banconote lira lire euro

“UN PIANO B DI USCITA DALL'EURO FAREBBE DEI RISPARMIATORI CARNE DA MACELLO” - FERRUCCIO DE BORTOLI: “IMPOVERISCE SUBITO FAMIGLIE E IMPRESE. OGNI DICHIARAZIONE AVVENTATA MUTA LE ASPETTATIVE DEGLI INVESTITORI, ALIMENTA I PEGGIORI APPETITI DEGLI SPECULATORI. SAREBBE DEVASTANTE UN RITORNO ALLA LIRA”

Ferruccio De Bortoli per “L’Economia - Corriere della Sera”

 

de bortoli

In questo tornante drammatico della storia del Paese sono necessarie alcune qualità non quotate in alcun mercato: competenza, senso di responsabilità, sangue freddo. Non solo nella politica, ma anche e soprattutto nella gestione del risparmio, l'ultimo autentico tesoro italiano. Un tesoro in parte trascurato o mal gestito da noi. Ma ammirato, ambito e non diciamo altro, dagli stranieri. Anche da quelli che ci guardano con il dito alzato.

 

Quando dobbiamo decidere come investire i nostri risparmi è assai difficile sottrarsi alle emozioni, ma è assolutamente indispensabile difendersi dal panico. E non guastano, se siamo ancora una comunità nazionale, un po' di orgoglio e amor patrio. Alla fine del 2011, nel pieno della crisi, con lo spread abbondantemente sopra i 500 punti, venne lanciato un Btp decennale. Si rivelò poi uno dei migliori affari mai realizzati.

BANCA ITALIA

 

Un investimento all'epoca in un Btp decennale avrebbe fatto segnare, fino a qualche giorno fa, un total return (variazioni di prezzo, cedole incassate e reinvestite nello stesso titolo, al lordo delle tasse) dell' 80%, largamente superiore al corrispondente Bund. In poche ore, nella crisi dei giorni scorsi, è andato perso circa il 20 per cento di quel guadagno.

 

Secondo l'ultima relazione della Banca d' Italia, la ricchezza totale delle famiglie è cresciuta nel 2017 dell' 1,8 per cento. Stabile a 9,3 volte il reddito disponibile (8,5 al netto delle passività). La quota finanziaria si è via via irrobustita negli anni fino a raggiungere il 41% del totale grazie però al rialzo dei prezzi più che a nuovi investimenti.

 

Trattato di Maastricht

Un terzo delle attività finanziarie delle famiglie (4 mila e 400 miliardi nel 2017, il doppio del debito pubblico) è investito in prodotti del risparmio gestito. Le formiche italiane sono un concentrato di virtù, anche se a volte un po' distratte sui rendimenti. Attitudine austera, calvinista, che sfugge agli osservatori politici stranieri del Paese, meno agli operatori finanziari. Lo stato è fortemente indebitato, le famiglie no. Il loro indebitamento in rapporto al reddito è del 60%, cioè sono nei limiti di Maastricht, come la Germania.

 

Trattato di Maastricht

Le famiglie degli altri Paesi, tedeschi compresi, sono tutte fuori, abbondantemente più indebitate. Sono paragoni che hanno un valore relativo, purtroppo. Ma utili a farci capire che la tutela del risparmio è l'ultima, anche se robusta, trincea. Da difendere in ogni modo.

 

Vanno dunque elevate le attenzioni, concentrati gli sforzi, dispiegate le migliori competenze. Occorre sgombrare il campo dagli equivoci e dalle illusioni che dominano il mortificante dibattito politico. Solo pensare a un piano B di uscita dall' euro apre una breccia nella trincea del risparmio, una fessura nella diga. Impoverisce subito famiglie e imprese. Ogni dichiarazione avventata muta le aspettative degli investitori, alimenta i peggiori appetiti degli speculatori.

spread btp bund

 

Deprime le quotazioni dei titoli pubblici e colpisce le banche che li hanno in portafoglio. Serietà e fiducia sono beni intangibili, preziosi. Si costruiscono negli anni. Si perdono un attimo. Se si minaccia di non rispettare regole europee liberamente sottoscritte è inevitabile che ne soffrano anche i nostri risparmiatori.

 

Il rendimento, dunque il costo, dei titoli emessi sale se diminuisce la fiducia nella nostra capacità di onorare i debiti contratti. Le quotazioni scendono. Illusorio pensare che non via sia una stretta correlazione fra l' atteggiamento ondivago e inaffidabile di chi governa e il premio al rischio richiesto dagli investitori internazionali.

 

Se guardiamo alla composizione del risparmio italiano, ci accorgiamo di quanto sarebbe devastante, ma soprattutto ingiusta, un' ipotetica e sciagurata ridenominazione del debito, ovvero un ritorno alla lira. La tassa occulta sul risparmio - non solo per l' effetto della svalutazione - sarebbe micidiale. E penalizzerebbe soprattutto le famiglie meno agiate.

 

spread btp bund

Chi gestisce in maniera professionale il proprio risparmio ha buone possibilità di difendersi. Gode di una vantaggiosa asimmetria informativa rispetto per esempio a chi tiene la propria liquidità sui depositi bancari (1.137 miliardi). C'è un grafico molto significativo nella relazione di Bankitalia nel quale si vede che con l'aumento del reddito delle famiglie diminuisce la quota in depositi, obbligazioni e titoli di Stato. Nei nuclei familiari meno abbienti sfiora il 90 per cento. Chi ha meno è piu penalizzato.

 

Chi ha polizze vita è più esposto di chi ha obbligazioni Bei in euro. Oppure di chi può permettersi per esempio di acquistare una put option. E soprattutto di chi trasferisce per tempo, come è accaduto in Grecia, i propri conti su banche estere. Le formiche più deboli assomiglierebbero alle prime file in marcia contro il nemico (i mercati) di una fanteria ottocentesca. Andrebbero incontro a morte sicura. Con i templari del «no euro» vocianti nelle retrovie coi propri risparmi già messi in sicurezza nelle banche dell'esercito avversario.

 

BTP

I più anziani ricorderanno che cosa accadde dopo la crisi valutaria del settembre del 1992. Negli anni precedenti vi era stato un boom dei mutui in Ecu (European currency unit), la valuta convenzionale antesignana dell'euro. I tassi erano convenienti, intorno all' 11% contro il 14-15% in lire.

 

L'Ecu si era addirittura svalutato sulla lira, molto forte in quel periodo. Il governo ne andava fiero. Nella tempesta valutaria, la lira passò, nel cambio con il marco, da 765 dell' 11 settembre del 1992, a 983 del 24 febbraio 1993. I sottoscrittori di mutui in Ecu (850 mila famiglie) videro esplodere le rate di oltre il 30 per cento. Avevano sottovalutato il rischio di cambio. Si trovarono intrappolati in contratti bancari con penali di uscita elevatissime. Una disperazione, nonostante le rinegoziazioni.

 

BTP

Il governo Amato fu costretto nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 a una scelta che rappresentò a lungo una ferita lacerante nei rapporti fiduciari tra banche e clientela. Venne prelevato il sei per mille sui depositi bancari degli italiani. Era la mossa più facile, ma ingiusta in una situazione di emergenza. Forse alcuni dei disinvolti profeti euroscettici dovrebbero rileggersi quella pagina di storia. E riconoscere che uno scenario analogo oggi, ingigantito nelle proporzioni, farebbe dei risparmiatori carne da macello. Per favore non parlate più di piani B e non indossate più, come Salvini, magliette «No euro». Ci facciamo solo del male. Da soli.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...