1- UN CAPPON PER L’OPUS DEI! DIETRO IL BORDELLO PER IL FUTURO RAI S’INTRAVEDE LA MANO DISCRETA DI UN UOMO DI 91 ANNI. È QUELLA DI ETTORE BERNABEI, IL MITICO BOIARDO CHE HA GUIDATO VIALE MAZZINI DAL ’60 AL ’74 E OGGI STA SPENDENDO PAROLE IN VATICANO E TRA I MINISTRI “CATTOLICI” PER PORTARE ALLA DIREZIONE GENERALE CLAUDIO CAPPON 2- PER LA NOMINA DEL DIRETTORE GENERALE DEL TESORO UN SOTTERRANEO BRACCIO DI FERRO SI STA SVOLGENDO TRA GRILLI E PASSERA CHE SPENDE PAROLE DI ENCOMIO PER IGNAZIO LA VIA E PIETRO GARIBALDI, DUE NOMI CHE PORTANO DIRITTO A BANCA INTESA 3- DOPO LA BOTTA DELLA GARA DA 10,4 MILIARDI $ PERSA IN INDIA PER 126 CACCIA, PER LA FINMECCANICA DI ORSI ARRIVANO DOLORI ANCORA PIÙ GRANDI DAL GOVERNO OBAMA 3- UNA “VOCE” CONTRO PESCANTI E PETRUCCI PER LA SCELTA DI ROMA PER I GIOCHI 2020

1- PER LA NOMINA DEL DIRETTORE GENERALE DEL TESORO UN SOTTERRANEO BRACCIO DI FERRO SI STA SVOLGENDO IN QUESTE ORE TRA GRILLI E PASSERA
Ci voleva un uomo elegante e rompiscatole come Francesco Giavazzi per ricordare al collega della Bocconi, Mario Monti, la necessità di nominare al più presto il direttore generale del Tesoro, la poltrona vacante dopo il passaggio del pallido Vittorio Grilli a viceministro del Tesoro.

L'economista di Bergamo ha lavorato per due anni in quel ministero occupandosi di debito pubblico e di privatizzazioni, un tema che gli è particolarmente caro e sul quale ritorna spesso con l'altro studioso dai capelli scomposti che si chiama Alberto Alesina. Ieri Giavazzi non ce l'ha fatta più e sul "Corriere della Sera" ha chiesto a SuperMario di procedere rapidamente alla nomina del nuovo Direttore.

Nella parte finale del suo appello ha suggerito al governo di scegliere un 40enne come fece Guido Carli quando alla direzione del Tesoro nominò Mario Draghi. Il promemoria di Giavazzi ha riacceso la curiosità dei giornali e oggi i bookmakers dell'informazione sparano i nomi alti dirigenti di via XX Settembre che avrebbero i titoli per sostituire Grilli. Sono nomi eccellenti ciascuno dei quali si porta sulle spalle un curriculum di primordine, e la loro qualità può essere uno dei motivi ("non l'unico") che finora ha frenato la scelta di Monti.

A parlare dei candidati sono oggi il quotidiano finanziario "MF" e "La Stampa" di Torino, ma già il 12 novembre il "Sole 24 Ore" aveva messo in pista Vincenzo La Via, che ha lavorato al Tesoro fino a novembre 2005 quando l'allora presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, lo nominò direttore finanziario dell'Istituto di Washington. I giornali di oggi non ricordano che La Via è nipote di Sergio Siglienti, lo storico presidente della Comit che gli aprì la strada a BancaIntesa dove ha lavorato per qualche anno sempre come direttore finanziario.

Quando La Via arrivò al ministero il suo lavoro fu apprezzato da Mario Draghi che non a caso lo ha poi inserito nel Financial Stability Board. È chiaro che queste credenziali sono particolarmente prestigiose, ma a via XX Settembre ritengono che La Via non avrebbe alcuna intenzione di lasciare il suo incarico alla Banca Mondiale e che Grilli potrebbe avere qualche riluttanza a scegliere un uomo gradito a Draghi e a Corradino Passera.

Alla schiera dei candidati bisogna aggiungere anche una donna, Maria Cannata, attuale direttore generale al ministero dove si occupa del Debito pubblico e delle aste che preoccupano i conti del governo.

È una torinese con la predilezione per la matematica e dopo la laurea nel '77 ha vinto un concorso al Tesoro, e nel '92 quando Giavazzi fu nominato a capo del nuovo Servizio Primo, entrò in orbita fino all'incarico che occupa oggi. Anche sul suo nome ci sono obiezioni perché il suo ruolo in questo momento è particolarmente importante e delicato, ed ecco allora spuntare il terzo candidato, Dario Scannapieco, un nome ben noto nelle imprese pubbliche dove nella sua funzione di rappresentante del Tesoro ha fatto vedere i sorci verdi ai boiardi di Stato.

Con questo personaggio che ha studiato ad Harvard e alla Luiss e attualmente è vicepresidente della BEI, si entra nella rosa dei quarantenni che per Giavazzi hanno l'anagrafe giusta per essere scelti da Monti.

Si arriva così all'ultimo candidato, Pietro Garibaldi, un giovane professore torinese che oltre ad occuparsi della Fondazione Debenedetti ha fondato il sito "LaVoce.info" con l'economista fighetto Tito Boeri. Con Garibaldi entra nel borsino dei bookmakers un altro nome legato a IntesaSaPaolo perché è consigliere di sorveglianza e membro del Comitato di controllo della banca guidata fino a poco tempo fa da Corradino Passera..

