PARA-GURI D’AMERICA - IL NERD 27ENNE MARK ZUCKERBERG, PROPRIETARIO DI FACEBOOK, VERSA NELLE CASSE DELLO STATO 4 MLD $ E DIVENTA IL PRIMO CONTRIBUENTE DEGLI STATI UNITI - SUBITO SI SBRODOLA: “NON SI PUÒ VIVERE DI SOLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO” - MA È UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE: CON L’INGRESSO IN BORSA DELL’AZIENDA, DAL PROSSIMO ANNO PAGHERÀ SOLO IL 15% DI TASSE - UN AFFARE DI FAMIGLIA: I GUADAGNI DEL CLAN ZUCKERBERG…
Angelo Aquaro per "La Repubblica"
Ci voleva un amico per risollevare le casse del fisco nell´America che vuole pagare sempre meno tasse. E i signori dei balzelli l´hanno trovato nel sito che in tutto il mondo ne raccoglie 845 milioni: Facebook. Di più. L´amico ritrovato è proprio il fondatore Mark Zuckerberg. Che con una dichiarazione da 4 miliardi di dollari diventa ora il singolo contribuente più generoso degli States.
I numeri sono tutti da brivido in questa favola di web & potere infiammata dall´Ipo con cui il social network punta a raccogliere in Borsa almeno 5 miliardi di dollari: facendo schizzare la sua valutazione a 100 miliardi. Proprio nelle carte depositate alla Sec si intravede la prossima cartella del 27enne Mark. Che giura che Facebook prima ancora di una azienda è «una missione»: non si può vivere, dice, di sola «massimizzazione del profitto».
Davvero? Il candidato miliardario alla Casa Bianca, Mitt Romney, su 21 milioni di dollari paga solo 3 milioni di tasse: meno del 15 per cento. E non pagherebbe neppure un dollaro se vincesse il rivale Newt Gingrich, che vuole tassare a zero i capital gains. Sono proprio le esenzioni sui guadagni sugli investimenti a far sì che anche un paperone come Warren Buffett paghi solo 7 milioni di dollari: tassato meno della sua segreteria, dice lui stesso, che ora si batte per la riforma di Barack Obama.
A differenza dei colleghi miliardari Zuckerberg pagherà invece un miliardo e mezzo di tasse federali e mezzo miliardo di tasse in California. Solo generosità ? Prima di quotarsi Mark eserciterà l´opzione di vendere alcune azioni. Sono le cosiddette «stock options» e sono 120 milioni: che quando gli sono state assegnate come compenso nel 2005 valevano 6 dollari ciascuna.
La superquotazione in Borsa fa schizzare il suo 23 per cento in Facebook a 23 miliardi. E lui si terrà ovviamente i 413 milioni di azioni del pacchetto proprietario. Ma metterà in vendita le azioni opzionate: che adesso varranno più di sei volte tanto, 40 dollari l´una. A differenza dei capital gains, le stock options sono considerate compenso da lavoro: e quindi tassate al 35 per cento. Ecco dunque perché Mark pagherà la megacartella da 2 miliardi. Ma c´è un ma: anzi due.
Questa pazza pazza legge consente alle imprese di dedurre dalla dichiarazione la compensazione in options dei suoi dipendenti. E per Facebook la deduzione annulla non solo il miliardo di tasse che avrebbe dovuto pagare per il 2011 ma fa maturare anche mezzo miliardo di credito per i due anni prima. Insomma i soldi escono da una parte ed entrano dall´altra. Di più.
Quando Mark avrà esaurito la vendita delle stocks options sarà anche lui tassato per gli interessi maturati gruzzoletto-base. A quel punto considerati però capital gains: con aliquota del 15 per cento. Sempre che il giovane miliardario non voglia davvero dimostrare che a questo mondo non esiste solo «la massimazione del profitto». E raggiungere mister Buffett e mister Obama nel club della riforma. Questa sì che sarebbe una bella pagina da aprire: su Facebook.
2- FACEBOOK, UN AFFARE DI FAMIGLIA I GUADAGNI DEL CLAN ZUCKERBERG
Alessandra Farkas per Corriere della Sera
Mentre Facebook si appresta a diventare una società quotata in borsa dal valore di ben 100 miliardi di dollari, vengono allo scoperto gli intrecci «molto familiari» all'interno del colosso creato da Mark Zuckerberg. Il Wall Street Journal rivela come, nella documentazione dell'offerta pubblica iniziale sono, infatti, menzionati i nomi di almeno 4 parenti di dirigenti e manager del social network nonché la loro relazione d'affari con l'azienda.
Uno di questi nomi è quello di papà Zuckerberg. «Secondo gli atti ufficiali, quando tra il 2004 e il 2005 Facebook iniziava a levarsi in volo, il signor Zuckerberg fornì il capitale iniziale, in cambio della possibilità di acquistare azioni "Classe B" per il valore di 2 milioni di dollari», scrive il quotidiano finanziario.
Anche se quell'opzione decadde dopo un anno, il board di Facebook stabilì che quella scadenza era in contrasto con quanto inizialmente garantito. E così, verso la fine del 2009, il padre di Mark ricevette ben 2 milioni di azioni Classe B. Tra i beneficiari del famoso clan c'è anche Randi Zuckerberg, sorella di Mark e star della Silicon Valley, che ha lasciato Facebook lo scorso anno portandosi però a casa 360 mila dollari per i tre anni di attività accanto al fratello.
Lauti guadagni anche per la figlia di Donald Graham, Ceo del Washington Post e da sempre amico e mentore di Mark Zuckerberg, oltreché direttore di Facebook. Secondo i prospetti dell'IPO (l'offerta pubblica iniziale, in inglese initial public offering) nell'ultimo anno, la giovane Graham avrebbe ricevuto 189.168 dollari per il suo lavoro part time. I conti in tasca del Journal non risparmiano Rob Goldberg, cognato della Ceo di Facebook Sheryl Sandberg. La sua GMG Lifestyle Entertainment, che fa affari con il social network, avrebbe guadagnato 700 mila dollari nell'ultimo anno «per la fornitura di servizi di marketing e di vendita».





