1. EUROSCHIAVI! E’ BASTATO UN AVVERTIMENTO MINACCIOSO DELLA BCE DI DRAGO DRAGHI E SUBITO IL SUO EX VALLETTO DI BANKITALIA “DRAGOMANNI” HA ALZATO LE MANI IN SENATO: NON CI SONO SOLDI PER BLOCCARE L’AUMENTO DELL’IVA E L’IMU SULLA PRIMA CASA 2. NON SOLO, MA IL NOSTRO VERO MINISTRO DELLE FINANZE, IL TEDESCO WOLFGANG SCHAEUBLE, DICE CHE DOBBIAMO SCORDARCI DI POTER SCORPORARE INVESTIMENTI PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE DAL COMPUTO COMPLESSIVO DI DEFICIT E DEBITO SOVRANI 3. A QUESTO PUNTO, HA RAGIONE “IL GIORNALE”: “NON SERVE UN GOVERNO E NEPPURE UN PARLAMENTO. BASTA DARE UN MANDATO ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE DI RAZZIARE L’INTERO PAESE E POI SPARGERE IL SALE. A QUEL PUNTO RESTERÀ SOLO IL DESERTO”

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - EUROSCHIAVI

E' bastato un avvertimento minaccioso della Bce di Drago Draghi nel bollettino mensile diffuso ieri mattina e subito il suo valletto di Bankitalia "Dragomanni" ha alzato le mani in Senato: non ci sono soldi per bloccare l'aumento dell'Iva. Per mantenere una delle promesse del Cavalier Pompetta, ma soprattutto per far vedere che è cambiato qualcosa rispetto al governo del Rigor Montis, servono 8 miliardi di euro. E il supertecnico Saccomanni non ha la più pallida idea di come trovarli e, forse, neppure vuole cercarli.

Non solo, ma il nostro vero ministro delle Finanze, il tedesco Wolfgang Schaeuble, dice che dobbiamo scordarci di poter scorporare investimenti per la crescita e l'occupazione dal computo complessivo di deficit e debito sovrani. Insomma, la cruda verità è che il governino di Lettaenrico non ha un soldo da spendere per fare politica economica e rispondere alle aspettative della nazione.

Soprattutto ha un signor ministro dell'Economia che allarga le braccia e rinuncia in partenza all'idea di tagliare un po' di spesa pubblica improduttiva per liberare risorse. Se questo è l'atteggiamento, allora ha ragione Salvatore Tramontano sul Giornale: "Non serve un governo e neppure un Parlamento. Basta dare un mandato all'Agenzia delle entrate di razziare l'intero Paese e poi spargere il sale. A quel punto resterà solo il deserto" (p. 1).

2 - E IL GOVERNO INDOSSO' IL LODEN
Dopo settimane passate a intortare i lettori con "piani per l'occupazione", "blocco dell'Iva" e "semplificazioni", i giornali delle larghe intese devono prendere atto che Francoforte e Berlino hanno fischiato la fine della ricreazione. Repubblica: "Bce: rischi nel risanamento dell'Italia. ‘Virtuosa nel 2012, ma cruciale deficit sotto il 3%. Schaeuble: no a sconti sugli investimenti".

Nel pezzo si apprende che il ministrone della Merkel ha anche dichiarato all'Ansa: "Conosco Letta, lo stimo, confido che continuerà sulla stessa strada di Monti" (p. 4). Certo, chiamare "strada" una postura (da zerbino) ce ne vuole. La Stampa titola: "Niente sconti all'Italia sul deficit. La Bce e il ministro Schaeuble: rigore necessario. Draghi e Saccomanni preoccupati per il cambio di passo Usa: rischio rialzo dei tassi. Il ministro dell'Economia: Rispetteremo l'obiettivo europeo" (p. 2). E ti pareva.

Come detto, pronta resa del governino delle larghe intese e delle poche pretese. Corriere: "Aumento Iva, tensione nel governo. Saccomanni: con l'Imu servono 8 miliardi, non si trovano. Zanonato: "Soldi per evitare l'aumento Iva non ce ne sono" (p. 2). Per la Stampa si traffica intorno al solito éscamotage: "L'aumento Iva è inevitabile. Ma si pensa a un rinvio. Saccomanni lavora per posticiparlo di sei mesi" (p. 3). Più esplicito il Cetriolo Quotidiano: "Iva e Imu, servono 8 miliardi. Volete una maxi manovra?'. Saccomanni ai partiti: non ci sono risorse per i tagli alle tasse" (p. 8).

