EREDITÀ DIGITALE - SI ALZA UN POLVERONE SULLA QUESTIONE, LANCIATA DA BRUCE WILLIS, DELL’IMPOSSIBILITÀ DI LASCIARE IN EREDITÀ I CONTENUTI MULTIMEDIALI ACQUISTATI DA APPLE E AMAZON - LE CLAUSOLE CHE NON PERMETTONO DI TRASMETTERE A TERZI MUSICA, FILM O LIBRI IN FORMATO DIGITALE CREATE PER EVITARNE LA CONDIVISIONE ILLEGALE - BASTEREBBE DARE LA POSSIBILITÀ DI EREDITARE L’ACCOUNT...

Jaime D'alessandro per "la Repubblica"

L'eredità, ai tempi degli app store e dei beni digitali, è diventata un problema. Un problema, a quanto pare, piuttosto serio. Tutto sta nei numeri e nella loro progressione esponenziale: 16 miliardi di canzoni in mp3 e 25 miliardi di applicazioni acquistate su iTunes della Apple. Oltre ad un numero imprecisato di ebook comprati via Amazon, che non dà mai i dati di vendita, limitandosi a dire di avere un catalogo da un miliardo e mezzo di titoli.

E aggiungendo che per ogni 100 libri di carta spediti, negli Stati Uniti almeno, vengono scaricati 114 ebook. Il problema? Che non è possibile lasciare il proprio patrimonio di mp3, ebook, app o film ai propri figli, malgrado siano stati regolarmente acquistati. «I mondi dorati di Apple e Amazon sono giardini chiusi nei quali non si è mai proprietari di quel che si compra», aveva sottolineato già due anni fa Cory Doctorow, una delle anime del blog BoingBoing, fra i più seguiti al mondo con oltre dieci milioni di utenti al mese.

Uno dei tanti che soffrono le costrizioni degli ecosistemi di contenuti per smartphone, tablet, ebook reader. L'ultima fiammata polemica, ironia della sorte, è nata da una falsa notizia apparsa sul Daily Mail: Bruce Willis, l'attore, avrebbe voluto donare alle quattro figlie la sua sterminata libreria di brani digitali scelti su iTunes. E visto che le regole del servizio di Cupertino non lo permettono si sarebbe rivolto agli avvocati per far causa alla Apple.

Peccato che via Twitter la moglie, Emma Heming, abbia smentito tutto. Ma il problema resta. Perché il melomane che negli anni ha accumulato una collezione sterminata di opere liriche in mp3, l'appassionato di letteratura americana che compra in un anno decine di romanzi digitali, o ancora il cinefilo che pazientemente acquista l'intera filmografia di registi come Orson Wells, Stanley Kubrick o Sergio Leone, non possono lasciare in eredità le proprie librerie multimediali.

E questo significa che il patrimonio di milioni di persone prima o poi andrà perso. Al contrario dei libri di carta, dei cd o dei dischi in vinile, dei dvd o blu-ray. Sia Amazon che Apple si rifiutano di commentare l'affaire Willis, virtuale quanto i contenuti che vendono. Fonti interne alla multinazionale di Jeff Bezos sostengono che il problema comincia a porsi solo ora, con l'invecchiamento della prima generazione di grandi consumatori di beni virtuali.

Le regole che ne impediscono il passaggio sono state scritte per evitare la condivisione e non per bloccare una eventuale trasmissione ereditaria. Sono frutto dell'epoca post Napster, segnata dal crollo degli introiti dell'industria discografica a causa del file sharing e dalla volontà della Apple di legare a doppio filo i contenuti che distribuisce via Web ai dispositivi che vende, dall'iPhone all'iPad, sui quali ha i margini di guadagno più elevati.

In poche parole nessuno, in Amazon come in Apple, pare abbia pensato alla questione dell'eredità che non è mai stata prevista da nessuna licenza d'uso dei servizi offerti dalle due compagnie. «Molte persone ci rimarranno male quando sapranno che i brani e i libri che hanno acquistato durante gli anni non sono loro e non li possono donare a chi amano», ha fatto notare Chris Walton, avvocato di San Diego tirato in ballo dal
Daily sul caso Willis. Che poi ha aggiunto: «E' normale che in tanti vogliano avere la possibilità di farlo».

E forse in futuro potranno. Basterebbe inserire nella licenza d'uso che sottoscrivono gli utenti una clausola che, a fronte di un testamento, permette il trasferimento dell'account ai legittimi eredi. In attesa che questo accada, il dibattito ovviamente continua. E non potrebbe essere diversamente. Del resto la produzione, distribuzione, la vendita e la proprietà dei contenuti digitali è uno dei grandi temi di quest'epoca. Uno dei più importanti in assoluto.

 

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