BERNANKE NON SMETTERÀ DI POMPARE 85 MLD $ AL MESE: “NESSUN CAMBIO NELL’ACQUISTO TITOLI”. WALL ST. TONFA POI RISALE

1 - FED LASCIA TASSI USA FERMI
(ANSA) - La Federal Reserve statunitense ha deciso di lasciare fermi i tassi di interesse. Lo ha reso noto in un comunicato.

2 - FED,NESSUN CAMBIAMENTO PROGRAMMA ACQUISTO TITOLI
(ANSA) - Nessun cambiamento sul fronte del programma di acquisto titoli della Fed, che rimane quindi a 85 miliardi di dollari al mese. Lo rende noto la banca centrale statunitense in una nota, dove sottolinea che i rischi per l'economia Usa sono diminuiti. Nel comunicato la Fed si dice comunque "pronta ad aumentare o ridurre l'entità degli acquisti di titoli in base alle necessità".

Secondo la banca centrale Usa, le aspettative sull'inflazione sono stabili, mentre le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate, ma la disoccupazione resta elevata. Per questo motivo, il comitato della Fed monitorerà da vicino l'evoluzione dell'economia e della Finanza nei prossimi mesi.

3 - SCHAEUBLE, USO OMT APRIREBBE DIBATTITO SU INDIPENDENZA BCE
(ANSA) - Doppio affondo del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble sullo scudo anti-crisi europeo. Secondo Schaeuble - scrive l'agenzia Reuters - attivare in questo momento lo scudo 'anti-spread' della Bce (Omt) scatenerebbe un dibattito sull'indipendenza della politica monetaria dell'Eurotower. Schaeuble si è poi detto pronto a "combattere con tutta mia la forza" contro il piano per centralizzare a livello europeo il potere di gestire i fallimenti bancari nell'Unione.

4 - BORSA MILANO CHIUDE SU MINIMI SEDUTA, BENE MEDIASET, GIÙ SAFILO
(Reuters) - Piazza Affari chiude sui minimi di seduta, trascinata dalle banche e in attesa, come tutte i mercati azionari e obbligazionari, della conferenza stampa di Ben Bernanke di questa sera che potrebbe fare chiarezza sulle intenzioni della Fed in merito al piano di stimolo all'economia.

"E' stata una seduta con volumi particolarmente bassi e questo ha portato un po' di depressione sul mercato soprattutto nel finale di seduta", si legge in un report di IG.
Il clima ingessato ha favorito qualche realizzo su titoli più sensibili, come i bancari appunto, ma non ha scoraggiato spunti speculativi su alcune bluechip, come ad esempio Mediaset in attesa del pronunciamento della Consulta sul processo sui diritti tv in cui è coinvolto Silvio Berlusconi.

L'indice FTSE Mib ha chiuso in calo dello 0,94%, l'Allshare dello 0,79%. Volumi non brillati pari a poco più di 1,8 miliardi di controvalore.
* MEDIASET ha chiuso a +4,75%, ma in seduta è volata anche a +6%, in attesa della decisione della Consulta sul ricorso presentato dai legali di Berlusconi. Un trader cita anche la rottura di 2,53 euro, dopo la quale il titolo ha accelerato.
* Deboli tutti i bancari in linea con il settore europeo. Perdite intorno al 2% per INTESA, MONTE PASCHI, UNICREDIT e POP MILANO. Lettera anche su TELECOM ITALIA, che fa un po' peggio dello stoxx europeo.

* Tonica DIASORIN, già ieri ben comprata. Lo studio di un broker, molto positivo sul titolo, cita un'intervista dell'AD secondo cui la società sarebbe aperta ad alleanze nel settore della diagnostica e avrebbe confermato i target 2013.
* SAIPEM reduce da un crollo di quasi il 30% lunedì e da un calo di oltre il 2% ieri sulla scia del profit warning lanciato venerdì, mette a segno un mini-rimbalzo.
* Acquisti su FINMECCANICA; un trader cita i nuovi ordini annunciati e l'ipotesi di un allargamento del programma di acquisto di F-35 da parte del governo.

