CIAO MAO, IN CINA E’ SCOPPIATA LA GUERRA DEL FARD: I COSMETICI ALL’ASSALTO DELLE CINESI VANITOSE

Paola Jadeluca per "Affari & Finanza - la Repubblica"


Una grande guerra per un rossetto. Un rossetto ma anche un fondo tinta, un mascara, un eyeliner, una crema antirughe, uno sbiancante, uno smalto, uno shampoo, una tintura per capelli, un deodorante, un profumo: tanti piccoli prodotti che messi insieme valgono un business gigantesco.

Soprattutto in Cina, diventato il terzo mercato al mondo, ma con un potenziale enorme di crescita. Secondo Nbs, National bureau of Statistics for China le vendite di F&C, fragranze e cosmetici, sono cresciute nel 2012 del 17%, appena un poco meno del 2011 che rispetto all'anno precedente aveva fatto segnare un incremento del 18,7%.

Ma rispetto alla frenata degli altri beni di lusso, in particolare il fashion, questo resta il segmento più dinamico e promettente. Cresce a doppia cifra la cosmetica femminile, cresce a doppia cifra quella maschile, cresce la cosmetica e cura della persona per i bambini, con 20% di incremento l'ultimo anno. Secondo Nbs, le vendite al dettaglio di F&C, fragranze e cosmetici, si sono attestate a 134 miliardi di yuan.

Un dato, però, che riguarda solo i prodotti di imprese di una certa dimensione, e non calcola, invece, realtà al di sotto dei 5 milioni di fatturato. Su questo mercato immenso, infatti, insistono migliaia di aziende, molte piccole e frammentate. I consumatori devono districarsi in una giungla di linee e marchi, domestici e stranieri.

Ma in ogni segmento dominano pochi, consolidati brand, dove i cinque marchi top controllano più del 50% delle vendite: Shampoo: Head&Shoulder, Pantene, Rjoice (P&G), Slek, LuxM; cura della pelle: Olay (P&), L'Oréal, Aupres, Lancôme, Estée Lauder, nelle fragranze Chanel, Dior, Boss, Burberry, Lancôme. Gli stranieri coprono l'80% delle vendite. I cinesi continuano a preferire i marchi occidentali perché danno più affidamento in termini di sicurezza.

«I cinesi sono diventati particolarmente attenti a tutto ciò che viene a diretto contatto con la pelle e il corpo e subito dopo il cibo, la cosmetica è ciò a cui prestano maggiore attenzione, per questo i brand europei e americani che offrono più sicurezza, sono avvantaggiati », racconta da Shanghai Kevin Der Arslanian, analista di China market research group. In corso c'è un grande testa a testa fra la francese L'Oréal e l'americana Estée Lauder, che si contendono la leadership a colpi di packaging, nuove linee di prodotti e pubblicità.

In media la spesa per pubblicità in questo settore è salita del 6,13%, ma i big spendono di più. L'Oréal, per esempio, è la numero uno per spese in advertising e lo scorso anno ha incrementato gli investimenti in promozione del 24,5%. La fascia più alta, la premium, è la più dinamica.

In cima alla piramide, nell'area "prestigio", secondo la società di ricerca Guosen, troviamo tre brand, Lâncome, dell'Oréal, e Estée Lauder, tallonati da Sk11, il marchio giapponese oggi di proprietà della P&G, considerato uno dei più cari al mondo. In fatto di cosmetica i cinesi non badano a spese.

Profumi e cosmetici rappresentano infatti il nuovo fronte del lusso. In Cina, come nel resto del mondo. Il lusso dei poveri, il lusso quotidiano. «Un lipstick Chanel Rouge costa 30 euro, altri sempre griffati anche meno, contro una borsa che costa cento volte di più e un pezzo di gioielleria o un orologio che può costare fino a mille volte di più», sostengono Luca Solca, Paola Bertini e Hui Fan, analisti di Exane Bnp Paribas.

«Chi ha più tecnologia e più efficienza vince- spiega Der Arslanian- per questo brand come La Mer (Esté Lauder) stanno incrementando quote di mercato, mentre sta scivolando L'Oréal, perché percepito come più abbordabile».

E' uno dei paradossi di questo mercato. Ai piccoli numeri, infatti, fa da contraltare il volume di prodotti. Ma le griffe vogliono nonostante tutto mantenere la loro aura di "esclusività". In Cina si assiste a due fenomeni: da una parte la forte spinta a escludere dalla distribuzione retail i marchi meno noti con politiche commerciali particolarmente aggressive.

Dall'altra la creazione di canali alternativi. La diffusione dei professional store, per esempio, come Sephora, del gruppo Lvmh, che sta spingendo molto ora sulla cosmetica, un segmento che secondo Exne Bnp Paribas dovrebbe far salire l'Ebit nei prossimi anni. Soprattutto grazie ai mercati emergenti.

Tra i professional store, il gigante è Watson, del gruppo Hutchison, con base a Hong Kong, che sta allargando la rete e oggi conta 2.200 store, e dopo l'Asia è approdata in Europa. Watson ha anche lanciato una piattaforma di ecommerce. Il canale internet, infatti, come per il fashion, sta crescendo: dallo 0,8% di quota di mercato del 2007 è salita nel 2011 a uno share del 5%, con 37, 26 miliardi di yuan di e-commerce.

Una crescita del 66% che promette di continuare a ritmi sostenuti. In piena rivoluzione dei consumi, si assiste anche al fenomeno opposto: le piattaforme online che aprono i loro store fisici, come Mask family, che ha aperto i battenti a Guangzhou, nel Guandong,. Uzise ha dispiegato un piano di negozi tra Beijong, Shanghai, Chengdu e Lefeng. La competizione si fa sempre più agguerrita.

Ora la nuova sfida è conquistare le città di terzo livello, quelle dove si registrano i picchi maggiori di vendite. Qui i cinesi guadagnano terreno. Inoherb si è rapidamente attivata e in queste città è diventato il secondo marchio, con una quota di mercato nella cura della pelle del 10%, subito dopo Olay (P&G). Molti marchi locali hanno invece preferito alleanze con gli stranieri.

Shanghai Jahwa, ha stretto due anni fa una partnership di marketing e vendite con la giapponese Kao. Ma la competizione spinge verso un maggiore consolidamento. E gli stranieri approfittano della rivoluzione in corso per fare shopping di brandlocali e così arrivare in fretta nelle città di terzo livello. Jagar, gruppo della Nuova Zelanda, ha comprato Tmall. Johnson& Johnson, altro big sul mercato del Dragone, dopo l'acquisizione di Dabao, nel 2008, ha acquisito qualche mese fa Elsker. Tutto pur di diventare sempre più belli.

 

ESTEE LAUDER Marchio L`orealChairman and CEO of L OREAL Lindsay Owen-Jones e Drettore generale dell UNESCO Koichiro MatsuuraJENNIFER LOPEZ PER L'OREALduemilaecinque chanel along with a bunch of other brands fired her after the coke scandal MILIONARI CINESI NUOVI RICCHI IN CINA LAMBORGHINI IN CINA NUOVI RICCHI IN CINA

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…