ENDEMOL AL TELEVOTO DEI CREDITORI - IL DESTINO DELLA CASA DEL “GRANDE FRATELLO” DIPENDE DA BANCHE E FONDI CHE PENSAVANO DI FARE AFFARI D’ORO SUI FORMAT E SI SONO RITROVATI CON MONTAGNE DI DEBITI (FACILE COMPRARE SCARICANDO I COSTI SULLA SOCIETÀ ACQUISITA) - DUE SETTIMANE DI PROROGA, IN CUI MEDIASET CERCHERÀ A TUTTI I COSTI UN PARTNER - IL FONDO CLESSIDRA È ASSAI GRADITO AL BANANA, MA IL TEMPO SCORRE E L’ACCORDO ANCORA NON C’È…

Simone Filippetti per il "Sole 24 Ore"

Si va ai supplementari per Endemol. I creditori concedono altri quindici giorni di tempo alla casa tv del «Grande Fratello». Giorni preziosi con cui Mediaset e gli altri azionisti, Goldman Sachs e il fondo Cyrte, cercheranno una soluzione alternativa alla perdita dell'azienda, oberata dai debiti.

Ieri scadevano i termini e il debito poteva essere convertito in capitale, ma era parso abbastanza chiaro, fin dal week-end, che si sarebbe arrivati con ogni probabilità a uno slittamento dei tempi rispetto alla scadenza di ieri. A causa del mancato rispetto dei covenant sul debito, i creditori di Endemol, principalmente hedge fund, avrebbero potuto escutere il pegno sulle azioni della società, controllata dai soci, che in questi anni hanno dovuto svalutare il loro investimento, con quote paritetiche diventandone di fatto i nuovi azionisti di controllo.

Dopo più di un anno di lavoro, adesso in due settimane si dovrà trovare quella quadra che finora è mancato. All'avvicinarsi della scadenza, i soci hanno lavorato su due direttrici: da una parte un rinnovo, con scadenza temporale non troppo differita, delle attuali condizioni (waver) poste a tutela del debito.

La concessione della proroga.
D'altronde il debito è in mano a hedg fund che l'hanno rastrellato con la prospettiva di speculare e lucrare sul riassetto. In campo sono scesi big del calibro di Apollo e Centrebridge assieme alla stessa banca americana Goldman Sachs (che di Endemol è azionista tramite la sua divisione di private equity), ma che negli ultimi mesi ha accumulato un'importante posizione sul debito, proprio per arrivare preparata alla resa dei conti finale.

Tuttavia è chiaro che questi soggetti non hanno alcun interesse a fare gli azionisti, quantomeno di maggioranza, di Endemol: non saprebbero come gestire una società così complessa che richiede una forte expertise industriale. Ma puntano a massimizzare il loro ritorno economico dell'investimento.

Anche il gruppo di Cologno in questi mesi aveva messo in campo delle contromosse, comprando una quota di debito consistente sul mercato secondario e sta provando, con l'advisor Lazard (che ha avuto un incarico dalla holding spagnola di Cologno, Mediacinco, già a inizio anno), a trovare un accordo per la ristrutturazione del debito che la veda coinvolta.

Risolto il problema immediato, ossia evitare che i fondi sfilassero Endemol agli attuali azonisti, ora arriva la parte più difficile e complessa. La strada che Mediaset sta cercando di imboccare è la ricerca di un nuovo socio che possa contribuire ad iniettare risorse nell'azienda ideatrice di numerosi format televisivi (da La Fattoria a Survivor), oberata da 2,3 miliardi di euro che pesano come un macigno sulle sue sorti.

Come rivelato dal Sole 24 Ore di domenica scorsa, è comparso sulla scena Clessidra, il più grande fondo d'investimento italiano. Nei mesi scorsi sono stati sondate varie possibilità: Mediaset ha trattato con diversi colossi internazionali del settore media (dall'americana Time Warner alla tedesca ProSiebenSat1 fino all'inglese Itv) ma ora l'ipotesi più concreta è quella con Clessidra. Il private equity, che tra i suoi fondatori ha due ex manager Fininvest come Claudio Sposito e Alessandro Grimaldi, sarebbe secondo i rumors in stretto contatto con Cologno per la presentazione di un piano.

Clessidra non è la sola opzione sul tavolo, anche se viene descritta come la più gradita a Cologno Monzese perché si tratterebbe di un soggetto italiano, il che facilita i rapporti, e per di più molto ben conosciuto quindi con una sintonia già rodata. L'affaire Endemol è costato finora (solo in termini di investimento) circa 500 milioni a Mediaset che non vuole abbandondare il presidio sulla produzione di contenuti che, nonostante il trend calante di business per Endemol, rimane un'opzione industriale strategica per il gruppo televisivo italiano.

 

ENDEMOLCLAUDIO SPOSITOFONDO CLESSIDRASilvio Berlusconi JOHN DE MOL ENDEMOL BERLUSCONILogo " Goldman Sachs "

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…