QUESTA DI BERNABE’ È STATA DAVVERO UNA TELECOM-MEDIA - SAWIRIS, CON LA SUA OFFERTA-BUFALA A PREZZO DI MERCATO (0,7 €), DIVENTEREBBE AZIONISTA DI CONTROLLO CON SOLO 3 MLD: NESSUN SOCIO TELCO LO PERMETTEREBBE - ZOMPA ANCHE L’OPERAZIONE BRASILIANA GVT: TROPPO COSTOSA ANCHE CON I CAPITALI DEL FARAONE - TRABALLA PURE LO SCORPORO DELLA RETE. TUTTO DIPENDE DA PASSERA E DA QUANTI SOLDI SGANCEREBBE CDP…

1- TELECOM, SEMPRE MENO PROBABILE L'INGRESSO DI SAWIRIS
Milano Finanza - Si allontana sempre di più l'ingresso di Sawiris in Telecom Italia. Ieri il presidente Franco Bernabè non ha commentato la proposta del finanziere egiziano (sottoscrivere un aumento di capitale di TI ma a prezzi di mercato, a 0,7 euro per azione, uno schiaffo a Telco, la holding di controllo di Telecom che ha in carico le sue azioni a 1,5 euro), ma ha assicurato che dal cda di Telecom del prossimo 6 dicembre, in cui si discuterà anche di scorporo della rete, vendita di TI Media e America latina (acquisto di Gvt), arriveranno delle risposte.

Entro il 3 dicembre arriveranno infatti le offerte vincolanti su TI Media da parte di H3g, Clessidra (in corsa per tutto il gruppo), Cairo e Discovery (interessate a La7) che saranno poi portate in cda in vista di un'eventuale trattativa in esclusiva. Ma il cda del 6 dicembre affronterà anche il tema dello scorporo della rete, su cui Bernabè ha detto di voler prendere una decisione entro fine anno.

La separazione societaria non appare più necessaria per ottenere i benefici regolamentari in materia di prezzi offerti dalla Ue e per cui sembra essere sufficiente un'evoluzione di Open Access, l'organismo che garantisce la parità di accesso alla rete. D'altra parte le trattative con la Cdp su un ingresso nella rete si erano incagliate sulla governance, oltre che sulla valutazione dell'asset.

Contro la separazione si era schierato Sawiris: "sarebbe una catastrofe, Telecom perderebbe l'unico elemento distintivo nel mercato italiano". Per gli analisti di Intermonte (rating outperform confermato) lo scorporo della rete non è necessario per ottenere una regolamentazione più soft, ma è un'ipotesi che il mercato avrebbe apprezzato nel breve.

Gli analisti di Equita (hold e target price a 0,83 euro) continuano a pensare che per centrare gli obiettivi di deleverage TI dovrebbe procedere a un taglio del dividendo, che però attualmente Telco non potrebbe accettare. La principale alternativa sarebbe lo spin off e la cessione di una quota della rete. "In assenza della alternativa Sawiris, la posizione negoziale con eventuali nuovi soci della rete risulta indebolita", concludono gli analisti della sim.

Ieri il titolo TI è sceso a Piazza Affari del 3,2% dopo le notizie di stampa in merito a uno stallo nei negoziati sulla separazione della rete fissa e le dichiarazioni di Sawiris sulla sua partecipazione a un aumento di capitale aperto a tutti gli azionisti da eseguire intorno a un prezzo di 0,7 euro. Oggi l'azione staziona sulla parità a 0,6735 euro.

"Lo scenario Sawiris chiaramente ha perso credibilità quando l'imprenditore ha dichiarato che intendeva iniettare capitale fresco in TI al prezzo di mercato attuale, privando così gli azionisti di minoranza di una creazione di valore e potenzialmente riducendo il controllo di Telco senza il pagamento di un premio", commentano anche gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 0,90 euro).

E' altrettanto improbabile l'acquisto di GVT, messa in vendita a un prezzo elevato di 6/7 miliardi di euro. "Crediamo che l'acquisizione di GVT non abbia senso finanziario e vediamo potenzialmente deludente la rinuncia a una scissione parziale della rete, che avrebbe consentito una certa riduzione del debito e cristallizzare il valore di tale attività, mantenendo peraltro gran parte del controllo". concludono a Banca Akros.

Pure gli analisti di Kepler (buy e target price a 1,10 euro) vedono una mossa di Telecom Italia su GVT con relativo aumento di capitale altamente improbabile data l'attenzione riposta dal gruppo sulla riduzione del debito e il mantenimento del rating. Per quanto riguarda, invece, la separazione della rete, "pensiamo che lo spin-off e l'ingresso della Cdp come azionista di minoranza rappresenterebbe un risultato win-win per il Paese e per Telecom Italia, sarebbe una value option accrescitiva per l'azienda".