* Scivola nel finale RCS, sulle montagne russe da quando lunedì è iniziato l'aumento di capitale. Per i diritti il bilancio è negativo per il 67%. Ieri il primo socio Giuseppe Rotelli ha fatto sapere che non parteciperà alla ricapitalizzazione, quindi molta carta potrebbe finire sul mercato.
* Perde oltre l'11% SAFILO dopo l'inatteso annuncio dell'avvicendamento ai vertici del gruppo, che ha dato il la alle prese di profitto.

* Si ridimensiona nel finale BIOERA dopo che che l'azionista di controllo Biofood Italia e Daniela Garnero Santanchè, azionista e presidente, hanno annunciato un accordo parasociale sul 64,9% del capitale.
* CAPE LIVE festeggia il ritorno in bonis con un +17%.

5 - IRLANDA, FMI: SU BUONA STRADA PER USCIRE DA PROGRAMMA 'BAILOUT'
(Reuters) - L'Irlanda ha buone possibilità uscire già quest'anno dal programma degli aiuti finanziari dai creditori internazionali, trarrebbe però beneficio da un maggior sostegno dalle controparti Ue nel processo di risanamento del sistema bancario pesantemente indebitato e della messa a punto di una rete di salvaguardia o fondi precauzionali.
Lo scrive l'ultimo rapporto monografico del Fondo monetario internazionale dedicato a Dublino, riuscita a rimettere in piedi l'economia grazie anche alle misure di austerità sui conti poste come condizione del 'bailout' da 85 miliardi di euro.

A differenza della maggioranza dei paesi della zona euro, il prodotto interno lordo irlandese ha visto una fase di quasi ininterrotta ripresa nel corso degli ultimi due anni.
Confermata la stima Fmi di una crescita economica di 1,1% quest'anno e 2,2% il prossimo.
Secondo paese della zona euro a ricevere aiuti del Fondo nel 2010 dopo la Grecia, l'Irlanda ha ottenuto proprio questa settimana l'ultima tranche del sostegno finanziario dei creditori internazionali.

A parere del rapporto Fmi, se il consolidamento del bilancio sta procedendo in linea alla tabella di marcia, Dublino potrebbe trarre sostegno dall'Europa nel risanamento del sistema creditizio mirato al rientro sul mercato del debito a lungo termine.
"Il programma irlandese è solido e si stanno ottenendo i necessari aggiustamenti che aprono alla prospettiva di successo del programma" scrive il rapporto.
Dublino ha finora ottemperato a tutte le richieste dei creditori internazionali ed è arrivata molto vicina allo 'svezzamento' dai finanziamenti Ue-Fmi già a marzo, riuscendo a raccogliere sul mercato 5 miliardi a dieci anni.

6 - COMMERZBANK TAGLIERÀ 5.200 POSTI LAVORO, L'11% DEL TOTALE
(Reuters) - Commerzbank taglierà 5.200 posti di lavoro, pari all'11% del totale dei dipendenti pari a 48.000 unità. Lo ha annunciato la banca tedesca, la seconda del paese, aggiungendo che i tagli riguarderanno soprattutto le arttività domestiche e la divisione retail. Commerzbank ha già anticipato che il 2013 sarebbe stato un anno di transizione. Nel primo trimestre ha registrato una perdita netta di 94 milioni di euro dopo oneri di ristrutturazione per 493 milioni legati a tagli occupazionali per 4.000-6.000 posti.