S'intristisce quel che resta dei partiti: "Delusione Pd-Pdl, tutti contro il ministro e Berlusconi attacca: ‘Governo dei pavidi'. I democratici: siamo tornati a Monti. Brunetta: incertezza e confusione. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, incontra il capo dello Stato Napolitano" (Repubblica, p. 3). A Re Giorgio ha illustrato il decreto "del fare", ma soprattutto quello del "non fare".

Il Messaggero spaccia ancora pillole di ottimismo: "Lavoro, per chi assume giovani sforbiciata a tasse e contributi. Il decreto arriverà la prossima settimana con i fondi europei non usati dalle Regioni" (p. 3).

3 - FORZA PADRONI
Altro che Forza Italia 2.0 o partito "light". Il Miliardario ridens ha in mente un partito di bella gente, famosa e danarosa. "Si torna a Forza Italia, ma sarà gestita dagli imprenditori. Berlusconi vuole arruolare i top manager italiani", scrive Ugo Magri sulla Stampa. "L'ex premier pretende al suo fianco i grandi padroni del vapore, i super manager, i capitani d'industria. La crème del capitalismo: Benetton, Montezemolo, Averna, Colaninno senior...Uno per ogni regione d'Italia, insediati al posto degli attuali coordinatori Pdl" (11). Dal partito popolare al partito dei padroni, non c'è male come pensata.

Repubblica scrive: "Berlusconi riprende il modello Publitalia. ‘Un partito di soli manager senza politici'. Ecco la rivoluzione forzista: ‘Voglio gente che porti voti e soldi" (p. 11). Soprattutto soldi, sembra di capire. Ironico il titolo del Messaggero: Via il Pdl, arriva una holding con 20 filiali" (p. 7). Tra i nomi che circolano, per la Puglia si fa quello dei Matarrese. Ma sono filiali o vicereami?

4 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Contrordine, non se ne va in Australia. Ma il "rischio" che Grillomao si stufi del suo giocattolo è sempre alto. Come alto è il rischio di perdere nuovi pezzi. "Grillo, tutto pronto per la scissione dei ribelli. Verso un gruppo autonomo al Senato. Espulsione per Gambaro, lunedì il processo. Assemblea drammatica tra urla e lacrime. E in cinque sbattono la porta".

Il comico sul blog: "Fate sentire la vostra voce, l'Italia crolla. Non credete che io, con l'aiuto di una srl e un pugno di ragazzi in Parlamento, possa combattere da solo" (Repubblica, p. 12). Il Corriere intervista il senatore malpancista Battista: "Beppe oscura il nostro lavoro. Se fanno fuori Adele Gambaro me ne vado anch'io. Nel codice di comportamento non c'è il reato di parlare male del leader. Il pericolo di scissione è reale" (p. 13). Sul Messaggero spazio al premio Nobel di area: "Grillo, i dubbi di Fo: o cambia o è finito" (p. 9).

5 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Dopo i consigli del Mago Dalemix, Matteuccio Renzi deve incassare anche le amorevoli dritte di Uòlter, anche lui ansioso di fare il padrino nobile. "Renzi: c'è la tentazione di far saltare il tavolo del Pd. Veltroni: non farti abbattere dal fuoco amico, come accaduto a me. Il sindaco: "Che l'ex segretario del Pd convochi gli ex Ds mi lascia indifferente. Io guardo al presente. Briatore: ‘Io modello negativo? Sono Bersani e Veltroni quelli che perdono sempre" (Corriere, p. 10).

Sulla Stampa, la dura realtà: "Pd, crolla il tesseramento. Voto solo agli iscritti? I bersaniani restano soli. Popolari e lettiani non si schierano contro Renzi" (p. 13). Si diverte a fare casino in campo avverso quel furbone di Briatore, intervistato dal Cetriolo Quotidiano: "Per votare Renzi potrei iscrivermi al Pd" (p. 7). Ecco, lui sì che saprebbe come risolvere il problema delle tessere: ogni voto alle primarie un Martini.

6- LINGOTTI IN FUGA
Accanto a Renzi, anche Marpionne fa lo splendido e dispensa la sua ricetta per salvare la nazione. Preparatevi perché è di rara fantasia, come riporta il Corriere: "Fiat per l'Italia, ma ora un piano Marshall'. Il manager fa la ‘pace' con Firenze e il sindaco Renzi. ‘Ho tentato di vendergli un'auto'" (p. 31). In brodo di giuggiole la Stampa: "L'Italia ha bisogno di un Piano Marshall'. Marchionne: per la crescita serve un patto sociale che coinvolga tutti. "La Germania ha saputo negli ultimi dieci anni cogliere le opportunità. Noi le abbiamo buttate" (p. 5).

