SIAMO UOMINI O GENERALI? - 11-12 CONSIGLIERI SU 17 A FAVORE DELLA CACCIATA DI PERISSIROTTO - IL COLPO DI GRAZIA DI DEL VECCHIO - “PERISSINOTTO DA TEMPO NON ERA ADEGUATO A GESTIRE. SIAMO STATI IO E PELLICIOLI A MANIFESTARE A NAGEL L’ESIGENZA DI CAMBIARE CEO. GRECO DARÀ UN DECISIVO CAMBIO DI PASSO” - POI IL PATRON DI LUXOTTICA PARA IL SEDERINO AL SUO COMPLICE NAGEL, SPONSOR DELL’OPERAZIONE SALVA-LIGRESTI: “UNIPOL-FONSAI NON C’ENTRA” - CIMBRI CONTRO PERISSINOTTO: LEDE L’IMMAGINE UNIPOL…

1 - GENERALI: 11-12 CONSIGLIERI SU 17 A FAVORE SOSTITUZIONE PERISSINOTTO
Radiocor - Perissinotto, e procedere quindi alla sua sostituzion e in occasione del cda straordinario convocato per domani, conterebbe 11-12 consiglieri sui 17 che compongono il board della compagnia del Leone. Lo riferiscono fonti vicine alla situazione. La compagine conta in particolare su Mediobanca, Caltagirone e De Agostini. A indurre alla sostituzione di Perissinotto - spiegano le fonti - sono questioni di gestione e il fatto che il titolo delle Generali e' crollato.

'Per alcuni soci la misura era colma', rilevano le fonti sottolineando che invece non c'entra per nulla la vicenda Unipol-Fonsai come ha invece indicato Perissinotto nella sua lettera ai consiglieri. Quanto alla figura individuata quale nuovo ceo, il consenso - confermano le fonti - converge su Mario Greco.

2 - GENERALI: DEL VECCHIO, DA TEMPO ATTUALE CEO NON ADEGUATO A GESTIRE
Radiocor - 'Ho letto con grande stupore ed amarezza la lettera di Giovanni Perissinotto ai consiglieri di Generali che e' stata resa pubblica dagli organi di stampa. Da essa traspare chiaramente che gia' da tempo l'attuale CEO non e' adeguato a gestire le Generali. Questo era gia' dimostrato piu' chiaramente dalla modestia dei risultati gestionali, dalla piu' che negativa percezione del mercato del suo operato e, piu' in generale, dalla totale mancanza di visione strategica'. Cosi' Leonardo Del Vecchio, azionista delle Generali che aggiunge:

'Invece di ammettere tutto cio' e dare le dimissioni - a chi peraltro lo ha nominato CEO dieci anni fa - getta discredito sui consiglieri e sugli azionisti. Considera i consiglieri sottoposti ad un'influenza speciale da parte di Mediobanca, affermazione tanto grave quanto infondata. Avendo io fatto parte di quel Consiglio e avendo correnti rapporti con molti di loro posso testimoniare che la decisione di cambiare CEO e' maturata in ciascuno con piena convinzione ed indipendenza. Sono stato io insieme a Lorenzo Pelliccioli a rappresentare a Mediobanca l'urgenza del cambiamento ed Alberto Nagel ne ha convenuto. Quindi non si tratta di una mozione di sfiducia di Mediobanca ma di una parte molto rilevante del Consiglio e dell'azionariato motivata esclusivamente da fatti aziendali inerenti alla Compagnia'.

Del Vecchio sottolinea che 'la vicenda Fonsai/Unipol non c'entra nulla con la sfiducia a Giovanni Perissinotto ed e' tirata da lui in causa solo per coprire la mancanza di risultati accettabili. Trovo infine assai grave ed intimidatoria l'affermazione secondo la quale la scelta del nuovo CEO 'non potra' fare a meno di essere inquinata dal fatto che la sua nomina e' dettata da logiche che prescindono da valutazioni di 'business'. Se il Consiglio nominera' Mario Greco come futuro Amministratore Delegato, sara' esclusivamente per dare un decisivo 'cambio di passo' alla gestione della Compagnia ed il mercato ha gia' dimostrato di essere d'accordo'.

3 - CIMBRI, PERISSINOTTO LEDE IMMAGINE UNIPOL
(ANSA) - L'a.d di Generali Giovanni Perissinotto deve "chiarire" le affermazioni su Unipol "rettificandone le parti che ledono arbitrariamente e ingiustificatamente l'immagine e gli interessi di Unipol". Lo ha detto all'ANSA, Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol.

"Ho letto con sorpresa e profonda amarezza le considerazioni del dottor Perissinotto - contenute nella lettera inviata ai consiglieri del gruppo Generali e diffusa dalle agenzie di stampa - riferite a Unipol e alla sua presunta 'salute finanziaria' allusivamente basate su una 'prova' non meglio precisata ma definita 'inquietante'" afferma Cimbri. "Voglio considerle - ha proseguito -, per i toni e i contenuti, formulate in un momento di profondo turbamento personale, nell'ambito e a supporto di proprie posizioni riferite a questioni che, come pare evincersi dal complessivo contenuto della missiva, sono di esclusiva pertinenza del gruppo Generali e dei suoi azionisti, rispetto alle quali il gruppo Unipol è ovviamente totalmente estraneo".

"La conoscenza di Giovanni Perissinotto - conclude Cimbri - e la stima che nutro nel manager e nel collega mi portano ad auspicare che, con maggiore serenità, egli stesso possa quanto prima e meglio di chiunque altro chiarire la portata delle sue affermazioni rettificandone le parti che ledono arbitrariamente e ingiustificatamente l'immagine e gli interessi del gruppo Unipol".


4 - CIMBRI, GIUDIZI PERISSINOTTO FRUTTO SUO TURBAMENTO
(ANSA) - Le valutazioni fatte da Giovanni Perissinotto, amministratore delegato delle Generali, sulla solidità di Unipol sono state "formulate in un momento di profondo turbamento personale, nell'ambito o a supporto di proprie posizioni" riferite a questioni che "sono di esclusiva pertinenza del gruppo Generali e dei suoi azionisti, rispetto alle quali il gruppo Unipol è ovviamente totalmente estraneo". E' quanto ha dichiarato all'ANSA, Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, sottolineando la "profonda amarezza" per le parole dell'Ad di Generali riferite alla compagnia bolognese.

 

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