DERIVATI E MAZZIATI - SENTENZA STORICA CONTRO GLI ECCESSI DELLA FINANZA-BASTARDA: DEUTSCHE BANK, UBS, DEPFA E JP MORGAN CONDANNATE PER LA TRUFFA DA 100 MLN € AL COMUNE DI MILANO (MAXI SEQUESTRO E RISARCIMENTI) - CONDANNE DA 6 A 8 MESI ANCHE PER I VARI MANAGER CHE PARTECIPARONO ALL’OPERAZIONE, TRA I QUALI C’È GAETANO BASSOLINO (FIGLIO DELL’EX GOVERNATORE DELLA CAMPANIA) - ORA LE BANCHE RISCHIANO SENTENZE SIMILI IN TUTTO IL MONDO…

Paolo Colonnello per "la Stampa"

E' solo una sentenza di primo grado e, dunque, per dispiegare appieno i suoi effetti bisognerà attendere una eventuale conferma in Cassazione. Ma con la condanna di ieri di quattro banche primarie internazionali per la truffa da quasi 100 milioni al Comune di Milano, per gli istituti di credito che hanno manovrato con eccessiva disinvoltura lo strumento dei derivati, esponendo in pratica 600 tra comuni e enti locali italiani per un controvalore complessivo di 36 miliardi di euro (dati del Tesoro), si aprono scenari preoccupanti.

E non solo nella Penisola. Ovunque nel mondo venisse riconosciuto che le banche hanno nascosto i veri guadagni generati con la stipula dei contratti derivati e non hanno trattato gli enti pubblici con la dovuta trasparenza e protezioni del sistema, potrebbero scaturire cause e richieste risarcitorie miliardarie. Non a caso, ieri pomeriggio, a seguire la sentenza in aula erano presenti le più importanti testate giornalistiche economiche del mondo.

Per capire quale "arma" i comuni italiani impegnati nei derivati potrebbero adesso avere a disposizione, bisognerà aspettare entro 90 giorni la motivazione con la quale ieri il giudice monocratico Oscar Magi ha condannato Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank a una sanzione pecuniaria di un milione di euro ciascuna, dichiarandone l'incapacità alla contrattazione con la pubblica amministrazione per un anno e disponendo infine la confisca di 90 milioni di euro, già sequestrati dal pm durante le indagini.

Una "botta" finanziaria mica da ridere. Condanne da 6 a 8 mesi, con la condizionale e la non menzione, anche per i vari manager che parteciparono all'operazione, si tratta di: Gaetano Bassolino (figlio dell'ex governatore della Campania) Matteo Stassano e Alessandro Foti per Ubs; Tommaso Zibordi e Carlo Arosio di Deutsche Bank; Antonio Creanza, Fulvio Molvetti, per Jp Morgan; William Francis Marrone e Marco Santarcangelo per Depfa Bank.

Assolti invece per «inconsapevolezza» del reato, «l'esperto» della ristrtutturazione del debito comunale Mauro Mauri e l'ex direttore generale del Comune Mauro Porta. Gli imputati (banche e manager) inoltre dovranno risarcire in solido con 50 mila euro l'associazione di consumatori Adusbef che si era costituita parte civile.

Non invece Palazzo Marino, uscito dalla causa con un accordo extragiudiziale che gli ha consentito di ottenere dalle banche nel 2012 entrate per 455 milioni di euro più flussi di interessi attivi nei prossimi anni.

I contratti derivati con il Comune di Milano, - uno "swap" sulla propria obbligazione da 1,68 miliardi di euro con scadenza nel 2035 - vennero stipulati, all'epoca della Giunta Albertini e poi rinegoziati (complessivamente ben 6 volte) dalla giunta Moratti, senza una completa informazione sul rischio che le pubbliche amministrazioni si sarebbero accollate, come invece prevede con chiarezza la normativa internazionale in materia, regolata dall'ordinamento inglese disciplinato dal Financial Services and Markets Act del 2000, aggiornato e recepito in Italia con la legge 448 del 2001.

Vi fu in realtà un conflitto d'interessi da parte degli istituti di credito che vendettero il prodotto derivato fungendo al tempo stesso da "advisor" del Comune. Eludendo anche, secondo le accuse, la regola che prevedeva per i due contraenti (comune e banche) condizioni di parità nel valore delle prestazioni che, alla stipula dei contratti, doveva essere pari a zero, mentre invece la struttura dei contratti determinava già in partenza un guadagno per le banche di circa 53 milioni di euro, lievitati poi fino a 100.

Il pm Robledo, nella sua requisitoria, aveva parlato di «ripetuti raggiri» a danno del Comune, sostenendo che le banche, nel ruolo simultaneo di controparti e consulenti, avessero consapevolmente fatto intravvedere a Palazzo Marino un'inesistente convenienza economica. «Le perizie - aveva spiegato Robledo - hanno dimostrato che in partenza non vi era alcuna convenienza per il Comune, si trattò di un'aggressione alla comunità».

La sentenza di ieri, ha sancito insomma la loro "malafede". Immediata la replica delle banche che annunciano ricorso in appello. Per Deutsche Bank, che «rimane convinta di avere agito correttamente», si confida «in una risoluzione positiva del processo». Esprime «disappunto» Ubs, mentre si dice «delusa dalla decisione del giudice» Jp Morgan.

 

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