BANCHE IMPOPOLARI – ZONIN RECRIMINA SUL BLITZ DEL GOVERNO: “STIMO RENZI, MA MI HA SORPRESO. DICE SEMPRE CHE PRIMA ASCOLTA E POI DECIDE, MA A NOI NON CI HA ASCOLTATO” – “È STATO UN COLPO AL CUORE A TUTTO IL SISTEMA DELLE POPOLARI”

Stefano Righi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

GIANNI ZONIN GIANNI ZONIN

Gianni Zonin dal 1995 presiede la Popolare di Vicenza. Uno dei tre istituti più colpiti dal decreto Renzi. La banca — 5.500 dipendenti, 640 agenzie, 117 mila soci e 1,3 milioni di clienti — ha struttura cooperativa e non è quotata in Borsa. 
 

Presidente, è finito un mondo… 
«Sì, è finito un mondo. Noi cercheremo di far sì che non finisca completamente, che 170 anni di storia del credito cooperativo e popolare non vengano cancellati. Questo mondo è stato determinante nella crescita delle aziende italiane e delle pmi in particolare. Non ce lo meritavamo». 
 

È reduce dalla riunione di Assopopolari. Qual è la posizione dell’associazione? 
«Siamo accomunati da una grande preoccupazione, quasi increduli. È stata una scelta politica». 
 

matteo renzi lingua matteo renzi lingua

Da fuori l’impressione è che si sia perso del tempo, l’occasione per una seria autoriforma del settore. 
«Forse c’è stata una colpevole inerzia da parte del mondo delle popolari. Noi a Vicenza però avevamo già allo studio un progetto di modifica dello statuto, che avrebbe portato a uno scorporo della attività bancaria pura, dove alla cooperativa sarebbero rimasti gli asset immobiliari, il patrimonio artistico e alcune partecipazioni, mentre un’altra società, per metà della cooperativa e metà aperta al mercato, avrebbe gestito il business bancario…». 
 

SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia

Si aspettava un provvedimento legislativo di questa portata? 
«È stato un colpo al cuore a tutto il sistema delle popolari. Credo che nessuno potesse attendersi disposizioni così forti. Ho stima di Renzi, ne apprezzo la coerenza, ma stavolta mi ha sorpreso. Il premier dice sempre che ascolta tutti e poi decide da solo. Bene, stavolta non ha ascoltato la voce delle parti interessate. Si sarebbe potuto capire meglio cosa valeva la pena di salvare e cosa rottamare. Confido ci siano dei margini di intervento prima dell’approdo nell’aula parlamentare». 
 

Vicenza è costretta a cambiare. Cosa vuole dire ai soci della banca? 
«In venti anni la banca è stata protagonista di una crescita importante, da istituto provinciale a nazionale. Abbiamo aiutato le aziende a crescere, abbiamo contribuito alla modernizzazione del Nordest e tenuto duro nella crisi, aumentando le erogazioni quando gli altri chiudevano i cordoni della borsa. Abbiamo salvato molte aziende dalla chiusura e qualche imprenditore da gesti inconsulti. Abbiamo la coscienza a posto e ci sentiamo banca dei territori, vicini alle persone e alle aziende. Ora, la cultura anglosassone penalizza le pmi. Noi no, staremo dalla loro parte, almeno fino a quando ce lo lasceranno fare». 
 

GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA

La trasformazione in Spa avvicina la sua banca alla quotazione in Borsa? 
«Non ho mai pensato alla Borsa e personalmente non sono favorevole. La logica delle trimestrali penalizza non solo il lungo ma anche il medio periodo. Io sono un imprenditore e non potrei pensare una strategia di breve periodo. Inoltre, la Borsa è un mercato capriccioso, guardate cos’è successo alle banche quotate nelle ultime sedute. No, non sono favorevole per una Banca popolare». 
 

La trasformazione in Spa porterà a galla il problema del valore delle azioni. Come lo supererete? 
«Il colpo al cuore è ancora troppo recente. È francamente molto prematuro pensare a questo, ma le assicuro che combatteremo, per difendere i soci, i dipendenti, i clienti». 
Si riavvicina la stagione del risiko. Torna a galla l’ipotesi di fusione con Veneto Banca.

 

Secondo lei è una strada ancora praticabile? 
«Non so se la Bce sia più interessata ad aprire il capitale ai grandi investitori o al risiko. Non lo so. Credo noi si debba guardare più cose. Certo, le aggregazioni appaiono più facili nel mondo delle popolari. Con Veneto Banca abbiamo il sistema informatico in comune. Ma vogliamo anche tutelare il lavoro e allargarci a nuovi mercati. L’aggregazione non deve indebolire». 
 

Ha sentito il presidente di Veneto Banca, Francesco Favotto? 
«L’ho visto di corsa alla riunione di giovedì di Assopopolari. Abbiamo rapporti buoni. Lo trovo una persona molto equilibrata, molto valida, seria, concreta». 
 

BANCA POPOLARE DI VICENZA BANCA POPOLARE DI VICENZA

Un anno fa lei posizionò la Vicenza come soggetto aggregatore. In un anno avete visto molti dossier, ma non avete comperato nulla… 
«Se ci sono buone opportunità, difficilmente me le lascio sfuggire. La brutta figura con i soci, i dipendenti, i clienti, si fa quando si compera male, non quando si lascia un cattivo affare. E finora abbiamo sbagliato poco». 
 

La Bce ha fatto pressione perché, anche voi, procedeste a una accurata pulizia di bilancio, svalutando molte poste. Come ha chiuso l’anno la Vicenza? 
«È presto per dirlo con precisione. Di sicuro la Bce ha una politica diversa dalla Banca d’Italia. Nel nostro bilancio i crediti concessi sono garantiti da importanti diritti ipotecari. Ora, Bce considera quasi nulle queste garanzie: necessariamente dovremo tenere conto di questo nella chiusura di bilancio». 
 

gianni zonin gianni zonin

Tornerete a pagare la cedola? 
«Anche questo è prematuro. La trasformazione in Spa rende confuso l’orizzonte. È un momento in cui dobbiamo aumentare il patrimonio, non diminuirlo. La questione dividendo sarà di competenza del consiglio, ma io non mi sentirò di insistere con il cda per la distribuzione di una cedola. Dobbiamo ancora mettere fieno in cascina, rispettare le indicazioni della Bce. Il 2014 è un anno di passaggio, il 2015 invece si è già aperto positivamente, peraltro anche grazie a qualche interessante potenziale plusvalenza. Come ad esempio la partecipazione in Icbpi che stiamo valutando di cedere. Guardiamo avanti».

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…