7 - TIMEDIA: RINEGOZIA CONTRATTO CON DISCOVERY, ENTRO GIUGNO LA FIRMA
Radiocor - Discovery e Telecom Italia Media rinegoziano il contratto relativo all'affitto delle frequenze televisive. Secondo quanto risulta a Radiocor, la trattativa e' iniziata nei primi mesi dell'anno - proprio mentre TiMedia lavorava alla cessione di La7 a Cairo - e si sta avviando alla conclusione con la firma prevista entro la fine del mese: bocche cucite sull'ammontare dell'accordo sia da parte della controllata di Telecom sia da parte del direttore generale di Discovery Italia, Andrea Castellari. Le parti si limitano a parlare di una 'armonizzazione' delle tariffe resa necessaria dal rafforzamento di Discovery Italia con la recente acquisizione di Switchover Media (emittente di Focus, Giallo, K2 e Frisbee ) e dalla conseguente esigenza di adeguare scadenze e caratteristiche.

Altre fonti a conoscenza della trattativa riferiscono di un aggiustamento verso il basso delle tariffe che comunque non comporta impatti di rilievo sui conti di TiMedia. In occa sione della trimestrale TiMedia ha comunque previsto per il 2013 risultati in linea con lo scorso anno.

La rinegoziazione e' stata sollecitata da Discovery principalmente sulla base di due fattori: in primo luogo, il suo nuovo status di primo cliente di TiMedia con cinque canali ospitati sui multiplex Telecom (Real Time, D-Max, K2, Frisbee, Giallo); in seconda battuta, una generale contrazione dei prezzi di banda alla luce di una maggiore attivismo di Mediaset nell'offerta - e' di questi giorni il passaggio di Qvc ai multiplex di Cologno Monzese - e di una maggiore disponibilita' da parte di Rete A, titolare di due multiplex.

8 - SVIZZERA: PARLAMENTO RESPINGE ACCORDO FISCALE RICHIESTO DAGLI USA
Radiocor - Il consiglio nazionale della Svizzera, equivalente alla Camera dei Deputati, ha bocciato la richiesta di discutere con urgenza la legge fiscale richiesta dagli Stati Uniti per regolamentare le banche elvetiche che avevano accolto i patrimoni dei cittadini americani non dichiarati al fisco Usa. Trattandosi della seconda bocciatura di fronte alla Camera, la legge, che in linea teorica poteva godere del sostegno del governo e delle stesse banche, e' definitivamente affossata.

9 - BPM: SFIDA PRESIDENZA, BRACCIO DI FERRO FLICK-COPPINI
(ANSA) - Giuseppe Coppini o Gian Maria Flick. E' questo il ballottaggio che andrà in scena sabato all'assemblea degli azionisti della Banca Popolare di Milano, convocata anche in riunione straordinaria per varare l'atteso aumento di capitale da mezzo miliardo di euro necessario a rimborsare allo Stato i Tremonti bond sottoscritti nell'era Ponzellini. All'appuntamento, alle nove di mattina alla Fiera di Rho, parteciperanno oltre 6 mila soci presenti o per delega che dovranno esprimersi complessivamente su sei punti all'ordine del giorno, modificato in corsa dopo la presa di coscienza da parte di Andrea Bonomi del potenziale fallimento del piano di trasformazione della banca popolare in Spa.

Primo punto all'esame dei soci sarà quindi il reintegro del consiglio di sorveglianza dopo la raffica di dimissioni, tra cui quella del presidente Filippo Annunziata, che si è verificata nella fase d'approvazione del bilancio e della riforma della governance. In palio ci sono dunque cinque posti (incluso quello riservato alla Fondazione Cari Alessandria) e di questi uno è quello del presidente.

Da una parte il nome proposto da Investindustrial, Flick, e dall'altra quello fatto proprio dai sindacati (in primis dalla Uilca), Coppini (attuale presidente ad interim), in segno della continuità. Più cauta invece la posizione della Fabi che sarebbe intenzionata a lasciare il voto libero. Parola dunque alle seimila teste che dovranno esprimersi sabato. In vantaggio viene dato Coppini forte soprattutto dell'appoggio dei dipendenti e dei pensionati. Il tutto mentre la Banca d'Italia osserva con attenzione la situazione, anche per via dell'attesa ricapitalizzazione da 500 milioni.

