deutsche bank

DAS BANCA - DEUTSCHE BANK CHIUDE IL BILANCIO CON 6,8 MILIARDI DI PERDITE: LA PIU’ IMPORTANTE BANCA TEDESCA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI - IN UN ANNO HA BRUCIATO LA META’ DEL VALORE SUI MERCATI - RICORDIAMO A MERKEL, SCHAEUBLE E WEIDMANN LA SUA LUNGA LISTA DI SCANDALI: EVASIONE FISCALE, RICICLAGGIO E MANIPOLAZIONE DEL TASSO LIBOR

Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica

 

Con quegli occhi tristi e la sobrietà semi-penitenziale, John Cryan sembrava l’Enrico Bondi dei tedeschi, sette mesi fa. Approdato d’estate ai vertici della Deutsche Bank, si era messo le mani nei radi capelli e aveva cominciato a rivoltare un colosso uscito con i piedi di argilla da anni di scandali giganteschi e gestioni spericolate.

i credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggii credit default swap di deutsche bank dal 2011 a oggi

 

Ma dinanzi all’attuale ecatombe sui listini – metà del valore bruciato in un anno, da oltre 40 a meno di 20 miliardi di euro – forse Cryan ha promesso “too little, too late”, come amano dire gli anglosassoni. Troppo poco e troppo tardi.

 

Sicuramente, il titolo sconta in questi giorni un’isterìa che ha investito ormai tutti i mercati finanziari e non risparmia neanche una banca che sulla carta ha ancora un margine di serenità elevato, con riserve di liquidità che superano i 220 miliardi di euro.

 

Anche la patrimonializzazione, pur non essendo entusiasmante, non giustifica la pioggia di vendite cui si è assistito soprattutto da lunedì. Tuttavia, è anche vero che alcune incognite pesano sui bilanci e mettono in ombra la liquidità o i cuscinetti anti crisi.

DEUTSCHE BANKDEUTSCHE BANK

 

A fronte di un quinto del bilancio costituito da investimenti immobiliari e prestiti alle imprese tedesche, gli analisti guardano con preoccupazione a un terzo abbondante di bilancio investito in derivati e generiche “altre” esposizioni.

 

Inoltre, il coinvolgimento in innumerevoli scandali – dalla manipolazione del tasso Libor, a quella dell’oro e delle valute, dalle operazioni altrettanto dubbie su oro e argento al sospetto di evasione fiscale, dal riciclaggio all’aggiramento delle sanzioni in Russia – è costata già oltre 12 miliardi di euro alla banca tedesca, negli ultimi tre anni.

DEUTSCHE BANK DEUTSCHE BANK

 

E i guai giudiziari sono lunghi dall’essere finiti. Cryan ha rassicurato nei giorni scorsi i mercati sostenendo di avere accantonato abbastanza liquidità per far fronte ai contenziosi futuri. Ma ad elencarli, fanno impressione.

 

E ai tedeschi che commentano con orrore i tonfi e le malefatte delle banche italiane di questo periodo bisognerebbe ricordare ogni tanto il numero di volte che l’ammiraglia del sistema creditizio tedesco è finita sulle prime pagine dei giornali.

 

Cryan non subisce solo gli umori del momento di un quadro finanziario sovraeccitato. Paga anche, in estrema sintesi, la scelta di aver cominciato a rivoluzionare il più importante istituto di credito della Germania senza avergli ancora offerto un orizzonte chiaro.

 

MERKEL E SCHAEUBLEMERKEL E SCHAEUBLE

Ha promesso una seria razionalizzazione ed è stato trasparente in ogni passaggio. Ridurrà di un quarto i dipendenti, si ritirerà da dieci mercati esteri – tra cui la Russia dov’era coinvolta in vari scandali – e azzererà i dividendi per anni, finché la banca non ricomincerà a respirare.

 

Ma se il suo rigorosissimo programma di austerità rimpicciolisce un istituto che in questi ultimi vent’anni aveva cercato di gonfiarsi a dismisura scimmiottando i colossi americani, il manager britannico non ha offerto prospettive solide di rilancio e di redditività. Non ancora, almeno.

 

Per la prima volta dal 2008, Deutsche Bank ha archiviato un bilancio con una pesantissima perdita: 6,8 miliardi, Quanto il clima sia elettrico attorno a Francoforte lo dimostrano anche i cosiddetti credit default swap, le assicurazioni sui fallimenti, che martedì sono arrivati a costare quanto nei momenti più acuti della Grande crisi.

MERKEL E SCHAEUBLEMERKEL E SCHAEUBLE

 

Dinanzi al crollo del titolo di lunedì, poi, Cryan ha scelto una strategia che sembra aver aumentato la diffidenza degli investitori. Dopo un pesantissimo capitombolo in Borsa, l’ad ha scritto una lettera ai dipendenti definendo Deutsche Bank «solida come una roccia» e dettagliando poche ore dopo in una nota tutte le risorse a disposizione per gli impegni futuri: 4,3 miliardi per le cedole del 2017 e 350 milioni per una in scadenza ad aprile che aveva già innervosito i mercati.

 

Il manager starebbe addirittura pensando, secondo un’indiscrezione rimbalzata sul Financial Times, di ricomprarsi del debito per frenare l’emorragia in Borsa. Ma agli investitori in fuga dal titolo, evidentemente, non basta che Cryan fletta il bicipite. O che il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, scenda in campo sostenendo di non essere preoccupato.

 

anche jens weidmann ha i suoi momenti gordon gekkoanche jens weidmann ha i suoi momenti gordon gekko

Ha scritto ieri la Frankfurter Allgemeine Zeitung: «Cosa si deve pensare di una banca che è costretta a promettere ai clienti e agli investitori di essere in grado di ripagare i debiti? Quanto è solida una banca che ha distrutto un terzo del valore dei suoi azionisti in un mese, e metà in un anno?

 

Non sono più soltanto i clienti di un paio di banche greche che si stanno facendo queste domande toste, ma i clienti di Deutsche Bank». E la sfida è trovare banche greche coinvolte in altrettanti scandali.

 

 

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO