi.

Il ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi, esponente del Pdci (Partito dei comunisti italiani) che in quel periodo, quando viene messa in vendita l'Alitalia, è contrario alla cessione a Air France e dice che per risollevare la compagnia ci vorrebbe Sergio Marchionne, l'amministratore delegato della Fiat, il 12 dicembre 2006. «È solo una battuta, Marchionne si è messo a ridere» dice Bianchi, che poche settimane dopo dà la licenza dei treni al presidente della Fiat e soci. In quell'esecutivo c'è anche Bersani, è ministro dello Sviluppo. Morale: i privati ottengono il diritto di far correre i loro treni sulle linee ad alta velocità senza alcuna gara, basta una domanda e una firma ministeriale e il gioco è fatto.
(...)

UN MILIARDO DI EURO
«La nostra è una gran bell'impresa italiana. Abbiamo investito un miliardo di euro, senza contributi pubblici, assumendo mille persone a tempo indeterminato. Altrettante lavorano nell'indotto, almeno metà sono donne, età media sotto i 30 anni. Si parla tanto di crescita, questa è la vera crescita del paese, gente che investe e che rischia.»

Montezemolo si inorgoglisce il giorno del «viaggio stampa» di Italo, secondo il resoconto su «La Stampa»,11 accompagnato da numerosi entusiastici racconti su altre importanti testate giornalistiche. Del resto, quando si tratta di raccontare le gesta di Montezemolo, entusiasmi e superlativi sui mezzi di informazione abbondano. È un vincente anche quando perde, come insegnano innumerevoli telecronache dei gran premi di Formula 1 (...)

Ntv è indubbiamente un'iniziativa importante, anche per l'opportunità di lavoro offerta a molti giovani. Un miliardo di euro è un bell'investimento, Montezemolo non spiega di più su come sia articolata la spesa. Si sa, dai bilanci di Ntv, che la fetta più consistente è destinata all'acquisto dei venticinque treni dalla Alstom. I convogli vengono acquisiti attraverso un contratto di leasing finanziario della durata di 144 mesi, in sostanza un affitto con diritto di riscatto della proprietà, quindi il pagamento è spalmato in dodici anni.

Per questo nel bilancio 2010 di Ntv è indicato un impegno di circa 650 milioni di euro come «debito delle rate residue» verso la Leasint Spa, società di leasing che finanzia l'operazione, che appartiene interamente al gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Si introduce così un altro protagonista dell'operazione, il soggetto fondamentale che foraggia la corsa dei privati verso i giganteschi profitti attesi nell'alta velocità. (...)

COME NASCE UN MIRACOLO ITALIANO
La società per azioni Ntv, abbreviazione di Nuovo trasporto viaggiatori, nasce l'11 dicembre 2006 a Roma, viene costituita davanti al notaio Gianluca Napoleone, con un milione di euro di capitale, diviso in altrettante azioni da un euro ciascuna di valore nominale.

Secondo l'atto costitutivo il capitale viene «interamente assunto e sottoscritto in denaro» da quattro soci, tutte piccole società a responsabilità limitata: la Fisvi Srl (Finanziaria sviluppo) di proprietà di Montezemolo, che ha 10.320 euro di capitale, è la stessa società cui è intestata la villa di Capri per la quale il presidente della Ferrari il 7 maggio 2012 viene condannato per abusi edilizi a un anno di reclusione; poi ci sono la Fadel Srl, che appartiene a Della Valle, 10.000 euro di capitale,

la Si Servizi imprenditoriali Srl di Punzo, 92.820 euro di capitale, infine la Reset 2000 Srl, di Sciarrone, con 10.500 euro di capitale. Sciarrone è l'unico dei quattro esperto di trasporto, è stato direttore generale del Centro studi sui sistemi di trasporto della Fiat e poi alto dirigente delle Ferrovie dello Stato, da cui è uscito nel 2000 per fondare un'impresa privata di trasporto merci su ferrovia, la Rtc (Rail Traction Company) di Bolzano, che si dedica soprattutto al trasporto tra Italia e Germania attraverso il Brennero e importa le automobili del gruppo Volkswagen, Audi, Skoda. Nella Rtc c'è una partecipazione delle ferrovie tedesche (Deutsche Bahn) con il 4,47 per cento, Sciarrone detiene una piccola quota, lo 0,74 per cento, e fino al 2008 ne è l'amministratore delegato. (...)

