giovanni bazoli

BAZ-OLI ESSENZIALI - DOPO 30 ANNI AL VERTICE, IL GRANDE VECCHIO DELLA FINANZA BIANCA SI PREPARA ALLA PENSIONE: ''L'AVVENTURA A MILANO STA PER FINIRE'' - DAI TEMPI IN CUI ANDREATTA GLI MISE IN MANO L'AMBROSIANO AGLI SCONTRI CON CUCCIA, FINO ALLA GESTIONE DEL ''CORRIERE'', UN BANCHIERE ''DI SISTEMA'' IN UN PAESE SENZA "SISTEMA"

Giovanni Pons per “La Repubblica

 

GIOVANNI BAZOLI MATTEO RENZIGIOVANNI BAZOLI MATTEO RENZI

Una voce dal sen fuggita. Si potrebbe definire così l' interlocuzione pronunciata ieri da Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, in un colloquio informale con i giornalisti a Milano. «Quando iniziai la mia avventura milanese, che sta per finire, andai a visitare il posto in cui Alessandro Manzoni scrisse i Promessi Sposi».

 

GIOVANNI BAZOLIGIOVANNI BAZOLI

Confermando, nella sostanza, ciò che è sotto gli occhi di tutti da mesi, ma non era ancora ufficiale: e cioè che il prossimo aprile scadrà il mandato triennale di Bazoli al vertice della banca e con la nuova governance "monistica" in via di approvazione non vi sarà più posto per lui. Certo, sorprende che siano solo queste le parole di commiato del professore-banchiere considerato a ragione l' ultimo grande vecchio della finanza italiana, avendo guidato fin dal 1982 il Banco Ambrosiano e avendolo trasformato, attraverso diversi passaggi cruciali, nel primo gruppo bancario italiano di cui ancor oggi è alla testa.

 

Ma probabilmente quella di ieri era solo una battuta, in vista di un consiglio di amministrazione della banca che, salvo sorprese, dovrebbe approvare l' ultimo passaggio per tornare a un unico organo di controllo senza l' affiancamento del collegio sindacale, unicum in Italia. Poi toccherà alla Bce dare il suo via libera e solo allora si potrà riunire l' assemblea straordinaria per sancire il nuovo corso.

CARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLICARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLI

 

Sarà forse in quell' occasione che Bazoli utilizzerà parole più precise per indicare il percorso futuro della banca dopo questa ultima importante trasformazione, insieme a un excursus del suo personale contributo allo sviluppo del gruppo bancario.

 

Non vi è alcun dubbio, infatti, che Bazoli sia stato un indiscusso protagonista della finanza italiana e per diversi anni, fino alla scomparsa di Enrico Cuccia, abbia rappresentato la punta di diamante della cosiddetta finanza cattolica in una ideologica contrapposizione alla finanza laica che trovava nel padre- padrone di Mediobanca il suo più illustre sostenitore.

 

GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE

In alcuni momenti le sciabole si incrociarono senza esclusioni di colpi come quando la Gemina e le Generali spinte da Cuccia entrarono nel capitale del Banco Ambroveneto per facilitare una aggregazione con la Comit ma furono respinti dal professore- avvocato bresciano che riuscì a trovare un alleato di peso nei francesi del Crèdit Agricole.

 

GIOVANNI BAZOLI ED ENRICO LETTA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI ED ENRICO LETTA FOTO LAPRESSE

La contrapposizione finanza laica- finanza cattolica terminò improvvisamente il giorno nel quale Cuccia decise che la Comit, punta di diamante della galassia Mediobanca, rimasta zitella nel risiko degli anni '90, poteva finire nelle braccia del gruppo Intesa che aveva appena inglobato anche la Cariplo.

 

GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE

Si era alla vigilia della scomparsa del fondatore di Mediobanca che lasciò nelle mani di Bazoli la difficile eredità di essere l' ago della bilancia del complesso sistema bancario italiano che già allora vedeva nell' Unicredit l' altro polo in grado di fare concorrenza a Intesa. Due poli contrapposte e alternativi che Bazoli seppe tenere sempre a distanza, nonostante qualche maldestro tentativo di matrimonio.

 

GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE

Come quello trapelato negli ultimi giorni sule pagine del Sole 24 Ore. «E' un progetto che non sta né in cielo né in terra - ha detto Bazoli ai giornalisti commentando l' ipotesi di fusione fra le due maggiori banche italiane - contrasterebbe con il valore della concorrenza in cui io personalmente credo. Sarebbe un impoverimento da un punto di vista della concorrenza ».

