EGALITÉ, FRATERNITÉ, TU NON PUOI ENTRÉ - NEL CUORE DI PARIGI C’È UNA ‘CITTÀ PROIBITA’ AI COMUNI MORTALI E RISERVATA SOLO ALLA CASTA DEI POTENTONI - UN COMPLESSO RESIDENZIALE SU SUOLO PUBBLICO PROTETTO DA FILO SPINATO E SORVEGLIANZA 24H - TRA I PROPRIETARI ILLUSTRI, BOLLORÉ, LAGARDÈRE, ARNAULT, BEN AMMAR E I SARKOZY - TIPINI DEMOCRATICI CHE HANNO SOTTOSCRITTO UNA PETIZIONE PER IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI CASE POPOLARI DALL’ALTRA PARTE DELLA STRADA…

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

L'autobus della linea 52 ferma a pochi metri dalla sbarra e dai divieti di ingresso, e a due passi c'è la fermata del métro. La città intorno vive a un ritmo un po' più rallentato rispetto ai quartieri turistici (la Tour Eiffel non è lontana) o a quelli multietnici come Barbès, ma ci sono pur sempre i soliti tabacchini e supermercati.

Villa Montmorency, la più insospettabile delle gated community (comunità chiusa) europee, si è ricavata uno spazio inviolabile proprio qui, all'interno della Parigi già malinconica e alto borghese del XVI arrondissement, quella fotografata con maestria e benevolenza da Vittorio Storaro in «Ultimo Tango», e bollata dai parigini più inclini all'invidia sociale come «il quartiere dei ricchi»: ambasciate, consolati, sedi di rappresentanza delle grandi società (Eads, per esempio), condomini per famiglie molto benestanti, scarsa diversità sociale e zero vita notturna. Un mortorio, insomma.

Ma all'interno del mortorio del «XVI» c'è una zona ancora più riparata e protetta, sorvegliata 24 ore su 24 da tre turni di due guardiani all'ingresso, e poi guardie private di notte, e telecamere, cancelli e - sembra un cliché ma è vero - anche un po' di filo spinato. «La Villa Montmorency non è pubblica», si legge sui cartelli, anche se le sei avenue che la compongono sono regolarmente indicate nelle cartine della città e fanno parte a tutti gli effetti del comune di Parigi.

Nella Francia che da sempre vede la ricchezza con sospetto, che ha cominciato a crocifiggere Dominique Strauss-Kahn quando salì su una Porsche Panamera (ben prima dello scandalo del Sofitel) e che ancora non perdona a Nicolas Sarkozy le vacanze sullo yacht di Vincent Bolloré nel 2007, c'è una «città proibita» nel cuore della capitale che è fisicamente inaccessibile ai cittadini comuni, e che si batte contro il progetto del sindaco Delanoë di costruire, dall'altra parte del boulevard, le case popolari imposte dalla legge, che darebbero ospitalità a 200 persone meno abbienti.

I residenti di Villa Montmorency, poco propensi al protagonismo, hanno fondato una specie di associazione di copertura - «Porte d'Auteuil environnement» - per impedire con petizioni e proteste la costruzione di «Hlm» (abitazioni ad affitto moderato) che finirebbero per snaturare la natura esclusiva - è il caso di dirlo, visto che esclude gli altri - della zona.

Lontanissima dal clima politico ed economico di questi giorni, tutto «aumento dell'Iva» e «Tobin Tax» a destra come a sinistra, non sfiorata dal vento di sobrietà obbligata che soffia in tutta Europa, Villa Montmorency esibisce i cartelli «divieto di accesso» e «proprietà privata» arroccandosi nella sua fortuna. Sembra impossibile perché le strade in teoria sarebbero spazio pubblico, eppure i due guardiani sono irremovibili e non fanno entrare nessuno che non sia stato invitato dall'interno.

Qui si trova forse la più impressionante densità di miliardari di Francia. Il più ricco è Vincent Bolloré (la decima fortuna del Paese, 3,8 miliardi di euro) che ha comprato due case anche per due dei suoi figli, e ha conosciuto a Villa Montmorency il vicino di casa Tarak Ben Ammar, produttore; poi Arnaud Lagardère, presidente del consiglio di amministrazione di Eads, Antoine Arnault (figlio di Bernard e capo della comunicazione di Louis Vuitton), il fondatore di Free e proprietario (con Pierre Bergé e Mathieu Pigasse ) di Le Monde, Xavier Niel.

Ha casa dentro Villa Montmorency anche Dominique Desseigne, patron dell'impero di alberghi e casinò Barrière e amico intimo del presidente Nicolas Sarkozy, che preferì farsi ospitare qui da lui nei momenti più duri della separazione con Cécilia. Davanti ai confini della residenza, nella via privata Pierre Guérin, c'è anche la casa di Carla Bruni-Sarkozy, che spesso tralascia l'Eliseo per passare qualche serata domestica in compagnia del marito. E poi i personaggi dello spettacolo Sylvie Vartan e Céline Dion (casa da 47 milioni di dollari), il presidente del Festival di Cannes, Gilles Jacob, e (fino a qualche anno fa) Gérard Depardieu e Carole Bouquet.

Il regolamento condominiale prevede che ogni albero morto o tagliato debba essere immediatamente sostituito, proibisce i barbecue e i tagliaerba troppo rumorosi, limita a due le automobili concesse a ogni famiglia, e piccoli veicoli elettrici portano la spazzatura fino all'entrata per evitare il rumore del camion della nettezza urbana.

Nato in America Latina perché la classe media potesse proteggersi dalla violenza delle favelas, il fenomeno urbanistico delle gated community ha prosperato negli Stati Uniti e nel resto del mondo anglosassone ma trova qui a Parigi, nella Francia dell'égalité, la sua applicazione più contraddittoria. E dire che la nascita della «città proibita» dei ricchi si deve alla Rivoluzione francese.

Rovinata dal 1789, la figlia della marchesa Marie-Charlotte de Boufflers vendette nel 1822 il suo parco alla famiglia di Montmorency che, trent'anni dopo, lo passò a sua volta alla compagnia della ferrovia Parigi-Saint Germain. Usata una parte del terreno per costruire i binari, la compagnia si mise d'accordo con lo Stato per permettere la costruzione di «case di campagna e ornamentali» negli ettari restanti, in base a una disciplina giuridica speciale che ha resistito da metà Ottocento fino a oggi.

«Si tratta di una sorta di confisca dello spazio pubblico», dice lo storico Claude Quétel che a Villa Montmorency dedica un capitolo del libro appena uscito «Murs - Une autre histoire des hommes». Domenica sera, in onda su nove reti televisive, il presidente Nicolas Sarkozy ha denunciato il persistente problema degli alloggi come una delle maggiori difficoltà dei francesi, annunciando misure urgenti per la costruzione di case accessibili, nuova priorità del governo di centrodestra. A Villa Montmorency, dove gli appartamenti più modesti in affitto costano 4.000 euro al mese, e le ville con giardino sono in vendita per non meno di 15 milioni di euro, non la pensano così.

 

SARKOZY E BOLLORE lagardereTarak Ben Ammar xavier nielCELINE DIONVILLA MONTMORENCY UNA VILLA DI MONTMORENCY VILLA MONTMORENCY IL QUARTIERE GHETTO DEI RICCHI VILLA MONTMORENCY

Ultimi Dagoreport

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…