Nella Ntv Sciarrone è il socio d'opera, mette la quota più piccola, 50.002 euro, il 5 per cento del capitale. Montezemolo, Della Valle e Punzo sottoscrivono ciascuno 316.666 euro, dunque hanno il 31,66 per cento a testa. Il capitale è di un milione, ma a quella data, si legge nell'atto costitutivo, dalle tasche dei soci ne esce solo un quarto, 250.000 euro versati pochi giorni prima «presso la banca Monte dei Paschi di Siena, filiale di Nola», il territorio di Punzo.

Nel primo consiglio d'amministrazione ci sono i quattro soci, l'ingegner Sciarrone assume la presidenza. Il collegio sindacale è presieduto da Stefano Ciccioriccio, un commercialista romano con decine di cariche, è stato anche sindaco supplente di Capitalia presieduta da Cesare Geronzi, per alcuni anni è anche consigliere della Fisvi e della Fisvi Holding di Montezemolo, fino al 2009 è nel collegio sindacale della Rtc con Sciarrone. (...)

È con questa formazione e con un solo milione di capitale che la Ntv ottiene rapidamente dal ministero dei Trasporti sia la licenza di impresa ferroviaria, due mesi dopo la nascita, sia l'autorizzazione a operare sulle linee ad alta velocità, ad appena sette mesi dalla costituzione.

Intanto la società prepara il business plan, il piano industriale, con la consulenza della banca franco-belga Dexia, ingaggia uno stuolo di avvocati, tra cui spicca lo studio Bonelli, Erede, Pappalardo, consulente d'alto bordo. Parte il lavoro «per la scelta della banca agente e la conseguente definizione del piano finanziario di supporto al progetto», la scelta cade su Intesa Sanpaolo, che formula «la proposta migliore», si legge nel bilancio Ntv.

Per questa attività c'è la «collaborazione» di Pier Francesco Saviotti, un banchiere che è anche nel consiglio di amministrazione della Tod's dall'ottobre 2000, dunque in buone relazioni con Della Valle. (...)

ARRIVA INTESA SANPAOLO
Una volta messo a fuoco il piano finanziario, a metà del 2008 scattano gli aumenti di capitale per dotare Ntv delle risorse necessarie all'avvio dell'attività. È chiaro che con il milione iniziale non si paga nemmeno la parcella dei consulenti legali o finanziari. A questo punto però c'è la prima sorpresa. I soci fondatori non sono più soli. Allargano la compagine ad altri azionisti e così la loro quota e il loro impegno finanziario si riducono progressivamente.

Il 24 giugno 2008 i soci di Ntv sottoscrivono un contratto fondamentale per lo sviluppo della società, «un accordo denominato Equity contribution agreement (Eca) per effetto del quale vengono definite le modalità e la tempistica di sottoscrizione degli aumenti di capitale. L'accordo firmato - spiega il bilancio di Ntv - prevede una modalità progressiva di sottoscrizione del capitale sociale da attuarsi tra giugno 2008 e novembre 2009». Il bilancio non spiega chi siano tutti i firmatari di questo contratto.

Per saperne di più bisogna rintracciare i bilanci delle società personali dei socifondatori di Ntv, dove si legge che questo contratto viene firmato da Ntv, in qualità di «Company», cioè società, da Intesa Sanpaolo in qualità di «Agent», cioè agente, e dalle società personali dei soci fondatori detentrici delle azioni di Ntv, ciascuna in qualità di «Equity Party», cioè «obbligato principale».

