elliott tim paul singer puyfontaine bollore

E LA TEMPESTA ARRIVÒ: ELLIOTT CHIEDE LA REVOCA DI 6 CONSIGLIERI DAL CDA DI TIM, INCLUSO IL PRESIDENTE DE PUYFONTAINE (CHE È ANCHE CEO DI VIVENDI), E CHIEDE DI INSERIRE NELL’ORDINE DEL GIORNO ALL’ASSEMBLEA DEL 24 APRILE LA NOMINA DI FULVIO CONTI, MASSIMO FERRARI, PAOLA GIANNOTTI DE PONTI, LUIGI GUBITOSI, DANTE ROSCINI E ROCCO SABELLI - DE PUYFONTAINE SAREBBE PRONTO A SOSPENDERE LE SUE DELEGHE ESECUTIVE

  1. TIM:ELLIOTT CHIEDE REVOCA 6 DA CDA,PURE DE PUYFONTAINE

 (ANSA) - Tim ha ricevuto dai soci Elliott International, Elliott Associates e The Liverpool Limited Partnership richiesta di integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea con la richiesta della revoca di sei amministratori: Arnaud Roy de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones. Tim convocherà un cda nei prossimi giorni, si legge in una nota.

 

DE PUYFONTAINE BOLLORE

  1. TIM: DA ELLIOTT LISTA PER CDA GUIDATA DA FULVIO CONTI

 (ANSA) - Elliott ha chiesto a Tim di inserire nell'Odg dell'assemblea del 24 aprile la nomina di sei amministratori nelle persone di Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli, in sostituzione di quelli che sarebbero revocati in base alla richiesta del fondo stesso. E' quanto si legge in una nota.

 

 

  1. TELECOM, ELLIOTT CHIEDE LA REVOCA DI 6 CONSIGLIERI IN QUOTA VIVENDI

Antonella Olivieri per ‘Il Sole 24 Ore

paul singer fondo elliott

 

Il fondo Elliott dovrebbe comunicare oggi alla Consob il superamento nel capitale di Telecom almeno della prima soglia informativa del 3%. Ma il 2,5% necessario per poter chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno all’assemblea del 24 aprile era già in suo possesso. Questa prerogativa sarebbe stata esercitata già ieri per la revoca dei sei consiglieri più vicini a Vivendi. Non solo dei cinque - sui 15 componenti del board - che non hanno il requisito di indipendenza, ma anche la revoca di Félicité Herzog la cui indipendenza è stata messa in dubbio da un pregresso rapporto di consulenza col gruppo Bollorè (che ha il controllo di fatto di Vivendi con quasi il 30% dei diritti di voto), sebbene il requisito sia stato riasseverato, per tutti e dieci gli amministratori indipendenti, nel consiglio Telecom dello scorso 6 marzo.

 

 

Fino alla tarda serata di ieri, comunque, non era stata pubblicata sul sito della società la richiesta di integrazione dei punti da discutere in assemblea, e non è stato quindi possibile verificare se il fondo attivista di Paul Singer abbia comunicato i nomi dei candidati per la sostituzione degli amministratori di cui chiede la revoca. E che, appunto, dovrebbero essere il presidente Arnaud de Puyfontaine (che è anche ceo di Vivendi), l’ad Amos Genish, il vice-presidente Giuseppe Recchi, e gli altri due manager di Vivendi - il cfo Hervé Phlippe e il capo del legale Frédéric Crepin - che siedono tra i cinque non indipendenti del board. Alla definizione della lista, a quanto risulta, si stava lavorando ancora nella tarda serata di ieri.

 

bollore de puyfontaine assemblea vivendi

 

Il colpo di scena, nel frattempo, è arrivato da Parigi. De Puyfontaine, ha riferito il portavoce ufficiale di Vivendi, sarebbe disponibile a sospendere le sue deleghe esecutive in Telecom (al presidente rispondono comunicazione, public affairs e la segreteria del board) almeno nel prossimo periodo di dibattito sulle strategie del gruppo, secondo quanto riferisce la Reuters.

 

Fulvio Conti

Vivendi, aggiunge il portavoce, «sostiene il piano industriale dell’ad Amos Genish, finalizzato a creare valore nel medio e lungo periodo», ma è disposta «se necessario, a valutare strategie alternative che portino a un rialzo del prezzo delle azioni nel breve termine». Anche il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré - è il messaggio che viene trasmesso - è insoddisfatto dell’andamento del titolo, visto che la partecipazione del 23,94% è in carico al valore unitario di 1,07 euro per azione. Sibillina l’ultima considerazione riferita dal portavoce secondo la quale Elliott «è conosciuto per il suo approccio finanziario focalizzato sul breve termine che, in questo caso, porterebbe molto probabilmente allo smantellamento di Tim».

 

 

ROCCO SABELLI

Da parte sua, Genish sta cercando - secondo quanto filtra dal road-show per la presentazione del piano - di assicurarsi l’appoggio dei fondi per evitare la revoca. Conta possibile visto che, se non si andrà ai supplementari con la decadenza del consiglio, il 24 aprile la revoca sarà votata nome per nome direttamente dall’assemblea senza passare dal meccanismo del voto di lista. Su Genish sarebbe piovuta però la tegola del breve interim come chief infrastructures officer, che sovrintende Sparkle, asset dichiarato strategico ai fini di sicurezza e difesa nazionale dal primo decreto governativo di esercizio del golden power, cosa che gli sarebbe stata formalmente contestata.

 

Intanto si è mossa anche l’Agcom con due provvedimenti emessi il primo marzo, ma pubblicati solo ieri su sito dell’Authority. Il primo è una diffida a Tim (e agli altri operatori, si veda altro articolo a pagina 15) perchè elimini «gli effetti dell’illegittima anticipazione della decorrenza delle fatture», con riferimento alla “bolletta a 28 giorni” per la telefonia mobile, imponendo in sostanza una forma di compensazione per i clienti retail che potrebbe costare all’azienda qualcosa come 200 milioni.

 

Il secondo provvedimento è un’«ingiunzione» per il «mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità del servizio universale per l’anno 2016». In questo caso è più pesante il segnale della sanzione, limitata a 58mila euro. Nessun commento a riguardo da parte della società, contattata via mail.

 

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…