2- TELECOM SAWIRIS VUOLE UN AUMENTO A 0,7 EURO
Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Il finanziere egiziano Naguib Sawiris cambia le carte in tavola e a mercato aperto propone agli investitori di Telecom Italia di fare un aumento di capitale a 0,70 euro, vale a dire ai prezzi di mercato, offrendosi di sottoscriverlo in prima persona. Immediata la reazione del titolo, che ha perso il 3,2% scivolando a 0,67 euro. Il mercato aveva festeggiato l'ipotesi di un aumento di capitale riservato alll'ingresso dell'ex patron di Wind, anche perchè la prassi vuole che gli aumenti dedicati all'ingresso di un nuovo socio vengano fatti con un premio rispetto alle quotazioni di Borsa.

Ma ieri in un'intervista a Reuters, Sawiris ha proposto un aumento aperto a tutti i soci e a valori correnti, ipotesi che ha spaventato gli investitori e ha gettato discredito anche sulla serietà della proposta fatta in origine. «Vogliamo partecipare all'aumento di capitale ma i soci possono scegliere di non diluirsi e partecipare per iniettare denaro - ha detto Sawiris nell'intervista -. Se non vogliono farlo, arriveremo noi e li sostituiremo, ma loro beneficeranno di un prezzo più alto in Borsa, di una società più stabile e che crescerà ».

Ipotesi questa che è tutta da dimostrare, perché gli aumenti di capitale creano valore quando sono finalizzati a un progetto preciso e a quel punto gli investitori sono lieti di sottoscriverli. Inoltre spetta al cda e all'assemblea di Telecom, non a Sawiris, proporre un eventuale aumento. «Ho incontrato il management di Telefonica - ha ammesso l'ex patron di Wind - ma mi sembra che siano in conflitto di interesse, sono contenti di dove sono oggi e tengono Telecom come un ostaggio per evitare che cresca in Sudamerica».

Come più volte ribadito dai vertici di Telecom, il gruppo non avrebbe bisogno di reperire sul mercato nuove risorse a meno che non decida di fare un'offerta per la brasiliana Gvt. Ma se così fosse, il gruppo potrebbe proporre una ricapitalizzazione direttamente in Brasile attraverso Tim Partecipaçoes, come ha fatto con successo un anno fa per acquisire le reti in fibra ottica di Aes Atimus.

Viceversa lanciare una ricapitalizzazione di Telecom sul mercato ora che il titolo è sui minimi avrebbe l'effetto di abbassarne ulteriormente il valore. Non è chiaro perché Sawiris abbia cambiato idea e neppure come riuscirebbe a rilevare una quota significativa di un'eventuale aumento aperto a tutti gli investitori. Detto questo, la nuova proposta del finanziare egiziano solleva molti dubbi sulla vecchia offerta di Sawiris, che ora il consiglio di Telecom del 6 dicembre ha un motivo in più per rigettare. «Non c'è stallo in Telecom ha precisato ieri il presidente di Telecom Franco Bernabè che non ha voluto commentare le esternazioni di Sawiris - ci sarà un ampio dibattito, c'è un processo che sta andando avanti secondo i tempi che noi abbiamo comunicato e che sarà altamente soddisfacente».

Oltre alla proposta di Sawiris, il cda del 6 dicembre dovrà esaminare le offerte per Ti-Media, che però sono condizionate al verificarsi di una serie di eventi, e quindi la vendita slitterà al 2013. Infine il cda dovrà decidere se procedere o meno con il piano di scorporo della rete, operazione delicata e controversa, su cui esistono posizioni differenti all'interno del consiglio. «Quello che importa - ha replicato Bernabè - è che in azienda c'è un processo decisionale corretto, informato, con un sano dibattito all'interno del cda dove spetta al management portare delle proposte».


3- ABBANDONATA ANCHE L'OPZIONE BRASILIANA GVT?
Dall'articolo di Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore"

(...) E se davvero l'offerta di Sawiris fosse stata collegata alla possibile acquisizione di Gvt in Brasile, a maggior ragione il problema non si pone. La rete in fibra ottica del Sud del Paese, che la francese Vivendi ha deciso di mettere in vendita, rientra negli asset ai quali Telecom potrebbe essere interessata. Ma la prima domanda da farsi non è come finanziare l'operazione, bensì se l'operazione è economicamente giustificabile. La risposta di Telecom è stata no alle condizioni dei francesi, che non vogliono scendere sotto i 7 miliardi, una cifra che corrisponde a un multiplo Ev/Ebitda di 10 volte sul 2012.

Tant'è che, dopo aver chiesto informazioni, Telecom ha rinunciato a presentare un'offerta non vincolante (il termine, secondo alcune indicazioni, scadeva il 19-20 novembre). Nessun operatore telefonico si è fatto avanti. In tutto sono state presentate quattro offerte, tra cui quella di DirecTv e di alcuni fondi di private equity, ma tutte per importi inferiori ai 6 miliardi. Si vedrà nel prosieguo come Vivendi intenderà procedere, ma per Telecom la priorità in Brasile resta la telefonia mobile. Il consiglio di Tim Participaçoes, che dovrebbe tenersi il 4 dicembre, potrebbe così risolversi in un appuntamento di routine. (...)

 

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