C'è chi dice che la soluzione finale dovrà scaturire da un sotterraneo braccio di ferro che si sta svolgendo in queste ore tra il pallido Vittorio Grilli e Corradino Passera che spende parole di encomio per Ignazio La Via e Pietro Garibaldi, due nomi che portano diritto a IntesaSanPaolo.

Sarà comunque Monti a sciogliere il nodo e lo farà con l'orecchio teso a Francoforte per restare in sintonia con il presidente della BCE.


2- DOPO LA BOTTA DELLA GARA DA 10,4 MILIARDI DI DOLLARI PERSA IN INDIA PER 126 JET DELL'AERONAUTICA, ARRIVANO DOLORI ANCORA PIÙ GRANDI DA WASHINGTON
Anche oggi è bene passare a largo da piazza Monte Grappa, sede del quartier generale di Finmeccanica.

Al settimo piano dove si trova l'ufficio di Giuseppe Orsi l'aria è ancora pesante perché dopo la botta della gara da 10,4 miliardi di dollari persa in India per 126 jet dell'aeronautica, arrivano notizie dettagliate sui tagli del Pentagono annunciati nei giorni scorsi dal Segretario alla Difesa Leon Panetta.

Sembra infatti che l'Amministrazione Obama stia provocando dolori ancora più grandi rispetto alla cancellazione dei 23 elicotteri presidenziali che Obama operò nel 2009 con grave danno per Agusta Westland.

In America Finmeccanica ha come testa di ponte la società DRS, comprata a peso d'oro dai Guarguaglini, nella quale pochi giorni fa (come anticipato da Dagospia) è stato decapitato il vertice promuovendo a chairman l'ex-viceministro alla Difesa William Lynn.

La mossa di Orsi è stata interpretata in chiave politica per ingraziarsi l'amministrazione Obama, ma il manager ha spiegato negli ambienti politici italiani che la scelta è frutto del lavoro di una delle più grandi società americane di cacciatori di teste.

Comunque sia la scelta di Lynn non è arrivata in tempo per cancellare dai programmi del Pentagono l'acquisizione di 38 esemplari del cargo tattico C-27J prodotto da Alenia Aermacchi.

A questo punto il problema di Orsi è diventato un problema di portafoglio, non personale, ma dei lavori da portare a casa quest'anno per far quadrare il bilancio dopo le botte tremende in Turchia, Giappone, India, Usa e per i presumibili tagli del nostro Governo.

Mercoledì Monti sarà da Obama e nessuno è in grado di dire se tra i dossier del sobrio presidente ci sarà anche quello che serve ad arginare i tagli della Difesa statunitense che nella stessa giornata saranno discussi al Senato dove si deciderà anche la sorte degli F-35, i velivoli che l'Amministrazione americana vorrebbe tagliare.

Per placare l'irritazione di Orsi l'ufficio stampa di Finmeccanica si sta dando un gran da fare e un nuovo assetto. La task force della comunicazione di Finmeccanica è in pieno movimento e, come anticipato ieri da Dagospia, oggi il quotidiano "MF" conferma l'arrivo a marzo del nuovo direttore media, Carlo Maria Fenu che va ad affiancare il mite Marco Forlani, e Marco Conte, responsabile della comunicazione e immagine. A questa pattuglia di volontari si è aggiunto anche un giornalista napoletano noto per le sue barzellette e per i generosi regali di Natale.


3- UNA "VOCE" CONTRO LA SCELTA DI ROMA PER I GIOCHI 2020.
Nella polemica sulle Olimpiadi 2020 entra a piedi giunti anche la task force degli economisti che lavorano con Tito Boeri nel sito www.LaVoce.info

Con una analisi stringente viene rimesso in discussione l'analisi costi-benefici che spinge Mario Pescante, Gianni Petrucci e il sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno a perorare la scelta di Roma per i Giochi 2020.

Lo studio di fattibilità che sostiene una crescita dell'1,4% del Pil e un costo zero per le infrastrutture, è stato realizzato da un gruppo di lavoro guidato da Marco Fortis, l'economista di Verbania responsabile della Direzione studi economici di Edison e vicepresidente della Fondazione omonima.

Non è la prima volta che i professorini della "Voce.info" contestano Fortis perché già nell'aprile di tre anni fa denunciarono la sua incapacità di cogliere il declino italiano. Adesso è sceso in campo un giovane esperto di economia urbana che si chiama Lawrence Bartolomucci, che sulla base di un modello matematico ha smontato le previsioni ottimistiche di Fortis e di Pescante sostenendo che, sia dal punto di vista del Pil che dei posti di lavoro, l'ottimismo è ingiustificato.


4- UN CAPPON PER OPUS DEI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dietro il bordello per il futuro assetto della Rai si intravede la mano discreta di un uomo di 91 anni.

È quella di Ettore Bernabei, il mitico ex-manager che ha guidato viale Mazzini dal '60 al '74 e oggi sta spendendo parole in Vaticano e tra i ministri "cattolici" per portare alla direzione generale Claudio Cappon. Quest'ultimo ha lavorato per 20 anni all'Iri ed è già stato al vertice della Rai tra il '98 e il 2002 senza lasciare segni particolari".

 

gb40 viittorio grilli corrado passeramontiVincenzo La ViaMARIA CANNATAdario ScannapiecoPietro GaribaldiGiuseppe Orsi LEON PANETTA Barack Obama5al40 mario pescantegianni petrucci foto mezzelani gmt GIANNI ALEMANNO ETTORE BERNABEI CLAUDIO CAPPON

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....