
IL “DAZISMO” DI TRUMP FA ANCHE COSE BUONE – I FONDI STATUNITENSI PREFERISCONO I TITOLI DI STATO EUROPEI RISPETTO AI TREASURY AMERICANI, MESSI A RISCHIO DALL’ENORME DEFICIT (CHE AUMENTERÀ CON IL BIG BEAUTIFUL BILL DI TRUMP) E DALLA SVALUTAZIONE DEL DOLLARO – BLACKSTONE, CHE GESTISCE 11.600 MILIARDI DI DOLLARI: “I RENDIMENTI SONO PIÙ INTERESSANTI QUI CHE NEGLI USA”. MA QUANDO SI PARLA DI AZIONARIATO, NON CI SONO CAZZI: GLI AMERICANI CI FANNO IL CULO (L’AZIENDA PIÙ CAPITALIZZATA NEGLI USA, NVIDIA, VALE 4MILA MILIARDI, QUELLA CHE VALE DI PIÙ IN EUROPA, SAP, 300…)
Estratto dell’articolo di Fausta Chiesa per il “Corriere della Sera”
BlackRock preferisce i titoli di Stato europei ai Treasury americani, ma per l’azionariato sceglie gli Usa.
E sul fronte dazi, se ci potranno essere conseguenze su inflazione e crescita, non ci sarà la recessione globale.
LARRY FINK DI BLACKROCK ALLA CONFERENZA CERAWeek di Houston
Il gruppo di risparmio più grande al mondo con 11.600 miliardi di dollari di masse in gestione ha presentato ieri il suo outlook di metà anno e — ha spiegato a Milano Bruno Rovelli, chief investment strategist in Italia — «i rendimenti sono più interessanti in Europa rispetto agli Stati Uniti» dove — analizza BlackRock — «un’inflazione resistente impedirà alla Federal Reserve di effettuare tagli significativi» anche se i rendimenti dei Treasury a lungo termine «potrebbero temporaneamente scendere, poiché i mercati scontano i tagli dei tassi in un contesto di mutevoli scenari».
La preferenza si sposta così sul debito europeo, che ha rendimenti attrattivi e il premio a termine si è alzato.
Tra i titoli di Stato «preferiamo i bond periferici — ha precisato Rovelli — come l’Italia e la Spagna», con quest’ultima Paese preferito in Europa.
In un contesto di incertezza commerciale e geopolitica, ma con alcune «megaforze» che influenzano l’economia (investimenti in AI, riarmo e transizione) «le azioni sono da continuare a preferire alle obbligazioni, soprattutto negli Stati Uniti».
A livello geografico, sull’azionariato «gli Usa continueranno a sovraperformare l’Europa» perché secondo Rovelli «rimangono in una posizione solida in settori ad alta crescita come il tech», mentre nella Ue, nonostante «la politica economica più espansiva, fatichiamo a vedere elementi che rendano la crescita strutturale», come il «miglioramento della produttività».
[…] Al centro dell’attenzione, in Ue e anche negli Usa, anche le utility con l’AI e i sistemi di raffreddamento contro il surriscaldamento che faranno crescere i consumi di energia di un 3-4% all’anno.
Lo choc dei dazi Usa «si manifesterà sull’inflazione e sulla crescita globale, ma non ci sarà una recessione, perché gli altri Paesi stanno adottando politiche fiscali più espansive, soprattutto la Germania e la Cina».