giancarlo giorgetti vittorio colao rete unica fibra ottica

FIBRILLAZIONE SULLA FIBRA - CHE VOGLIONO FARE COLAO E GIORGETTI SULLA RETE UNICA? LE DICHIARAZIONI DEI MINISTRI RIMETTONO IN DISCUSSIONE IL PIANO TIM-CDP MA NON È CHIARO QUALE SIA IL LORO PROGETTO NÉ COME REALIZZARLO - PENATI: “DOVREBBERO EVITARE DICHIARAZIONI PUBBLICHE VIETATE DALLA LEGGE. ED ESSENDO LO STATO IL PRINCIPALE AZIONISTA IN PIAZZA AFFARI, È ANCHE UN ATTO DI AUTOLESIONISMO. NON IMPORTA SE IL MONOPOLIO È PUBBLICO O PRIVATO, MA..."

 

 

VITTORIO COLAO

Alessandro Penati per “Domani”

 

La prospettata fusione tra OpenFiber e le attività della rete di Tim, che lasci a quest’ultima la maggioranza del capitale nella nuova società, rimane pragmaticamente la migliore soluzione possibile, tenuto conto dei vincoli esistenti e dei vari interessi in gioco (come ho già argomentato).

 

giancarlo giorgetti

Le recenti dichiarazioni dei ministri dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti e della transizione Digitale Vittorio Colao rimettono tutto in discussione, con modalità inappropriate, senza però chiarire quale sia il progetto di questo governo e come pensa di realizzarlo. In primo luogo, ogni azionista di una società quotata – quindi anche lo Stato – deve rispettare la normativa vigente.

 

I ministri della Repubblica dovrebbero quindi evitare dichiarazioni pubbliche (oggi Tim, ieri Atlantia) vietate dalla legge sul market abuse in quanto capaci di provocare forti movimenti dei titoli in Borsa (Tim ha perso il 9 per cento in due giorni). Oltre a infrangere la legge, danneggiano la fiducia già scarsa degli investitori.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE

Ed essendo lo Stato il principale azionista in Piazza Affari, è anche un atto di autolesionismo. Il governo può legittimamente pensare che la Borsa non debba avere un ruolo rilevante nella strategia per lo sviluppo ma perché, allora, lo Stato considera strategico l’investimento appena fatto in Euronext, la società che gestisce Piazza Affari? Il controllo politico Giorgetti (e non è l’unico) vorrebbe una società della rete a controllo pubblico.

fabrizio palermo foto di bacco (3)

 

Ma le attività che costituiscono la rete appartengono per la maggior parte a Tim, che per l’89 per cento è di soci privati: perché questi dovrebbero cederle alla società pubblica della rete senza mantenerne il controllo? A che titolo il governo penserebbe di imporglielo? O forse Cassa Depositi e Prestiti sarebbe disposta pagare ai soci di Tim il premio di controllo lanciando un’Opa sul 51 per cento della società?

 

draghi colao

Ma anche così lo Stato non sarebbe libero di determinare i prezzi di concambio nella fusione perché essendone parte correlata (avrebbe la maggioranza nelle due società che si fondono) sarebbe obbligato a tutelare gli interessi delle minoranze in Tim.

 

fibra ottica

Inutile nascondersi dietro a un dito: la nuova società della rete avrebbe una posizione dominante; che in una economia stagnante, e in un mercato fortemente concorrenziale come quello delle comunicazioni, è strumentale a rendere gli investimenti necessari sufficientemente remunerativi.

rete 5g

 

Né la società della rete potrebbe contare per gli investimenti sui sussidi pubblici perché la normativa europea li proibisce, che sia pubblica o privata. Se lo Stato, ragionevolmente, teme che la nuova società abusi del proprio potere di monopolio, dovrebbe regolamentarla, non nazionalizzarla di fatto.

 

Se l’obiettivo è la tutela dei consumatori, non importa se il monopolio è pubblico o privato, ma come è regolamentato. Ed è più facile che lo Stato regoli un privato, piuttosto che sé stesso. La confusione non finisce qui. La soluzione pubblica sarebbe giustificata dalla necessità di portare la banda larga a casa di tutti gli italiani, o digitalizzare la pubblica amministrazione per renderla efficiente.

open fiber

 

Ma come emerge da alcune indiscrezione sui dati di OpenFiber (una frazione degli utenti raggiunti dalla fibra avrebbe attivato il servizio) portare la fibra in tutte le case non basta se poi gli italiani non possono o non vogliono pagare per abbonarsi al servizio. Se poi l’utilizzo principale è lo streaming di video, musica o giochi, non vedo questo grande contributo alla crescita.

 

E non basta portare la banda larga in tutti gli edifici pubblici per rendere la Pubblica Amministrazione efficiente perché il problema principale è l’organizzazione dei servizi e la disfunzionalità degli applicativi, come per esempio dimostra la disastrosa campagna vaccinale in Lombardia.

 

giancarlo giorgetti bruno le maire

Mi sfugge poi il nesso logico con la proprietà pubblica della rete. E il 5G? Per finire, il ministro Colao ha ricordato, molto opportunamente, che alla banda larga si accede anche più facilmente col 5G. Per esempio, sarebbe insensato cablare ogni singola stanza di un grande edificio pubblico. E in effetti la distribuzione locale del segnale avviene tipicamente via etere (wifi o wimax), che spesso riduce la velocità della fibra.

 

FIBRA OTTICA

 Etere per etere, non sarebbe più efficiente usare il 5G in questi casi? Senza contare che la maggioranza del traffico dati viaggia sui cellulari. Peccato però che lo Stato abbia venduto le frequenze 5G alle società telefoniche a un costo così elevato che ora non hanno più le risorse per costruire anche la rete 5G, di fatto in concorrenza a quella in fibra. Né è previsto che l’eventuale società pubblica costruisca e gestisca anche la rete unica per il 5G. Sarebbe auspicabile che anche i nostri ministri seguissero il vecchio adagio: contare fino a dieci prima di parlare."

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)