Operazione questa che è attesa in autunno e che vede già schierato un folto parterre di banche pronto a garantire la buonuscita dell'operazione. Mentre i due soci forti che dovranno esprimersi sabato sono il fondo Investindustrial, che dovrebbe investire circa 40 milioni di euro per seguire l'aumento, così come il finanziere della City Raffaele Mincione che dovrebbe mettere mano al portafoglio per altri 35 milioni. L'ultimo punto da discutere in assemblea, sempre in straordinaria, è la fusione per incorporazione della controllata Banca di Legnano nella capogruppo.

10 - TELECOM: BERNABE', SE RETE RENDE ARRIVANO FONDI ESTERI
(ANSA) - I fondi esteri potrebbero entrare nella partita dello scorporo della rete di Telecom Italia, a patto che l'operazione assicuri una redditività dell'investimento, che poi è la conditio sine qua non anche per la partecipazione di Cdp al progetto. Il numero uno del gruppo telefonico, Franco Bernabé, sceglie una sede ufficiale, l'audizione alle commissioni riunite Industria e Lavori Pubblici del Senato, per chiarire quale deve essere la cornice dentro la quale realizzare lo spin-off che porterà alla divisione in due di Telecom, con una società Opac centrata sulla rete e quella che viene chiamata Ti ServiceCo, cioé tutto quello che resta.

Se nel processo di scorporo della rete Telecom "verranno assicurate la redditività degli investimenti e la stabilità delle condizioni regolatorie - ha detto Bernabé - i fondi esteri vengono per certo", perché se ci sono queste condizioni "qualsiasi fondo è interessato, soprattutto infrastrutturale", visto che oltretutto "la liquidità in giro c'é". Bernabé non si è sbilanciato su possibili contatti con qualche soggetto finanziario, ma ha invece sottolineato che le stesse condizioni si applicano anche a Cdp, con la quale "c'é un progetto nazionale importante", vincolato però anch'esso alla remuneratività della rete, su cui deve pronunciarsi l'Autorità per le tlc (e Telecom spera che l'iter regolatorio si chiuda entro fine 2013, inizio 2014).

Si tratta di un investitore, ha spiegato il presidente di Telecom, "che deve avere una sua redditività, perché se questa non c'é gli investimenti non li fa nessuno". Comunque, ha detto ancora Bernabé riferendosi a "maliziosi" rilievi da parte degli operatori alternativi, il progetto "non mira ad eliminare le regole" ma, "al contrario, rafforza il controllo sulla non discriminazione assicurando la fornitura di prodotti e servizi pienamente equivalenti, così da incentivare le dinamiche concorrenziali a beneficio dei consumatori in termini di scelta, qualità e prezzi".

Certo è che, non disponendo più di una propria rete, Telecom "opererà sul mercato al pari degli operatori alternativi", quindi "le regole da applicare nei mercati a valle dovrebbero attenuarsi per favorire lo sviluppo di una concorrenza più efficiente". Nel nuovo assetto, insomma, la nuova Telecom senza la rete, convenzionalmente chiamata 'TI ServiceCo', "dovrà essere messa in condizioni di competere ad armi pari con gli altri attori del mercato al dettaglio, senza essere più gravata da regole asimmetriche introdotte prima della separazione strutturale".

Al termine di questo percorso, ha concluso il presidente, "TI ServiceCo sarà necessariamente molto diversa: meno dipendente dalle infrastrutture e molto più orientata all'eccellenza del servizio". Dell'altra società, chiamata Opac, Bernabé ha specificato con dovizia di particolari tutto ciò che conterrà, dai cavidotti ai doppini, dagli armadi agli apparati elettronici, fino ai 22mila dipendenti. Certo l'operazione di scorporo si iscrive in un momento non felicissimo per il settore: secondo il Rapporto sulla filiera delle tlc di Asstel e sindacati, i ricavi sono scesi ancora nel 2012, del 2,4%. Ma spazio per crescere c'é: ancora solo il 55% delle famiglie, infatti, utilizza i servizi a banda larga.

 

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