Il primo nuovo azionista a salire sulla società dei treni privati è Intesa Sanpaolo (...), attraverso la controllata Imi investimenti. La banca allora guidata da Corrado Passera è il socio chiave per la realizzazione del progetto, quello che fornisce la maggior parte dei soldi. Acquisisce il 20 per cento, versa in varie tappe 60 milioni di euro, sottoscrivendo gradualmente un aumento deliberato dai soci il 23 giugno 2008 «da eseguirsi in varie tranche, fino a un massimo di 236,2 milioni di euro comprensivi di sovrapprezzo» precisa il bilancio.

Il giorno seguente viene firmato il contratto di finanziamento con le «banche finanziatrici», Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, secondo il bilancio. Ma è la ex banca di Passera che assume il ruolo di pivot, quella che fornisce gran parte dei prestiti. «Al sindacato successivamente hanno aderito Banca popolare italiana, Efibanca, Banca nazionale del lavoro» aggiunge il bilancio 2008. Con il contratto di finanziamento, si legge nel medesimo documento, «la società ha ottenuto le risorse finanziarie necessarie per lo sviluppo del progetto fino a un massimo, tra linee di cassa e di firma, pari a 732 milioni di euro».

ALLA SAGRA DEL CONFLITTO D'INTERESSI
Qualche considerazione a margine. Bnl è di proprietà del gruppo francese Bnp-Paribas ed è presieduta da Luigi Abete, l'ex presidente di Confindustria grande amico di Montezemolo e Della Valle. E un altro amico, Saviotti, è dal 7 dicembre 2008 vicepresidente e amministratore delegato del Banco popolare, l'istituto veronese che possiede Banca popolare italiana (ora Bpl) ed Efibanca, entrambe finanziatrici di Ntv: poiché Saviotti, come abbiamo visto, è anche consigliere della Tod's di Della Valle e ha prestato una «collaborazione» a Ntv per la scelta della banca agente, non c'è un conflitto d'interessi? Il bilancio però non ne fa cenno.

Diventano azioniste di Ntv anche le Assicurazioni Generali, il primo gruppo italiano del settore e il terzo d'Europa, una potenza della finanza, di fatto controllate da Mediobanca. Con un fondo estero prendono il 15 per cento del capitale, oggi questo pacchetto è intestato a un fondo lussemburghese, si chiama «Winged Lion Fcp-Fis sub-fund 1», cioè «Leone alato», un sinonimo delle Generali.

Anche qui si intravede un potenziale conflitto d'interessi, perché uno dei soci di Ntv, Della Valle, è consigliere di amministrazione delle Generali. Poi arriva nel libro soci, con il 5 per cento, la Nuova Fourb Srl di Alberto Bombassei, l'imprenditore bergamasco conosciuto per la produzione di freni Brembo. Un'eccellenza dell'industria italiana, fornitore anche della Ferrari di Montezemolo e di moto da corsa per il Moto Gp, dalle Yamaha alle Ducati cavalcate da Valentino Rossi.

Bombassei viene sconfitto per undici voti da Giorgio Squinzi, nella giunta di Confindustria che il 22 marzo 2012 designa il successore di Emma Marcegaglia alla presidenza dell'associazione degli industriali. In questa corsa Montezemolo sostiene Bombassei, il candidato dei grandi gruppi e dell'establishment industriale e finanziario, un duro delle relazioni industriali e della campagna contro l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. A suo favore si spende anche Sergio Marchionne, che si dice disposto, in caso di elezione di Bombassei, a rientrare nell'associazione dalla quale è uscito all'inizio del 2012.

In questi schieramenti c'è un intreccio d'interessi. «Brembo» lo dice Marchionne «da anni fornisce prodotti d'eccellenza al gruppo Fiat» e da qualche tempo anche alla sua conquista americana, la Chrysler. Nel 2008 la società dei treni privati mette a punto anche l'operazione che il 26 gennaio 2009 porta a bordo di Ntv un altro socio, la bolognese Isabella Seragnoli, produttrice di macchine per impacchettare le sigarette e già azionista del fondo lussemburghese Charme di Montezemolo, che con la Mais Spa acquisisce il 5
per cento.
.....

 

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