E ora vediamo da che pulpito predica il manager senza giacche. Ci aiutiamo con quel noto foglio bolscevico del Sole 24 Ore, che proprio oggi scrive: "Fiat Auto, le perdite balzano a 1,35 miliardi. Il forte calo dei ricavi di Fga (2 miliardi di euro) per il crollo del mercato italiano non è compensato dal taglio dei costi e degli investimenti. Possibile entro il 21 giugno la firma delle modifiche ai prestiti sia di Fiat spa che di Chrysler".

Segue un velenoso colonnino in cui si riporta il punto di vista di Moody's sull'acquisto di Chrysler da parte del Lingotto: "Fiat, una volta salita al 100% rilevando la quota Veba potrà godere di un flusso significativo di dividendi da Chrysler e di fatto pagare l'acquisto del 41,5% con fondi della stessa Chrysler" (p. 19). Insomma, Torino pagherà Chrysler con i soldi di Chrysler. Ma facciamocelo fare un piano Marshall da Marchionne. Trattasi di genio puro!

7 - VIA CRUCIS SOLFERINO
Può finalmente partire l'aumento di capitale Rcs, ma resta il problema Della Valle. Lo scarparo di Casette d'Ete non è soddisfatto e minaccia azioni legali perché pensa che tutta l'operazione sia stata cucita sugli interessi delle banche creditrici, Mediobanca e Intesa in primis. E ora ha di fronte a sé due strade: farsi "diluire" dall'aumento di capitale o rastrellare a buon prezzo l'inoptato per contare come un tempo o anche di più. Vedremo che succederà nelle prossime, caldissime, settimane. "Rcs, aumento a 1,235 euro con l'ok Consob. Prezzo a sconto del 30% sul terp. Della Valle: ‘Nessuna risposta ai problemi sollevati'. Gli attuali azionisti potranno opzionare tre nuove azioni per ognuna posseduta" (Repubblica, p. 24).

8 - INCIDENTI AL CASELLO
Il contenzioso in tribunale a Firenze per lo smaltimento dei rifiuti della Variante di valico, con richiesta danni di 870 milioni da parte del ministero dell'Ambiente, fa saltare i piani di Palenzona per fondere Gemina (Aeroporto di Fiumicino) e Atlantia. Bella storia, raccontata giusto da Repubblica: "Causa da 870 milioni contro Atlantia costringe Gemina a rivotare la fusione. La possibile multa per non aver smaltito materiale di scavo della Variante di valico" (Repubblica, p. 24). Per altro, il governo Monti ha prontamente provveduto ad adattare le norme a quanto successo: ora il materiale di scavo può essere riutilizzato nei cantieri.

9 - CHAPEAU
Luigi Manconi racconta con grande dignità a Carlo Verdelli come vive senza vederci più: "Io, senatore diventato cieco, non so che faccia abbia Obama ma provo a ridere del mio handicap' (Repubblica, p. 21). Handicap, dice Manconi, "che oltretutto posso affrontare con i privilegi di classe e di censo che comporta la mia condizione sociale".

10 - SACRI DENARI
Sente puzza di bruciato e allora esce allo scoperto Paolo Cipriani, silente direttore generale dello Ior, la banca del Vaticano. Intervistato dal Giornale (p. 17), sostiene che "Senza lo Ior la Chiesa non sarebbe davvero libera" e che le riforme per una maggiore trasparenza "sono già iniziate". Spettacolare l'autoassoluzione fantozziana di Cipriani: "L'arrivo del nuovo Presidente (Von Freyberg, ndr) ha dato quella spinta che noi dipendenti chiedevamo da tempo, le verifiche sulla nostra operatività ci permetteranno di confermare che abbiamo tutti i requisiti per poter operare a livello internazionale senza problemi". Intanto, c'è da riprendere l'operatività con il sistema bancario italiano, notoriamente severissimo. Ma lì c'è di mezzo la magistratura.

 

saccomanni-draghi MARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpegWolfgang SchaeubleFLAVIO ZANONATOL arrivo di Brunetta Silvio berlu fratelli benetton5i04 luca cordero montezemoloLA SENATRICE GRILLINA ADELE GAMBARO GRILLO A ROMAMATTEO RENZIBersani, Letta e Veltronidella valle marchionneFrancesco Palenzona LUIGI MANCONI BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)