GIOVANNI BAZOLI E ENRICO CUCCHIANI FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI E ENRICO CUCCHIANI FOTO LAPRESSE

 

Nato nel 1932, Bazoli è diventato banchiere per caso, abbandonando anzitempo la professione di avvocato che pur amava, chiamato al dovere dal ministro delle Finanze Beniamino Andreatta che gli mise nelle mani la patata bollente dell' Ambrosiano all' indomani dell' oscura scomparsa di Roberto Calvi.

GIANNI LETTA E GIOVANNI BAZOLI CHE RICEVE LA LEGION D ONORE FOTO LAPRESSE GIANNI LETTA E GIOVANNI BAZOLI CHE RICEVE LA LEGION D ONORE FOTO LAPRESSE

 

Il professore bresciano si è adeguato e nel corso del tempo è diventato un "power broker", un grande uomo di potere ma un potere non fine a sè stesso e nella sua concezione indirizzato a fin di bene, volto a sostenere e sviluppare un' economia sociale di mercato che ogni banca dovrebbe incarnare. E' un orizzonte che non ha mai col-locato il profitto in cima a qualsiasi scala di valori e che individua nella cultura uno dei motori su cui si deve innestare l' operato di un banchiere illuminato.

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

Una filosofia ripetuta a ogni piè sospinto. «La nostra banca è convinta da sempre che un impegno nel campo culturale e civile sia un dovere, nella convinzione che ciò abbia anche una giustificazione dal punto di vista economico - ha detto illustrando le motivazioni alla base del progetto di ristrutturazione della casa del Manzoni- . Non esiste progresso economico se non è accompagnato da uno sviluppo civile e culturale della comunità in cui si opera».

 

Un' impostazione, quella bazoliana, che negli ultimi cinque anni è venuta via via stridendo con la nuova realtà della finanza italiana, meno impostata sui salotti e sulle relazioni interpersonali e sempre più orientata alle più fredde e razionali logiche di mercato, impersonificate da giovani manager e imprenditori. L' evoluzione della vicenda Rcs ne è un esempio lampante.

GIOVANNI ED ELENA BAZOLI CON I FIGLI FRANCESCA E STEFANOGIOVANNI ED ELENA BAZOLI CON I FIGLI FRANCESCA E STEFANO

 

Bazoli, pur indirettamente, ha sempre mantenuto il ruolo di nume tutelare nella casa editrice a difesa dell' autonomia e dell' indipendenza. Fino alla scorsa primavera quando è stato escluso da Alberto Nagel, Diego Della Valle e John Elkann dai giochi per la formazione del nuovo cda che proprio in questi giorni ha deciso di vendere la Rcs Libri alla Mondadori targata Fininvest.

Salza Bazoli e Fassino Salza Bazoli e Fassino

 

«Io non ho responsabilità in questa decisione perchè sono fuori dal consiglio di amministrazione - ha ricordato Bazoli - e dico: sono contento di non avere responsabilità». E dal prossimo aprile lascerà anche la sua banca nelle mani del tandem Gros Pietro-Messina.

GIUSEPPE MUSSARI FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI  GIUSEPPE MUSSARI FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI bazoli giovannibazoli giovanniGIOVANNI BAZOLI FOTO DI ANDREA PUGIOTTO PER STYLE GIOVANNI BAZOLI FOTO DI ANDREA PUGIOTTO PER STYLE GIOVANNI BAZOLI SERGIO MARCHIONNE GIOVANNI BAZOLI SERGIO MARCHIONNE GIOVANNI BAZOLI ALESSANDRO PROFUMO GIOVANNI BAZOLI ALESSANDRO PROFUMO della valle bazoli geronzi GetContent asp jpegdella valle bazoli geronzi GetContent asp jpegGIUSEPPE MUSSARI GIOVANNI BAZOLI ANGELO BENASSIA GIUSEPPE MUSSARI GIOVANNI BAZOLI ANGELO BENASSIA GIOVANNI BAZOLI CON MOGLIE GIOVANNI BAZOLI CON MOGLIE GIUSEPPE MUSSARI FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI  GIUSEPPE MUSSARI FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI Passera e BazoliPassera e BazoliEnrico Salza Giovanni Bazoli Corrado PasseraEnrico Salza Giovanni Bazoli Corrado PasseraGiovanni Bazoli e Cesare Geronzi Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi BAZOLIBAZOLI4 bazoli papa corrieredellasera4 bazoli papa corrieredellasera

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…