bitcoin

IL BITCOIN DIVENTA ADULTO - CME, IL PIÙ GRANDE MERCATO MONDIALE DEI DERIVATI, LANCERÀ ENTRO NATALE IL FUTURE SULLA CRIPTOVALUTA, CHE SFONDA I 7 MILA DOLLARI. E REID (DEUTSCHE BANK) SI DOMANDA SE NON SIA L’INIZIO DELLA FINE DELLE VALUTE MANOVRATE DA UN GOVERNO

Marcello Bussi per www.milanofinanza.it

 

Bitcoin

Il bitcoin «sta attraversando il confine che separa il selvaggio West dal mainstream». Così Charles Hayter, ceo del sito Crypto Compare, ha commentato la notizia che entro la fine dell’anno il Cme, il più grande mercato mondiale dei derivati, lancerà un future sulla criptovaluta. la decisione ha spinto molti investitori stuzzicati dai mega rialzi del bitcoin, ma che restavano alla finestra perché scettici sulla sua tenuta, a rompere finalmente gli indugi e a entrare nel grande gioco. La quotazione del bitcoin sì è così impennata.

 

L’annuncio è stato dato martedì 31 ottobre. All’inizio della giornata il bitcoin era quotato 6.094 dollari. Da quel momento è partito un rally (o meglio si è rafforzato quello già in atto) che il giorno successivo ha portato il bitcoin per la prima volta nella storia sopra i 7 mila dollari e a toccare l’ennesimo record venerdì 3 novembre a 7.454 dollari. Il tutto tenendo ben presente che il primo gennaio il bitcoin veniva scambiato a 997 dollari. Facile fare i conti di quanto abbia guadagnato da inizio anno.

 

CINA BITCOIN

Una volta sfondata quota 7 mila alcuni investitori di vecchia data, diciamo da 12 mesi, hanno deciso di non chiedere troppo agli dèi della finanza e si sono portati a casa il malloppo. Ma questi realizzi hanno provocato una caduta di brevissima durata perché sono subito entrati nuovi investitori. Giovedì 2 novembre Coinbase, uno degli exchange più grandi al mondo, ha registrato l’ingresso di 100 mila nuovi clienti, per un totale di 11,9 milioni. Si suppone che questo sia solo l’inizio.

 

Come ha osservato Hayter, «il lancio del future porterà il bitcoin e le altre criptovalute in un quadro regolamentato. Questo consentirà la creazione di prodotti finanziari più complessi e alla fine aprirà le porte agli investitori istituzionali». Ed è proprio questa la chiave di volta: l’arrivo degli investitori istituzionali. Non è possibile prevedere quanto denaro riverseranno sul bitcoin. Dopo gli ultimi rialzi la capitalizzazione delle criptovalute ha toccato i 200 miliardi di dollari, con il bitcoin a fare la parte del leone con 122 miliardi. La capitalizzazione del solo titolo Apple è di 900 miliardi. Facile capire che agli investitori istituzionali basteranno investimenti per loro trascurabili per aumentare in misura notevole il valore di mercato del bitcoin.

i creatori di bitcoin

 

Sembrano passati secoli, ma era solo l’inizio di agosto quando il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, definì il bitcoin «una truffa», minacciando di licenziamento i suoi dipendenti che facessero trading con le criptovalute. Ma questi hanno continuato imperterriti a farlo spinti dalle richieste della clientela ricca. Certo, alcuni esponenti della finanza tradizionale continuano a esprimere il loro scetticismo: «Il bitcoin è la definizione stessa di bolla», ha sentenziato Tidjane Thiam, ceo di Credit Suisse.

 

Diverso l’atteggiamento di Lloyd Blankfein, ceo di Goldman Sachs. Pur ammettendo di non avervi ancora investito, ha dato il consiglio di «non prendere sotto gamba il bitcoin». Non solo, Blankfein ha aggiunto di poter immaginare un mondo in cui sia una forma di valuta. Per poi elaborare il concetto in questo modo: «Ho letto molti libri di storia e so che una volta una moneta valeva 5 dollari se era fatta da 5 dollari in oro. Adesso abbiamo carta sostenuta solo da fiat», ovvero dalla decisione di un’autorità, sia essa una banca centrale o un governo. «Forse nel nuovo mondo, sarà qualcosa che viene sostenuto dal consenso», è la conclusione di Blankfein. Che ha centrato il problema alla perfezione.

 

BITCOIN

Di fronte alla sua ascesa apparentemente inarrestabile, i puristi dicono: non è il bitcoin che sale, è il dollaro che si sta svalutando. Bisogna sempre ricordare che il bitcoin è stato lanciato all’inizio del 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale, quando non si sapeva se i massicci interventi delle banche centrali sarebbero riusciti a evitare il naufragio del sistema. Nel bel mezzo della tempesta ecco spuntare il bitcoin, che non dipende da un’autorità centrale ed è creato in quantità limitata (ce ne sono 21 milioni, non un’unità in più), un po’ sul modello dell’oro (di cui in realtà non si sa quanto ne sia rimasto sulla terra, in ogni momento la scoperta di un megagiacimento potrebbe abbatterne il prezzo).

 

Certo, la prima criptovaluta ha avuto inizi stentati e molto travagliati, a un certo punto sembrava solo un giochetto da nerd che, incapaci di combinare qualcosa con le ragazze, se ne stavano tutto il giorno davanti allo schermo del Pc. Ma i suoi creatori ovviamente non la pensavano così. Si arriva al 2017, il Giappone legalizza il bitcoin, ma soprattutto la fiducia nelle banche centrali è ancora incrinata. Continuano a essere immessi nel sistema miliardi su miliardi e non si riesce nemmeno a raggiungere l’obiettivo dichiarato di un’inflazione al 2%, figuriamoci quello di un’economia pimpante che cammini da sola senza bisogno di continue iniezioni di liquidità.

Targa tributo ai bitcoins

 

La situazione è stata riassunta da un report di Jim Reid, analista di Deutsche Bank , dal titolo inequivocabile È l’inizio della fine della valuta fiat?. «La definitiva rottura dei sistemi valutari basati sui metalli preziosi iniziata all’inizio degli anni 70 del secolo scorso», sostiene Reid, «con il passaggio alle valute fiat ha incoraggiato i deficit di bilancio, l’aumento dell’indebitamento, la creazione di enormi crediti, una politica monetaria ultralassista, l’incremento degli squilibri globali, la deregolamentazione finanziaria e ha reso i mercati più instabili».

 

Secondo Reid il sistema ha retto perché la globalizzazione ha reso possibile il calo dei salari, abbattendo così l’inflazione. Ma nel momento in cui i salari dovesse salire in misura sensibile (e per l’analista di Deutsche Bank  ci sono segnali in questa direzione), allora si verificherebbe un ritorno dell’inflazione e le banche centrali sarebbero costrette ad accelerare il ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse, facendo scoppiare le bolle da loro stessi alimentate. A quel punto il sistema basato sulle valute fiat rischierebbe davvero di crollare e bisognerebbe trovare alternative più sicure: le criptovalute. Chi concorda con questa analisi non può fare altro che comprare bitcoin.

SPORTELLO BITCOIN

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…