patuano recchi bollore cattaneo

CATTANEO IL RISTRUTTURATORE - NAGEL AVEVA PRONTA LA NOMINA DEL MANAGER DA DUE ANNI, DA QUANDO LO HA FATTO ENTRARE NEL CDA TELECOM. E POI HA CONVINTO BOLLORÉ CHE PATUANO NON ERA L'UOMO GIUSTO PER RIBALTARE LA SOCIETÀ - TUTTI GLI OSTACOLI DEL NUOVO AD

Giovanni Pons per ''Affari & Finanza - la Repubblica''

 

"Hai voluto la bicicletta, ora pedala ". E' questo il detto che meglio si attaglia a Flavio Cattaneo, manager milanese (è nato a Rho nel 1963) improvvisamente catapultato al vertice della prima azienda tecnologica del paese, Telecom, per opera di azionisti francesi che ne hanno preso il "controllo di fatto" da qualche mese a questa parte. In realtà questo cambiamento non ha sorpreso più di tanto gli addetti ai lavori. Che se lo aspettavano da un paio di anni.

flavio cattaneoflavio cattaneo

 

Ossia fin dal suo ingresso nel consiglio di Telecom, esattamente due anni fa, quando si disse che Cattaneo era l'uomo su cui Mediobanca (che allora era ancora azionista Telecom) puntava per sostituire Marco Patuano qualora ve ne fosse stata la necessità. E in questa direzione ha remato fin dall'inizio il presidente Giuseppe Recchi, nominato dall'assemblea ma indicato da Alberto Nagel nella lista che non prese la maggioranza dei voti ma con un escamotage riuscì lo stesso a nominare la maggioranza dei consiglieri.

 

Che cosa abbia spinto Nagel a rompere con Patuano e a convincere Vincent Bolloré, uomo forte di Vivendi ma anche di Mediobanca, che Cattaneo è il manager giusto per rilanciare Telecom Italia, non è dato sapere. Forse le vere ragioni emergeranno in seguito. Certo è che Cattaneo si è saputo costruire nella sua carriera una buona reputazione di ristrutturatore, attraverso le diverse aziende da cui è passato, dalla Fiera di Milano, alla Rai, a Terna fino a Ntv.

sabrina ferilli e flavio cattaneosabrina ferilli e flavio cattaneo

 

E a scrollarsi (parzialmente) di dosso, grazie anche ai buoni uffici della moglie Sabrina Ferilli, la fama di manager legato alla politica del centrodestra berlusconiano con Paolo Romani, Paolo Berlusconi e Ignazio La Russa tra i suoi riferimenti principali. Conoscenze che ora gli torneranno utili se dovrà per forza di cose cercare di riallacciare i fili con la politica romana.

 

Uno dei principali problemi di Telecom Italia, infatti, sono i rapporti con le autorità di regolamentazione del business telefonico. Quando alla guida della società c'era Franco Bernabè, nel periodo 2007-2013, i concorrenti protestavano per il trattamento troppo favorevole che l'Authority per le tlc riservava a Telecom. Poi con la gestione Patuano questi rapporti si sono via via guastati tanto che uno dei motivi della sua sostituzione sono state le numerose multe e sanzioni che AgCom e Antitrust hanno comminato a Telecom negli ultimi due anni.

 

telecom patuanotelecom patuano

Cattaneo, tipo sbrigativo e dal carattere ruvido, dovrà cercare di ricucire questi rapporti assai delicati per un'azienda che opera in un business regolamentato. Recuperando anche un buon rapporto con il governo che sta spingendo sull'acceleratore dell'Enel quale concorrente di Telecom nella posa della fibra ottica fin nelle case degli italiani. Non vi è dubbio che ciò rappresenti un grosso problema per Telecom che vede iscritta a bilancio la propria rete in rame per un valore intorno ai 15 miliardi.

 

L'accelerazione degli investimenti sulla banda larga impressa da Patuano non sembra ancora sufficiente ad arginare la discesa in campo di un colosso come l'Enel che ha un vantaggio di costo notevole nella posa della fibra grazie alla proprietà della propria rete elettrica. La strategia di Telecom ha bisogno di un lucido guizzo, e un manager come Cattaneo è in grado di produrlo, a sentire chi ha lavorato con lui.

 

Il prezzo di un deterioramento dei rapporti con il governo è molto alto da pagare e potrebbe portare anche alla decisione di scorporare la rete per farla confluire in un progetto unico con l'Enel. In ogni caso, dalle capacità di Cattaneo di trovare una soluzione definitiva al core business della Telecom dipenderanno anche le altre politiche di efficientamento dell'azienda.

 

GIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANOGIUSEPPE RECCHI MARCO PATUANO

Gli azionisti francesi hanno già chiesto a gran voce di tagliare costi per circa un miliardo di euro e la sfida di Cattaneo è quella di riuscire ad arrivare a questo obbiettivo cercando di toccare il meno possibile il personale. Alla Ntv (treni Italo), dopo una dura trattativa con i sindacati, era riuscito a imporre un contratto di solidarietà collettiva senza fuoriuscite di personale, e così aveva fatto Patuano in Telecom. Ora bisognerà vedere se non saranno richiesti sacrifici addizionali ai dipendenti.

 

Certo, se la concorrenza di Enel costringerà Telecom a una svalutazione dei propri asset le ricadute sul personale potrebbero essere molto più pesanti. Ecco perché, probabilmente, Cattaneo cercherà di recuperare risorse cercando altre vie, magari piazzando la controllata Tim Brazil al miglior offerente. La "questione brasiliana" è al centro delle dispute da circa dieci anni: già Marco Tronchetti Provera si domandò alla fine del 2006 se non era il caso di vendere il terzo operatore mobile carioca che stava crescendo molto bene grazie alla licenza conquistata pochi anni prima da Marco De Benedetti.

 

alberto nagel bollorealberto nagel bollore

Tra la fine del 2013 e il 2014 si arrivò a valutare Tim Brazil fino a 15 miliardi pensando che Telefonica e Carlos Slim volessero strapparsela di mano. Poi l'inversione del ciclo economico in Brasile e il minore interesse degli spagnoli che nel frattempo hanno acquistato Gvt proprio dagli attuali azionisti di Telecom, hanno ridotto le valutazioni.

 

Patuano considerava Tim Brazil strategica e ha tentato di creare il primo gruppo fisso-mobile in terra sudamericana attraverso una fusione con Oi. Cattaneo, invece, potrebbe rispolverare l'idea di una vendita tout court in modo da recuperare risorse per gli investimenti in Italia. D'altronde il manager può vantare un buon track record nel paese sudamericano costruito ai tempi di Terna, quando prima quotò in Borsa e poi vendette con ampio profitto una controllata del gruppo.

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI

E poi è considerato una grande negoziatore, sia per sè sia per le aziende per cui lavora. Solo qualche anno fa si era messo in testa che Terna avrebbe dovuto incorporare la Snam, che stava per essere scorporata dall'Eni, anche se quest'ultima era molto più grossa della prima. Le negoziazioni furono molto dure ma alla fine prevalse la linea della Cdp che fece confluire le due società da essa partecipate sotto un'unica holding, nonostante le insistenze di Cattaneo. Così come devono essere state molto dure le negoziazioni che hanno infine permesso a Cattaneo di staccarsi da Ntv per andare a guidare Telecom.

 

Per accettare la sfida dei treni il manager aveva preteso anche di investire in proprio e di ottenere altre azioni sotto forma di stock grant al raggiungimento di alcuni obbiettivi. Inoltre, la parte variabile del suo stipendio era commisurata in una percentuale molto alta (si dice il 10%) al Mol (margine operativo lordo) che nel bilancio chiuso al 2015 è ammontato a 58 milioni grazie a 40 milioni di sconto ottenuti da Ntv sull'affitto della rete dalle Ferrovie dello Stato. Allo stesso modo Cattaneo deve aver spuntato condizioni molto premianti per il suo ingresso in Telecom.

 

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE

Non tanto sulla remunerazione di base ma su quella variabile che secondo alcune fonti sarebbe legata al prezzo dell'azione Telecom che dovrebbe arrivare fino a 1,7 euro per far scattare bonus milionari. Il momento d'oro di Cattaneo è poi sancito dalla conferma come consigliere nel cda di Generali, essendo gradito a Mediobanca e a Francesco Gaetano Caltagirone, azionista forte del Leone di Trieste. In realtà il legame tra Cattaneo e Caltagirone va ben oltre, essendo il primo presidente della Domus, una delle scatole immobiliari dell'imprenditore romano che ha tentato lo sbarco in Borsa, senza successo, lo scorso settembre.

 

E Cattaneo, da consigliere Telecom, aveva tentato di far naufragare il piano di riorganizzazione degli immobili del gruppo promossa da Patuano, poiché contrastava con gli interessi di Caltagirone nella capitale. Infine, nel suo nuovo percorso professionale, Cattaneo si troverà a dover gestire la partita televisiva.

 

Il socio di riferimento Vivendi sta infatti per annunciare una forte alleanza con Mediaset, che passerà attraverso uno scambio di partecipazioni ai piani più alti e da una collaborazione nella produzione dei contenuti e nella pay tv. Quanto questa alleanza possa produrre delle ricadute su Telecom è ancora da vedere ma queste potrebbero essere importanti e forse in grado di ribaltare la strategia industriale portata avanti fino a ora: essere un tubo trasportatore di tutti i contenuti prodotti da terzi.

 

Se questo concetto verrà rinnegato, dando l'esclusiva ai prodotti della casa, saranno rimessi in discussione anche gli accordi sin qui raggiunti con altri operatori come Sky, Netflix e la stessa Rai. Insomma, con tutte queste partite aperte, la scossa che Cattaneo può imprimere come nuovo capoazienda di Telecom sono tante e diverse. Bisogna sperare che siano tutte compiute nell'interesse dell'azienda e non solo dei mercati finanziari.

cyrill vincent e yannick bollorecyrill vincent e yannick bollore

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)