
ALT! L’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI STA MUTANDO LO SCENARIO DEL RISIKONE – DAVANTI ALLA POSSIBILE FUSIONE DELLE DUE BANCHE, CHE DAREBBE VITA AL TERZO AMMINISTRATORE DI PATRIMONI IN ITALIA DOPO INTESA E UNICREDIT, AGLI APPLAUSI DI LOVAGLIO (MPS) SI AFFIANCA ANCHE L'AD DI DELFIN, FRANCESCO MILLERI, SMARCANDOSI DAL SUO GRAN PARTNER CALTAGIRONE - MA LA MOSSA DI NAGEL-DONNET DEVE PRIMA PASSARE AL VAGLIO DEI SOCI DI MEDIOBANCA: IL 16 GIUGNO BASTA L’OK DEL CDA O L’ASSEMBLEA DEI SOCI? STUDI LEGALI AL LAVORO...
Estratto dell’articolo di Laura Galvagni per https://24plus.ilsole24ore.com/
L’offerta per Banca Generali potrebbe dover passare al vaglio dell’assemblea dei soci di Generali, ammesso che il consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo valuti positivamente la proposta messa sul piatto da Mediobanca. È questo uno dei primi quesiti a cui stanno cercando di dare risposta i legali del gruppo.
[…] Allo stato non esiste ancora un responso definitivo, i pareri raccolti non sarebbero al momento unanimi. Quel che è certo, però, è che il tema si è posto. La ragione? L’Ops lanciata da Piazzetta Cuccia, certamente un unicum nel panorama finanziario, offre al Leone di scambiare il controllo di Banca Generali (50,17% del capitale) con un pacchetto di azioni proprie pari al 6,5% della compagnia stessa.
Di fatto quindi, secondo alcune interpretazioni, è come se il gruppo accettando questa proposta desse vita a una sorta di buy back. E questo, come previsto dal codice civile, impone un passaggio in assemblea poiché si va a incidere sul capitale sociale considerato che una parte di esso, almeno momentaneamente, viene tolto dalla disponibilità del mercato […].
Tra l’altro, all’assise dello scorso 24 aprile, Generali ha chiesto opportuna delega agli azionisti per procedere con un piano di riacquisto di azioni proprie fino a un massimo di 500 milioni di euro. Somma, nel caso, evidentemente non capiente per poter sfruttare il via libera già incassato.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
[…] Allo stesso modo, però, c’è chi fa notare che essendo uno “scambio di asset” questa operazione non può essere assimilata a un buy back vero e proprio, ragione per cui l’assise potrebbe non servire. La materia è indubbiamente spinosa e non a caso gli stessi avvocati al momento sarebbero equamente divisi su posizioni opposte.
A prescindere da ciò, perché la proposta di Mediobanca possa diventare materia di assemblea, l’operazione dovrà prima passare il vaglio del cda. A riguardo va sottolineato che il Leone non reputa Banca Generali un asset «strategico», poiché vale il 4-5% degli utili e la linea di sviluppo tracciata guarda solo ai segmenti insurance e asset management.
L’istituto, dunque, è considerato un gioiellino che può essere ceduto. Una posizione che, abbinata alla scelta di Mediobanca di muovere la prima pedina, potrebbe far scattare l’appetito anche di altri potenziali soggetti: una volta che un bene è sul mercato per definizione può essere guardato da tutti. Ancora una volta, però, il primo step cruciale sarà la posizione che assumerà il board e i soci di conseguenza.
[…] il ceo di Essilux, Francesco Milleri, ha sottolineato che per Mediobanca […] da questa partita non dovranno uscire «né vincitori né vinti». Intenzione degli azionisti è dunque tutelare al meglio l’interesse delle aziende di cui sono soci, il che potrebbe voler dire anche assumere decisioni differenti a seconda della casacca che si veste in quel preciso istante.
philippe donnet - andrea sironi
FRANCESCO MILLERI
ALBERTO NAGEL
ALBERTO NAGEL
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IL RISIKO BANCARIO - L OFFERTA DI MPS SU MEDIOBANCA E QUELLA DI UNICREDIT SU BANCO BPM