somaro italia

SIAMO UN'ESPRESSIONE GEOGRAFICA A FORMA DI STIVALE - NELLA CLASSIFICA MONDIALE DELLA COMPETITIVITÀ AL PRIMO POSTO C'È LA SVIZZERA MENTRE L’ITALIA FINISCE AL 44ESIMO POSTO, UNA POSIZIONE IN MENO RISPETTO AL 2014 - PER LAVORO, FINANZA E GIUSTIZIA FUORI DAI PRIMI 100 - GLI INVESTIMENTI PUBBLICI SCENDONO DEL 6% IN UN ANNO, PERSINO L'ISLANDA È PIÙ COMPETITIVA DI NOI

Guido Beltrame per “La Verità”

 

zurigo   svizzerazurigo svizzera

And the winner is... Switzerland. Per l' ottavo anno consecutivo la Confederazione è risultata al primo posto del Global Competitiveness Index, (l'indice che misura la competitività tra i vari Paesi) stilato dal World Economic Forum. L' indice vuole misurare quei Paesi che riescono a creare le migliori condizioni economiche, sociali e ambientali per lo sviluppo economico.

 

L' Italia si è piazzata al 44° posto (43° nel 2015) preceduta, tra gli altri, e non ce ne vogliano i Paesi che citiamo, da Islanda 29° (che è praticamente fallita pochi anni fa), Malesia, Azerbaigian Malta, Federazione Russa e la tanto criticata, e senza governo, Spagna (33°).

 

svizzerasvizzera

I nostri politici e non solo, continuano a fare la guerra agli svizzeri criticandoli e considerandoli esclusivamente, la cassaforte degli evasori; è una vecchia storia: se non puoi battere il tuo avversario denigralo. Gli svizzeri, pragmatici e focalizzati, tacciono e lavorano e, da otto anni, sono il Paese più competitivo al mondo.

 

IL DOCUMENTO

Noi parliamo e perdiamo posizioni, loro costruiscono, ad esempio, più rapidamente dei tempi previsti il tunnel del Gottardo, spendendo esattamente (anzi un po' meno) di quanto messo a budget. Il nostro Premier riesce a dire che quel tunnel è in Italia, noi parliamo e, nel caso straparliamo, loro fanno e creano le condizioni per fare Il rapporto del Forum individua quali aree deboli dell' Italia: l' efficienza (meglio inefficienza) del mercato del lavoro (alla faccia del jobs act...), del mercato finanziario e le istituzioni con punteggi che ci collocano dopo la posizione 100 su 138 Paesi.

 

guardia di finanzaguardia di finanza

Per quanto concerne il mercato del lavoro, siamo al 119° posto subito dietro l' Honduras, e appena prima del Bangladesh (120°), il mercato finanziario è al 122° posto (affossato da prestiti non rimborsabili nei portafogli delle banche), mentre le istituzioni si collocano con un «brillante» 103° prima della Cambogia e dietro al Cameron. Un altro punto debole è rappresentato dal «sistema giudiziario altamente inefficiente», con buona pace dei magistrati che strepitano ad ogni tentativo di riforma...

 

Per fortuna spicchiamo nel mondo dell' innovazione tecnologica 40° posto, della salute e dell' educazione primaria 23° e delle infrastrutture (25° posto). Nel dettaglio, sempre ricordando che il campione analizzato riguarda 138 Paesi, siamo al posto 130 quanto allo spreco della spesa pubblica, 136 per il peso delle regole governative e per l' efficienza (inefficienza nel nostro caso) del sistema giuridico nella risoluzione delle controversie, 135° per il peso del debito rispetto al Pil, 137° per gli effetti della tassazione sull' incentivazione a investire e 129° per il peso della tassazione complessiva rispetto agli utili, e via di questo passo.

AGENZIA ENTRATEAGENZIA ENTRATE

 

La scheda dedicata al nostro Paese evidenzia che i fattori più problematici per fare business in Italia sono: il peso fiscale, l' inefficiente burocrazia statale, l' accesso al credito, le confuse norme fiscali e le restrittive regole del mondo del lavoro.

 

Quindi, al primo e al quarto posto c' è il fisco. Sarebbe il caso di ricordare che il 17 febbraio 2014 il Premier Renzi, uscendo dal colloquio con il Capo dello Stato ebbe a dire che nel mese di febbraio avrebbe rivisto riforma elettorale e costituzionale, nel mese di marzo riforma del lavoro (abbiamo visto con che risultati), nel mese di aprile la riforma della PA e a maggio 2014 il fisco. Promise una riforma al mese, oggi constatiamo i risultati...

 

case e catasto case e catasto

Abbiamo recentemente appreso che i vertici dell' Agenzia delle Entrate sono tra i dirigenti più pagati della PA; ecco, forse, quegli stipendi così elevati non corrispondo a un effettivo beneficio per il sistema Paese. In tutti questi anni, questi dirigenti hanno mostrato tutta la loro incapacità di rendere lineare, semplice e corretto il nostro sistema fiscale, scrivendo circolari tardive nei tempi e lacunose nei contenuti, dimenticando che, anche dal loro operato, deriva l' attrattività dell' Italia, analogo ragionamento vale per tutti quei dirigenti.

 

LA CORTE DEI CONTI

Per chiudere un dato che arriva dalla Corte dei Conti. A dimostrare che il Pil è in costante annichilimento (non a casa le stime sono state più volte riviste) c' è la costante riduzione degli investimenti interni. «Nel complesso, a tutto il mese di agosto, i pagamenti per investimenti per Amministrazioni locali e Stato risultano pari a 10,7 miliardi, in flessione del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2015», mettono nero su bianco i magistrati contabili in un documento consegnato alle Camere in occasione delle audizioni sul Def, in cui si ricorda che per attivare la clausola di flessibilità sugli investimenti, concessa per il 2016 dalla Ue, «le spese in cofinanziamento» non devono essere «sostitutive degli investimenti finanziati interamente da risorse nazionali, cosicchè gli investimenti pubblici totali nazionali non devono diminuire».

TASSETASSE

 

Al momento, gli investimenti complessivi degli enti locali si fermano a «8,6 miliardi a fronte dei 9,3 del 2015» mentre lo Stato ha pagato finora «circa 2 miliardi, con un calo rispetto ai primi otto mesi del 2015, del 4,2%.

 

La spesa finale effettiva dello Stato sarebbe in realtà ancora più contenuta (circa 1,7 miliardi nel 2016)» togliendo pagamenti agli enti locali per specifici interventi «contabilizzati anche nella spesa finale». Un altro alert. Se finirà con l' essere inascoltato scenderemo ancor di più nella classifica e ci allontanerà definitivamente dai vicini che vivono oltre Chiasso.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…