CHE BOT STO SPREAD! - ALL’ASTA DEI BTP RENDIMENTO IN CALO (6,98%) RISPETTO AL 7,56% DELL’ULTIMA VOLTA, MA È COMUNQUE MOLTO ALTO - CON QUESTI TASSI, LA VIA CRUCIS SARÀ TRA FEBBRAIO E APRILE, QUANDO L’ITALIA COLLOCHERÀ 150 MLD € DI DEBITO - IL PROBLEMA È CHE NON CI SONO SOLDI IN GIRO: I FONDI AMERICANI HANNO SOSPESO GLI INVESTIMENTI IN EUROPA - INDOVINATE CHI HA COMPRATO I POCHI SPICCIOLI DI BOT VENDUTI IERI? LE BANCHE, COI MILIARDI PRESI IN PRESTITO DALLA BCE ALL’1%. E LO STATO ITALIANO LE RIPAGHERÀ CON UN BEL 3,25% TRA 6 MESI (IL FAMOSO GIOCO DELLE TRE CARTE)…

1- BTP: ASSEGNATI DECENNALI PER 2,5 MLD, RENDIMENTO IN CALO AL 6,98%
Radiocor
- Rendimenti in calo per i BTp assegnati oggi in asta dal Tesoro. Nel dettaglio la terza tranche del BTp triennale scadenza 15/11/2014 e' stata collocata per un importo pari a 2,537 miliardi (3,462 miliardi la domanda) con un rendimento lordo del 5,62%, in calo di 227 punti rispetto all'asta precedente. In calo anche il rendimento del BTp decennale: la nona tranche del Buono scadenza 01/03/2022, richiesto per 3,39 milairdi e collocato per 2,5 miliardi, ha spuntato un rendimento del 6,98% dal 7,56% record dell'asta dello scorso novembre.


2- BOT A RUBA, TASSI IN CALO MA LA STRADA RESTA IN SALITA ALTRI 440 MILIARDI DA COLLOCARE
Ettore Livini per "la Repubblica"

Due ore di (quasi) euforia. Poi la solita bufera. Non c´è pace per l´Italia sul mercato dei titoli di Stato. L´asta dei Bot di ieri è stata un successo: le banche - aiutate dalla liquidità in saldo garantita dalla Bce - sono intervenute in massa e il Tesoro è riuscito a collocare senza problemi 9 miliardi di Buoni semestrali a un tasso-bonsai (visti i tempi che corrono) del 3,251%. La metà di quel 6,5% che il mercato aveva preteso per investire sul debito tricolore a fine novembre, un risultato applaudito pure - dicono fonti governative - da Mario Monti.

Lo spread sui titoli decennali tedeschi, lì per lì, ha festeggiato la buona notizia scendendo dai 520 punti dell´apertura ai 482 di fine mattinata, mentre Piazza Affari provava a mettere il turbo. L´entusiasmo però è durato poco. Roma dovrà affrontare oggi un secondo esame molto più complicato: il collocamento di 8,5 miliardi di Btp da tre fino a 10 anni. Il timore degli investitori è che su queste scadenze più lunghe l´Italia sia costretta a pagare un pedaggio (in termini di rendimenti) molto più salato.

E il barometro dei mercati - complici anche le tensioni Usa-Iran per la possibile chiusura dello stretto di Hormuz - è tornato subito sul brutto tempo: lo spread è scivolato in serata a quota 503 con i tassi sui decennali a un passo dalla soglia psicologica del 7%. Mentre Piazza Affari si è accodata alla giornata no delle altre Borse internazionali (Francoforte e Madrid hanno perso il 2%) chiudendo in calo dello 0,85%.

UN´ASTA CON IL BOTTO
Chi si accontenta, però, gode. E di sicuro l´asta di ieri, in attesa della controprova di oggi, è andata bene. La domanda è stata altissima: 15,7 miliardi contro i 9 miliardi di Bot offerti, il doppio per gli 1,73 miliardi di Ctz a due anni. E il crollo dei rendimenti è un´eccellente notizia per un Paese che deve sborsare ogni anno tra gli 80 e i 100 miliardi di interessi per finanziare il proprio debito e che tra luglio e ottobre ha già visto alzarsi di 4 miliardi la bolletta su questo fronte causa caro-tassi.

Un contributo decisivo al successo dell´asta - Roma spera in un bis per oggi - è arrivato dalle banche. Nei giorni scorsi la Bce ha garantito agli istituti di credito un fiume di liquidità (489 miliardi) a un tasso da saldo dell´1%. E gli istituti di credito tricolori, dicono gli operatori, hanno usato un po´ di questo tesoretto - loro hanno incassato da Mario Draghi 116 miliardi - per far scorta di Bot.

