LA 7, POLITICAMENTE CORRETTI, ECONOMICAMENTE DISASTROSI - CHI VERRÀ CACCIATO IN NOME DELLA SPENDING REVIEW? - TOCCHERÀ A “CROSTINA” PARODI, CHE HA CONDOTTO UN PROGRAMMA CHIUSO PER MANCANZA D’ASCOLTI DA 12 MLN € L’ANNO MA CHE CONTINUA A PERCEPIRE LO STIPENDIO? - CHE FINE HANNO FATTO LA DANDINI E LA GUZZANTI, FAZIO E SAVIANO? - I FLOP SI SPRECANO, CAIRO HA SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA...

Laura Rio per "Il Giornale.it"

Lui la butta lì così, en passant, in un'intervista a Repubblica. Poche parole che, però, provocano una deflagrazione. Perché se Enrico Mentana, il deus ex machina che ha salvato La7, manda il messaggio che i costi di certe star vanno ridotti, allora il toto-nomi parte all'istante.

Perché le parole del giornalista a capo delle news della rete, proprio nel giorno in cui si conclude la vendita di Ti media al gruppo Cairo, nonostante sia a letto con 39 di febbre (o magari proprio per questo) fanno ancora più effetto. Insomma, il «commissario Mentana», preso atto della cessione («Cairo è uno dei pochi editori puri di questo Paese. Questa è la verità»), si mette in prima linea sulla nuova strada de La7. Anzi in trincea: «Se vogliamo andare avanti, bisogna tagliare i costi e proporre ottimi piani editoriali fatti solo con ingredienti poveri».

Ma a chi si riferisce il direttore? Bisogna indovinare tra le righe: «Forse Cairo vorrà ridurre le spese di certe star effimere che si sono viste in giro qualche tempo fa». A essere maliziosi, viene subito in mente il programma pomeridiano di Cristina Parodi: costo annuo di 12 milioni di euro, chiuso a metà stagione per mancanza di ascolti. Lei resta in carico alla rete, avendo un contratto biennale (di mezzo milione all'anno) in attesa di essere ricollocata. Ma difficile che Mentana si riferisca a una sua cara amica, dopo aver sponsorizzato il suo arrivo. Lui di nomi non ne fa, ma in azienda si ricordano per esempio operazioni strampalate come Barbareschi Sciock o gli acquisti di certi diritti sportivi come quelli del basket.

A chiunque si riferisca Mentana, sta di fatto che di programmi su La7 con saldo negativo tra costi e benefici se ne sono visti parecchi e alcuni sono ancora in onda, nonostante l'operazione di spending review avviata recentemente. Per esempio, senza offesa per la famiglia Parodi, anche la sorella Benedetta deve affrontare forti problemi di share e i suoi Menù (in onda tutti i giorni) hanno un consistente budget di quasi cinque milioni di euro all'anno.

Pure il programma in preserale di Geppi Cucciari (costava 11 milioni di euro) è stato chiuso per mancanza di spettatori: ora lei si è riciclata in incursioni (in effetti simpatiche) nel salotto di Daria Bignardi. Dovrebbe tornare con un suo show in prima serata in primavera, ma a questo punto i dubbi sono legittimi. Altri show sono passati lasciando ricordi economici negativi come quelli di Serena Dandini, Sabina Guzzanti, pure quello di Fazio-Saviano (nonostante gli altissimi ascolti) o quello culinario di Vissani-Michela Rocco di Torrepadula. Gad Lerner ha scelto dignitosamente di passare in seconda serata al venerdì.

Insomma, se le parole di Mentana hanno un peso, e ce l'hanno eccome, La7 viaggerà ancor di più sull'informazione e sulla politica: il Tg su tutti e poi, ovviamente, Servizio pubblico di Michele Santoro, Nel paese delle meraviglie di Maurizio Crozza, Piazza Pulita di Corrado Formigli, Otto e mezzo di Lilli Gruber, In onda di Nicola Porro e Luca Telese, Le invasionibarbariche della Bignardi. E se la vocazione giornalistica della rete si espanderà ancora, il «commissario» Mentana (che guadagna in base alle percentuali di share) potrà far schioccare ancora di più il suo frustino.

 

CRISTINA PARODISerena Dandini SABINA GUZZANTI PER IL NO CAV DAY jpegroberto saviano e fabio fazio parodi benedetta

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