montepaschi

COMUNQUE VADA, SARA’ UN DISASTRO. PER I RISPARMIATORI - I POSSIBILI SCENARI DI SALVATAGGIO DEL MONTEPASCHI - GLI OBBLIGAZIONISTI CHE NON HANNO CONVERTITO I BOND POTREBBERO RIPENSARCI: CON IL FALLIMENTO DI MPS PERDEREBBERO TUTTO - O VERSARLI ALLO STATO IN CASO DI INTERVENTO PUBBLICO

MONTEPASCHI GRILLI DRAGHIMONTEPASCHI GRILLI DRAGHI

Camilla Conti per il Giornale

 

Whatever it takes. A qualsiasi costo. Il motto del numero uno della Bce, Mario Draghi, può essere applicato anche al Monte dei Paschi. Che deve essere salvato, a qualsiasi costo appunto. Ma chi pagherà il conto? Per rispondere bisognerà attendere il corso degli eventi nei prossimi giorni. Gli scenari aperti sono, al momento, essenzialmente tre.

L'iceberg della Monte dei Paschi di SienaL'iceberg della Monte dei Paschi di Siena

 

Il primo, è quello più indolore per i piccoli risparmiatori perché a pagare sarà soprattutto il mercato. Se il piano «A» dei vertici del Monte andrà in porto entro il 31 dicembre a far uscire dal tunnel la banca senese saranno gli investitori privati che decideranno di puntare su Rocca Salimbeni. Anche in questo caso però il cosiddetto retail che ha in portafoglio obbligazioni subordinate della banca senese dovrà dare il suo contributo. A cominciare da quelli titolari ad esempio del bond subordinato da due miliardi emesso nel 2008 per finanziare l' acquisizione di Antonveneta.

MARCO MORELLIMARCO MORELLI

 

Chi è rimasto escluso dalla conversione di due settimane fa (per le cautele imposte dalla Consob ai profili non compatibili con un investimento azionario in base alle norme Mifid) nonostante l' avesse esplicitamente richiesta, potrebbe farlo adesso se la Commissione toglierà questo filtro come richiesto dalla banca. Visto il rischio di nazionalizzazione, l' alternativa per questi risparmiatori è tra la conversione volontaria a premio dei titoli, cioè al valore nominale nonostante un prezzo di mercato pressoché dimezzato e una conversione obbligatoria a sconto, che vedrebbe bruciata buona parte dell' investimento al momento della trasformazione in azioni.

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  4protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 4

 

Seconda ipotesi in caso di fallimento della prima sarà lo Stato ad aprire il paracadute pubblico. Il Tesoro, già azionista con il 4% di Mps, potrebbe comprare 2 miliardi di euro in azioni acquistando bond junior che lo farebbero salire nel capitale del Monte fino a controllare l' istituto.

 

Nell' ambito di un programma di burden sharing, ovvero condivisione di costi, il governo potrebbe dunque comprare tutti i bond subordinati che saranno convertiti in titoli azionari. L' operazione coinvolgerebbe anche gli obbligazionisti retail ma con forme di ristoro garantite attraverso degli strumenti finanziari adeguati. La mossa eviterebbe il ricorso al bail in ed equivale a un aiuto di Stato pur nel rispetto delle normative Ue. È tutto disciplinato dalla direttiva europea sulla risoluzione delle banche.

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  4protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 4

Terza soluzione il bail in. Ovvero la risoluzione della banca senese con le nuove regole in vigore dallo scorso gennaio, il cui impatto è stato stimato da Mps in 13 miliardi di euro. I 5 milioni di correntisti del Monte, parteciperebbero al riparto delle perdite previste solo per la parte eccedente i 100 mila euro. Significa che i depositi fino a questa cifra sono tutelati. Se il conto è cointestato la cifra si intende per ciascun intestatario. Ad esempio nel caso di due persone sale a 200mila euro.

 

Insomma, in caso di fallimento, i correntisti più «ricchi» possono essere chiamati a coprire le perdite per la somma che supera i fatidici centomila euro, ma solo dopo gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati. I titoli di questi ultimi verrebbero azzerati. E sarebbero coinvolti anche i titolari di bond ordinari e senior.

abiabi

 

E gli azionisti? Quelli del Monte sono circa 150mila, tra cui moltissimi «piccoli». Per chi ha azioni Mps in tasca da più di sedici mesi, la perdita di valore supera il 90%. Nel caso di un bail in i titoli azionari vengono azzerati. Al momento, però, le ipotesi di salvataggio sul tavolo non prevedono l' ipotesi del fallimento. In caso di intervento dello Stato, sia che questo avvenga nell' ambito della legge europea sia che il governo decida di andare incontro ad una procedura di infrazione, gli azionisti potrebbero andare incontro a ulteriori diluizioni e deprezzamenti.

MARCO MORELLIMARCO MORELLI

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO