renzi viola morelli mps

DOMANDA FACILE FACILE: IL MARCO MORELLI PROSSIMO AD DI MONTEPASCHI E' LO STESSO MARCO MORELLI DIRETTORE FINANZIARIO DI MPS CHE GESTI' L'ACQUISIZIONE DI ANTONVENETA? - INDAGATO ED ARCHIVIATO DALLA MAGISTRATURA PER I DERIVATI "ALEXANDRIA" E "SANTORINI", VOLUTI DA MUSSARI - IL RUOLO DI BASSANINI

 

Andrea Giacobino per www.andreagiacobino.worldpress.com

 

Sembra il titolo di un giallo, ma è quello più adatto ad un film dell’orrore: l’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Fuori di metafora, a meno di soprese dell’ultima ora, questa settimana il consiglio d’amministrazione di Mps incoronerà Marco Morelli, oggi top banker per BofA Merrill Lynch, come nuovo amministratore delegato.

marco morellimarco morelli

 

Fin qui si sono spese parole sui mandanti dell’uscita forzata del suo predecessore Fabrizio Viola, dal duo ex Goldman Sachs di Claudio Costamagna (Cdp) e Massimo Tononi (presidente della banca), al duo delle banche che hanno studiato l’aumento di capitale di 8 miliardi di euro, Jp Morgan (nelle cui fila Morelli ha militato) e Mediobanca. E parole si sono spese anche sui presunti “padrini” di Morelli, dallo stesso Matteo Renzi a Giuseppe Guzzetti, “arzillo nonnetto” capo di Fondazione Cariplo e dell’Acri.

 

In realtà nessuno si è soffermato di quanto, purtroppo, è stato già importante Morelli a Rocca Salimbeni. Basta andare sul sito personale del banchiere (www.marco-morelli.com) e ragionare.

 

VIGNI MUSSARI VIGNI MUSSARI

In esso si dice che Morelli “da giugno 2006 a febbraio 2010 ha ricoperto i ruoli di vice direttore generale di Banca MPS, responsabile divisione corporate banking e capital markets, e successivamente chief financial officer. E’ stato anche amministratore delegato di MPS Capital Services Banca per le imprese”.

 

Quindi cominciamo col dire che Morelli ha partecipato, in qualità di altissimo dirigente, al disgraziato acquisto di Antonveneta avvenuto sotto la presidenza di Giuseppe Mussari e la direzione generale di Antonio Vigni tra fine 2007 e inizio 2008, costato alla banca (di cui advisor era Mediobanca) circa 9 miliardi al netto dei finanziamenti.

 

Ma c’è di più. Quando esplode lo scandalo dei derivati Alexandria e Santorini e Mussari viene indagato e defenestrato, arriva al suo posto Alessandro Profumo. Il suo primo bilancio (2012) perde 3,17 miliardi, l’ultimo (2014) è finito in rosso per 5,3 miliardi con un 2013 in passivo per 1,4 miliardi: in totale in tre anni sotto la presidenza di “Arrogance” il Monte ha bruciato oltre 10 miliardi e varato due aumenti di capitale da 8 miliardi.

Alessandro Profumo Fabrizio ViolaAlessandro Profumo Fabrizio Viola

 

Le chiacchiere sostengono che tutti i problemi di Mps sono legati ai famosi derivati, vicenda nella quale Morelli, che pure era informato, è stato indagato ma poi archiviato.

 

In realtà il buco del Monte arriva sia dalla svalutazione degli avviamenti (1,5 miliardi nel 2012), ma soprattutto dalla voragine delle perdite sui crediti: oltre 2,6 miliardi nel 2012, 2,8 miliardi un anno dopo e 7,8 miliardi nel 2014. La Banca Centrale Europea ha messo il dito sulla piaga quando nell’ottobre del 2015 ha compilato la sua Asset Quality Review sul Monte: “La qualità degli attivi della banca è ancora influenzata dalla politica espansiva adottata in anni recenti (2008-2010), dalla scarsa qualità (sotto la media) del portafoglio-crediti della ex Antonveneta e il basso livello degli standard di erogazione del credito verso parti correlate e il territorio di riferimento”.

ENRICO ROSSIENRICO ROSSI

 

In altre parole significa che sotto Mussari e sotto la direzione finanziaria di Morelli (che proponeva e deliberava i crediti) il Monte ha erogato denaro in modo scriteriato, anche e soprattutto agli “amici” (parti correlate) o esponenti vicini all’allora consiglio d’amministrazione. Chi sono stati i beneficiati? Nessuno lo sa. Profumo ha svalutato oltre 12 miliardi di crediti in tre anni ma non ha detto chi era cattivo debitore della banca.

 

La “glasnost” c’è stata solo per via indiretta con almeno due nomi di creditori: il pastificio Amato (cui Mps prestò 19 milioni) e la Sorgenia allora di Carlo De Benedetti, che vide il Monte oltre che azionista anche erogatore di almeno 600 milioni di fidi.

bassanini linda lanzillottabassanini linda lanzillotta

 

“Fuori i nomi dei beneficiari dei crediti facili”. Nella sua bacheca Faceboook il governatore della Toscana Enrico Rossi ha scritto qualche settimana fa: “Il Monte Paschi di Siena è in difficoltà estreme per i crediti deteriorati e il Sole 24 Ore chiarisce che il Monte vanta 24 miliardi di crediti malati: un’enormità anche rispetto ad altre banche italiane.

 

Di grazia, potete fornirci i nomi dei primi cento grandi beneficiari di questi crediti facili? Potremmo così capire meglio l’intreccio politico e affaristico che ha attraversato il Monte dei Paschi durante la gestione Mussari. Poiché si dovrà fare un intervento pubblico, noi cittadini abbiamo diritto di sapere!”.

 

L’antirenziano Rossi è servito: fra poco i 100 nomi potrà chiederli direttamente a Morelli. Della cui nomina sono lieti Franco Bassanini e la moglie Linda Lanzillotta. E l’ex presidente di Cdp, come tutti sanno, ha sempre contato molto a Siena.

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...