ARIDAJE! NIENTE TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA, ECCO L'ENNESIMA MAZZATA SULLA BENZINA

Francesco De Dominicis per "Libero"

Brutte notizie per i contribuenti italiani. Per tenere sotto controllo i conti pubblici e restare dentro i paletti imposti dall'Unione europea, il Governo si appresta infatti a varare un altro inasprimento fiscale. Ecco, in sintesi, di cosa si tratta. Primo: aumenta la benzina.

Secondo: diventano più salati gli acconti Ires e Irap per imprese e professionisti. Terzo: la seconda rata Imu non verrà azzerata al 100%. Quarto: l'Iva resta al 22%. Quinto: l'anno prossimo la nuova tassa sulla casa (la service tax, destinata a inglobare Imu e Tares) peserà sulle tasche delle famiglie per 3 miliardi di euro.

L'elenco delle sorprese, forse, non finisce qui. Fatto sta che incassata la fiducia in Parlamento dalla strana maggioranza, il Governo di Enrico Letta pensa di avere mani libere sulle tasse e quindi mette il piede sull'acceleratore. Magari per approfittare del disorientamento in casa Pdl, dove tiene banco la decadenza di Silvio Berlusconi.

La stangata sul carburante (cioè l'ennesimo alzamento delle odiose accise che gravano sul prezzo di benzina e gasolio) sarà messa nera su bianco nella cosiddetta manovrina antideficit. L'impianto del provvedimento tributario, secondo quanto risulta a Libero, è sostanzialmente definito. I tecnici del ministero dell'Economia devono solo limare gli ultimi dettagli. Lo faranno lavorando anche oggi e domani, visto che il pacchetto deve essere pronto al massimo per mercoledì, quando il consiglio dei ministri si limiterà «vistare» il testo preconfezionato dal titolare dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.

Sui quattrini decide lui. E l'ex direttore generale della Banca d'Italia - fortemente voluto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano - ha la delega in bianco del premier Letta. In ballo ci sono 1,6 miliardi di euro necessari a portare sotto il 3% il rapporto tra deficit (cioè il rosso di bilancio) e prodotto interno lordo. Il Documento finanziario approvato dall'Esecutivo il 20 settembre stima 3,1%.

Uno 0,1% di troppo che corre il rischio di portare l'Italia a un'altra procedura di infrazione. Prospettiva che il Governo si appresta a evitare presentando il conto a famiglie e imprese. Agli 1,6 miliardi antideficit, peraltro, vanno aggiunti circa 400 milioni per rifinanziare le missioni militari approvate ieri dal consiglio dei ministri ai tempi supplementari e altri spiccioli per la cassa integrazione in deroga. In totale, quindi, la «manovrina» vale almeno 2 miliardi.

Ma il giro di vite sulla benzina (tra altro appena rincarata grazie all'Iva) non basta. Di qui l'intervento per aumentare gli acconti fiscali: a novembre, aziende e liberi professionisti dovranno anticipare ancora di più nelle casse dello Stato per quanto riguarda l'Ires e l'Irap da versare l'anno prossimo. In pratica, verranno ripristinate le coperture con cui Letta avrebbe stoppato l'aumento Iva dal 21 al 22%. Intendiamoci: era un gioco delle tre carte.

La tassa sui consumi, in ogni caso, dall'1 ottobre è aumentata. Non si torna indietro e i balzelli che avrebbero sostituito un punto in più di Iva ora fanno comodo per altre emergenze. Agenzie di rating e banche d'affari internazionali sono in pressing su Roma. Le finanze statali traballano e serve una correzione dei conti. Il grosso dei fondi, quindi, dovrebbe essere messo insieme agendo sulla leva fiscale, mentre al Tesoro si aspettano assai poco dalla vendita di immobili pubblici, che verrà anticipata già in questo ultimo scorcio di 2013.

Archiviata la manovrina antideficit, si aprirà il cantiere della legge di stabilità. Il menù è da 10-15 miliardi ed è in mano al sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Che cerca di mediare tra varie esigenze per servire una prima riduzione del cuneo fiscale. Si parla di un intervento da 5 miliardi di euro, ma le coperture, per ora, sono incerte. L'ex sindacalista vuole dare «certezze».

Ragion per cui punta a un taglio delle tasse sul lavoro «strutturale e non una tantum» anche se più «contenuto». Come dire: troppi i 5 miliardi chiesti da Confindustria. Le voci da finanziare sono parecchie. Si dovranno reperire risorse per trasporto pubblico locale, cinque per mille, ferrovie, rischi idrogeologici, fondo politiche sociali. E solo quest'ultimo richiede 600 milioni. Altro obiettivo è l'allentamento del patto di stabilità dei comuni, in modo da favorire investimenti e pagamenti dei crediti vantati dalle imprese.

Non solo.Nella finanziaria, secondo la tabella di marcia definita ad agosto scorso con l'azzeramento della prima rata Imu, dovrebbe prendere forma la service tax. Il nuovo tributo unico sulla casa sostituirà appunto l'Imu e anche la Tares. Che insieme valgono grosso modo 5 miliardi. L'idea del Governo è portare il gettito 2014 a circa 3 miliardi, in modo da rendere meno gravoso l'onere per le famiglie. Che a dicembre, però, salvo miracoli, dovranno almeno in parte pagare la seconda rata Imu 2013 che garantisce un incasso da 2,4 miliardi.

Del resto, è inutile avere grosse aspettative dalle sforbiciate agli sprechi nel bilancio pubblico. Ne sentiremo parlare ancora a lungo. Il nuovo mister forbici si è insediato ieri e ha immediatamente messo le mani avanti. «Serve tempo per raggiungere» gli obiettivi di taglio alla spesa e miglioramento dei servizi «ma è importante procedere rapidamente» per «ottenere risultati visibili sin dall'inizio» ha detto Carlo Cottarelli, in carica solo dal 22 ottobre. Le parole dell'ex alto dirigente del Fondo monetario internazionale potrebbero apparire poco chiare. Azzardiamo una traduzione: «Non faremo granché, ma troveremo a stretto giro un contentino da gettare in pasto all'opinione pubblica». Guai a parlare di presa in giro.

 

SOLDI jpegSOLDI EUROEvasione Fiscalecarlo cottarellisaccomanni, alfano e lettaLETTA, ALFANO, SACCOMANNIalfano napolitano letta napolitano x

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...