FINCHÉ LA BARCA VA…L’ASSICURAZIONE NON PAGA - LA COSTA CROCIERE HA GIÀ PROVVEDUTO A DICHIARARE ROTTAME LA CONCORDIA - CONVIENE PIÙ CHE AGGIUSTARLA, VISTO CHE L’ASSICURAZIONE COPRE L’INTERO VALORE DELLA NAVE (450 MILIONI DI EURO) E LE SPESE RISARCITORIE FINO A 3 MILIARDI - IL REGISTRO ITALIANO NAVALE AVEVA CERTIFICATO LA SICUREZZA DELLA CONCORDIA POCO PIÙ DI UN MESE - PER IL PERITO NAVALE IL DIFFICILE È “ORGANIZZARE QUATTROMILA PERSONE IN PREDA AL PANICO” - SE POI IL CAPITANO ABBANDONA LA NAVE ANCORA PEGGIO…
Di Erika Dellacasa per "Corriere.it"
Le chiamano i grattacieli del mare, sono come piccole città e infatti la loro concorrenza spietata ha spinto i villaggi turistici in una lunga stagione di crisi. Gli ultimi anni hanno visto una corsa alla nave ogni volta con qualcosa di più da offrire alla clientela. Ma il gigantismo ha cominciato a richiedere qualche riflessione. «Credo - dice Marco Calabria, ingegnere e perito navale - che il limite si sia ormai raggiunto. Non mi riferisco al limite tecnico perché queste navi sono sicure e tecnologicamente avanzatissime, ma a quello della gestione delle persone a bordo. Quello che è accaduto alla Costa Concordia fa pensare: l'incagliamento ha consentito tempi di evacuazione abbastanza lunghi, non c'è stato un affondamento rapido, ma organizzare quattromila persone in mare, molte in preda al panico, è veramente duro».
La domanda, allora, è: sono sicure queste navi enormi? La loro altezza non le rende particolarmente esposte a inclinarsi su un lato? «Sono sicure quanto le altre più piccole - dice Calabria - perché i coefficienti di stabilità sono calcolati sulle loro dimensioni e sulle loro nuove altezze. Tutto è in proporzione. Dalle foto che ho visto, lo squarcio a poppa della Concordia era almeno di una cinquantina di metri. Ciò significa che un masso di qualche tonnellata, che è rimasto conficcato nello scafo, ha aperto quattro o cinque camere stagne. Mediamente una camera stagna va dai 10 ai 15 metri. L'allagamento di due camere stagne può già essere un problema per la stabilità ».
Tallone d'achille è il fattore umano. Sia per la dinamica dell'incidente quanto per il panico che si diffonde a bordo. La Costa Concordia disponeva di 26 scialuppe di salvataggio, disposte sui due lati di bordo, ogni scialuppa può portare 150 persone. Chi si occupa di sicurezza navale sa che le scialuppe di un solo lato devono essere «sufficienti» in caso di abbandono nave, perché quasi sempre succede che le navi in collisione o avaria si abbattano su un fianco rendendo inservibili le scialuppe di quel lato.
Insieme alle scialuppe sono in dotazione le zattere, chiamate anche barilotti, ovvero i gommoni autogonfiabili. La somma di questi mezzi di abbandono nave deve garantire il trasporto per tutti. Il Rina, il Registro italiano navale che ha certificato la sicurezza della Costa Concordia poco più di un mese fa, il 13 novembre scorso, ha inviato una nota all'armatore in cui conferma che sulla nave «sono stati effettuati gli accertamenti, secondo le scadenze stabilite, con buon esito nel 2011». Scialuppe, zattere e salvagenti erano in regola.
Inoltre secondo gli standard internazionali devono essere «definiti appositi percorsi di sfuggita - scrive il Rina - attraverso corridoi e scale che indirizzino i passeggeri verso punti di raccolta designati per l'abbandono nave». I percorsi sono segnalati a terra lungo tutti i corridoi con led luminosi, nel protocollo della sicurezza di Costa Crociere si specifica che sono «segnali verdi fotoluminescenti», visibili ovviamente anche in caso di black out. Nel protocollo si precisa anche la procedura di evacuazione: «Per quanto remota ne sia l'eventualità , l'abbandono della nave si configura come un'eventualità possibile».
Nel dettaglio, vengono elencati i cartelli luminosi che indicano le direzioni da seguire per l'abbandono nave posizionati ad altezza d'uomo e in basso nel caso di fumo a bordo che ostruisca la visuale. Ci sono poi gli allarmi sonori. «Il segnale di abbandono nave - dice Mario Terenzio Palombo, che per anni ha comandato le navi Costa (primo comandante della Costa Fortuna) - è costituito da sette fischi corti di sirena e uno lungo, il comandante dà l'ordine di abbandono attraverso gli altoparlanti, ordine ripetuto in diverse lingue». Quanto alla sicurezza dei giganti del mare il comandante Palombo è categorico: «Sono dei gioielli».
Un'opinione confermata anche dagli assicuratori. La Costa Concordia è assicurata per quanto riguarda il corpo (cioè la nave) con la società Aon per 450 milioni di euro, l'intero valore della nave, e questo sarà risarcito perché per questo tipo di polizza non c'è «usura» ma vale la cifra dichiarata. Quello della Concordia - confermano ambienti assicurativi - è una «total loss», una perdita totale, la nave viene quindi dichiarata perduta dall'armatore che ne richiede il risarcimento, a questo punto quello che è giuridicamente un relitto deve essere recuperato.
In questa seconda fase intervengono gli assicuratori «P&I» che rispondono dei risarcimenti danni ai passeggeri e dei costi di recupero e demolizione dello scafo (di queste operazioni la Costa Crociere ha incaricato la Smit di Rotterdam, società leader mondiale intervenuta anche sulla Haven). Una nave delle dimensioni della Costa Concordia è normalmente assicurata per un valore risarcitorio di 3 miliardi di dollari, 2 miliardi per i passeggeri e 1 miliardo per l'equipaggio. «La Concordia - dice un broker marittimo - è considerata al top della sicurezza. Navi come quelle non possono permettersi di non avere tutto in regola. Per quel che riguarda il fattore umano queste polizze prevedono e coprono anche l'errore nautico».





