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BUSINESS! - FERRERO NON SI FERMA PIÙ: VUOLE I DOLCI AMERICANI DI NESTLÉ. OPERAZIONE CHE PUÒ VALERE 2,5 MILIARDI - EATALY VOTA LO SBARCO IN BORSA NEL 2018. FARINETTI: 'NOI RESTIAMO, IL 30-33% SUL MERCATO' - FELTRINELLI SI PRENDE IL 40% DI MARSILIO, E PRESTO ARRIVERÀ AL 55%. DE MICHELIS: 'NON SONO UN FAUTORE DEL 'PICCOLO È BELLO'''

1. FERRERO NON SI FERMA PIÙ: VUOLE I DOLCIUMI USA DI NESTLÉ - UN' OPERAZIONE CHE PUÒ VALERE 2,5 MILIARDI

Antonio Castro per 'Libero Quotidiano'

 

Ferrero cresce ancora negli Stati Uniti. Dopo aver annunciato poche ore fa l' acquisizione dell' americana Ferrara Candy (la terza azienda dolciaria Usa), indiscrezioni che la multinazionale di Alba non commenta, assicurano che la casa madre della Nutella potrebbe presto mettere le mani sulla divisione candy di Nestlé.

giovanni ferrero

 

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal - che cita fonti vicine al dossier - Alba sarebbe pronta a lanciare fare un' offerta per le attività della multinazionale svizzera.

La holding elvetica, ad inizio 2017, aveva già annunciato che avrebbe valutato offerte e l' eventuale cessione del ramo dolciumi (tra i brand Butterfinger e Baby Ruth).

 

Ma Ferrero non rappresenta l' unico pretendente. In lizza ci sono colossi come Hershey, alcune società di private equity e Brynwood Partners. Società che ha già chiuso acquisizioni con Nestlé proprio di altri marchi di caramelle Usa. Sempre il quotidiano finanziario internazionale ricorda che la divisione candy della Nestlé «ha generato nel 2016 vendite per 922 milioni di dollari e, sempre secondo quanto scrive il Wall Street Journal, più acquirenti avrebbero presentato offerte con una valutazione intorno a 2-2,5 miliardi di dollari.

 

La scalata di Ferrero al segmento stelle e strisce delle caramelle porterà la società italiana ad un ulteriore crescita nel continente americano. Nutella e Ferrero Rocher sono i brand più noti negli States.

 

giovanni ferrero

A grandi balzi la multinazionale italiana sta continuando ad espandersi. Sempre questa settimana era stata annunciata una importante partnership con il gruppo Unilever (la holding anglo-olandese del food & beverage e dei prodotti per l' igiene e la casa da 52,7 miliardi di euro di cui oltre 12 miliardi fatturato solo nel settore dal food), per lanciare una nuova linea di gelato dal brand Kinder e ai mercati di Germania, Francia, Svizzera e Austria.

michele franca e giovanni ferrero

 

Da qualche anno Ferrero sta sperimentando prodotti per il settore gelati. Senza però mai lanciare la commercializzazione. Ora, sotto il marchio Kinder Ice Cream sembrano essere stati rotti gli indugi. E probabilmente la lunga sperimentazione ha consentito di individuare prodotti adatti a questi mercati che riconoscono al brand italiano un alto valore.

Ferrero non realizzerà il gelato nei propri stabilimenti. Ma fornirà il marchio alla Unilever che si occuperà di produzione e distribuzione commerciale. Considerando che la multinazionale detiene il 21% del mercato dei gelati l' intesa rappresenta un bel salto pure per Ferrero.

 

 

2. EATALY VOTA LO SBARCO IN BORSA FARINETTI: LE AZIONI ALLE FAMIGLIE

Achille Perego per 'il Giorno - la Nazione - il Resto del Carlino'

 

Sarà il cda in programma l' ultimo giorno di ottobre a decidere lo sbarco in Borsa di Eataly, la vetrina del made in Italy del food lanciata nel 2007 da Oscar Farinetti e diventata un gigante con quasi 400 milioni di ricavi (dati 2016) e 38 store nel mondo. Nel giorno in cui Eataly ha annunciato l' accordo con Trenitalia per portare 6 milioni di visitatori nel nuovo maxi parco agroalimentare Fico (Fabbrica italiana contadina) che aprirà i battenti il 15 novembre a Bologna, è stato lo stesso Farinetti ad anticipare la prossima mossa sulla quotazione.

oscar farinetti

 

«Il 31 ottobre - ha spiegato il fondatore di Eataly - ci sarà il cda dove dobbiamo decidere. Penso nel 2018 o 2019». Un' azienda come Eataly, unica globale nel food-retail, ha aggiunto «credo che debba essere globale anche in questo». Farinetti ha spiegato che non cederà più del 30-33% e «mi piacerebbe che questo 30% andasse in mano alle famiglie italiane più che alle grandi banche. Noi, come famiglia, intendiamo restare». L' altro desiderio è quello di essere quotati in Piazza Affari e non a New York «anche se lì è più facile perché siamo più conosciuti e ci vogliono bene».

 

Se bisognerà attendere il cda per conoscere la tempistica, secondo il piano industriale la quotazione potrebbe avvenire nel primo semestre 2018. Un percorso, quello della marcia verso il listino, confermato anche da Tamburi Investment Partners, la holding di Giovanni Tamburi che nel marzo 2014 aveva guidato un club deal che per 120 milioni aveva acquisito il 20% di Eatinvest, la capofila del gruppo gruppo controllato dalla famiglia Farinetti.

 

oscar farinetti

L' operazione, che potrebbe vedere Unicredit nel ruolo di global coordinator, dovrebbe configurarsi come una Opv, con la cessione pro quota delle azioni da parte dei soci. In più occasioni Farinetti ha ripetuto che la sua creatura potrebbe arrivare a valere fino a 3 miliardi (quest' anno l' obiettivo è di mezzo miliardo di ricavi) anche se il consensus del mercato sarebbe più orientato verso 2. Comunque, come ha spiegato lo stesso Tamburi, l' interesse internazionale verso la quotazione di Eataly è molto alto e sarà «la nuova Ferrari».

 

workshop pasta

Sempre ieri, Farinetti ha anche annunciato che entro fine anno Eataly sceglierà un partner locale per lo sbarco in Cina. E sarà il presidente esecutivo Andrea Guerra a individuarlo, fissando i tempi per le aperture a Shanghai e a Pechino. A febbraio toccherà a Stoccolma, quindi due aperture negli Usa, a ottobre 2018 a Parigi mentre il 2019 sarà l' anno di Londra.

 

FICO BOLOGNA 2

Intanto è alle porte l' inaugurazione di Fico, con la presenza del premier Paolo Gentiloni, dove ci sarà, ha spiegato sempre Farinetti «tutto il meglio del made in Italy: ristorazione, didattica, agricoltura». «Abbiamo scelto Bologna perché è uno degli snodi ferroviari più potenti d' Europa». E in questo senso è stato firmato l' accordo di partnership con Trenitalia (presente l' ad di Fs Renato Mazzoncini) con sconti e agevolazioni per raggiungere il maxi parco, 228 corse regionali, oltre 180 treni a media e lunga percorrenza (tra cui 152 Frecce) e bus navetta ogni giorno dalla stazione al parco.

 

 

3. IL 40 PER CENTO DI MARSILIO A FELTRINELLI «ALLEANZA STRATEGICA PER IL FUTURO»

Alessia Rastelli per il 'Corriere della Sera'

 

 

cesare e luca de michelis marsilio

Il gruppo Feltrinelli ha acquisito il 40% di Marsilio Editori e salirà al 55% dopo due anni. L' accordo è stato presentato ieri come un'«alleanza strategica per affrontare le evoluzioni del mercato editoriale, forti di tutte le possibili sinergie tra le due realtà». E conferma il momento di grande fermento del mondo dell' editoria, in parte dovuto all' assestamento, ancora in corso, dopo il terremoto dell' acquisizione di Rcs Libri ad opera di Mondadori; in parte dovuto all' ingresso nel mercato italiano di attori vivaci come La nave di Teseo e i gruppi internazionali HarperCollins e Planeta. Uno scenario in movimento, dunque, in cui è arrivato, nelle ultime settimane, anche l' annuncio che Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs Media-group, riporterà il gruppo nel settore libri con una «nuova realtà legata al "Corriere della Sera"».

 

Fondata nel 1961 a Venezia e guidata da sempre dalla famiglia De Michelis, Marsilio era entrata a far parte nel 2000 di Rcs Libri. Quando quest' ultima nel 2016 è passata a Mondadori, l' Antitrust ha imposto lo scorporo di Bompiani (acquistata da Giunti) e di Marsilio, tornata ai De Michelis.

CESARE LUCA DE MICHELIS

 

«Dobbiamo studiare una strategia per i prossimi anni. Anche perché io non sono un fautore del "piccolo è bello".

Penso - aveva dichiarato il presidente Cesare De Michelis il giorno stesso in cui si era ripreso la casa editrice - che le cose importanti le facciano i grandi. Quindi o ci allarghiamo o ci dobbiamo imparentare con qualcuno di grande».

 

Da allora sono stati arruolati Ottavio Di Brizzi, da Rizzoli, come responsabile della saggistica e, per la narrativa italiana, Chiara Valerio, il cui arrivo è maturato durante Tempo di Libri a Milano. Ieri, infine, l' annuncio che il «parente» ipotizzato da Cesare De Michelis è stato trovato.

 

«Quando abbiamo riacquisito Marsilio non lo abbiamo fatto solo per affetto ma con in testa un piano di sviluppo ambizioso. L' operazione con Feltrinelli è un passo in avanti», spiega Luca De Michelis, che dopo l' accordo con Feltrinelli rimane amministratore delegato di Marsilio, così come il padre Cesare ne resta presidente. «Per far fronte alle attuali sfide dell' editoria - prosegue l' ad - è importante costruire una massa critica e un progetto che si fondi su basi solide. L' opportunità con Feltrinelli ci è sembrata interessante per diversi motivi: perché è un grande gruppo con dietro di sé una famiglia che, come la nostra, ha impegnato la sua vita nell' editoria; perché ha un' importante presenza nella distribuzione; perché parla a un pubblico omologo a quello di Marsilio».

 

L' accordo, si legge nel comunicato, «prevede la condivisione di competenze e know-how specifici nelle scelte editoriali» ma, chiariscono entrambe le parti, a dettare la linea sui contenuti, i titoli, gli autori, resterà Marsilio, che manterrà piena autonomia.

luca de michelis fabio troiani

L' editore veneziano potrà contare sui servizi dell' ecosistema Feltrinelli, in particolare la promozione e la distribuzione, che sarà affidata ad EmmeEffe Libri, la joint venture tra Feltrinelli e Messaggerie lanciata nel 2014. Da parte sua il gruppo Feltrinelli allargherà, grazie a Marsilio, l' offerta di contenuti.

 

«L' operazione, che potremmo estendere anche ad altre esperienze editoriali, va proprio in questa direzione», spiega Roberto Rivellino, amministratore delegato del gruppo Feltrinelli. Che parla di un «aggancio perfetto»: «Marsilio, cui appartiene anche Sonzogno, copre l' 1% circa del mercato del libro. Insieme, raggiungiamo il 6-7% e possiamo lavorare in modo complementare, nel rispetto delle rispettive specificità». Quindi fa degli esempi: «La casa editrice veneziana è forte nei gialli, che a noi mancavano, nel settore dei cataloghi museali, in cui rappresenta un marchio di altissima gamma, e anche nella saggistica è presente in un modo diverso dal nostro. Senza contare che anche territorialmente ci consente di radicarci nell' area del Nordest».

 

L' accordo si inquadra in una più ampia strategia di alleanze portata avanti negli ultimi anni da Feltrinelli. Con Messaggerie, ad esempio, non ha unito le forze solo nella distribuzione, ma pure nell' ecommerce: dieci giorni fa è stata lanciata un' altra joint venture per creare un polo comune nelle vendite online. «In uno scenario sempre più complesso - conclude Rivellino - in cui si lavora su più piattaforme e bisogna non solo mantenere i lettori ma anche farli aumentare, cerchiamo di interpretare il futuro collaborando e mettendoci insieme agli altri».

FELTRINELLI

 

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