L´Italia resta comunque la maglia nera d´Europa sul ring della crisi dei debiti sovrani: il rendimento dei Ctz a due anni è sceso ieri dal 7,81% di novembre al 4,85%. Madrid però è riuscita a piazzare nei giorni scorsi lo stesso titolo pagando solo il 2,04% mentre i biennali tedeschi, beati loro, rendono lo 0,16%.

Il risultato sta nei numeri: il Tesoro è stato costretto a garantire 145 milioni di interessi totali ai risparmiatori che ieri hanno sottoscritto la sua asta di Bot. Certo, noccioline rispetto ai 297 che ha dovuto mettere sul piatto a fine novembre a causa dei rendimenti-choc registrati all´asta. Molto di più però dei 58 che sborsava a inizio anno, quando i semestrali, bei tempi, rendevano l´1,3%.

LE TERMOPILI A INIZIO 2012
La parola d´ordine, insomma, è sempre la stessa: prudenza. Magari l´asta di oggi smentirà i timori delle Cassandre, andando meglio del previsto. Ma non basterà a portare il sereno all´orizzonte. Il Tesoro dovrà emettere nel 2012 circa 440 miliardi di titoli di Stato per finanziare il nostro debito. Un primato continentale che nessuno ci invidia, ben davanti ai 366 della Francia, ai 172 della Spagna e ai 238 della Germania.

E siccome piove sempre sul bagnato, le Termopili tricolori arriveranno a stretto giro di posta tra febbraio e aprile, quando l´Italia dovrà piazzare almeno 150 miliardi di titoli in meno di tre mesi. Una passeggiata fino a qualche mese fa. Una via crucis da brividi oggi, in un´Europa dove le banche non si prestano nemmeno più soldi tra di loro - come dimostra la montagna di liquidità parcheggiata dagli istituti presso la Bce allo 0,25% di interesse - e dove il Belpaese sembra essere diventato il bersaglio preferito della speculazione impegnata nella sua titanica battaglia contro l´euro.

Il problema, oltretutto, è che la competizione per raccogliere i pochi soldi che ci sono sul mercato (i fondi monetari americani hanno chiuso da tempo i rubinetti, sospendendo gli investimenti in Italia ed Europa) è altissima. I numeri li ha dati Mario Draghi: solo nel primo trimestre del 2012 scadranno 230 miliardi di obbligazioni bancarie, 300 miliardi di titoli pubblici e 200 di debito a collaterale. E il rischio è che con una domanda altissima e un´offerta rarefatta, chi avrà denaro da prestare lo farà solo a tassi sempre crescenti. Un lusso che l´Italia non si può permettere visto che la soglia del 7% dei decennali è il punto di non ritorno che ha costretto Grecia, Portogallo e Irlanda ha chiedere l´aiuto di Bruxelles e del Fondo Monetario.

LA PRUDENZA DEL MERCATO
Con questo orizzonte ad ostacoli, non c´è da stupirsi se il mercato resta sul chi vive, tenendo sotto pressione i titoli di Stato italiani e quelli dei nostri compagni di sventura dei Paesi dei Piigs.

L´ingorgo di emissioni a inizio 2012 è solo uno dei tanti problemi sul tavolo. C´è il capitolo della recessione - ormai conclamata in Italia, ma uno spettro che rischia di materializzarsi persino per la Germania - c´è il nodo della Grecia a caccia di un accordo con le banche che saranno costrette a rinunciare a qualcosa come il 50% dei loro crediti. Una mazzata che potrebbe scoraggiarle da prendere posizione di nuovo sui bond dei Paesi più a rischio. E c´è l´eterna incognita delle agenzie di rating, che da qualche anno a questa parte hanno mostrato uno tempismo straordinario nel dare il colpo di grazia alle nazioni più in difficoltà, con una cronica tendenza a bocciarle proprio nei momenti di maggior crisi.

Le occasioni, in teoria, non mancano. C´è la tripla A della Francia a rischio che potrebbe cadere in tempi brevi. Qualcuno è arrivato a mettere in dubbio persino il massimo voto per la Germania. E S&P potrebbe spingere l´Italia nel girone infernale della tripla B, un abisso che renderebbe ancor più complicato il nostro accidentato futuro. Una rondine come l´asta dei Bot di ieri, purtroppo, non basta ancora a far primavera.

 

BOT TITOLI STATOTitoli di statoMARIO MONTI ANGELA MERKEL MARIO MONTI MARIO DRAGHI MARIO MONTI STRETTO DI HORMUZ

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”