paul singer elliott vivendi bollore

LA FIBRA FA BENE - STARACE: ''FINALMENTE CI SONO CONTATTI TRA TIM E OPEN FIBER. NESSUNO ESCLUDE FORME DI CO-INVESTIMENTO SU ALCUNI TRATTI''. OVVIAMENTE DIPENDE DA COME ANDRÀ LA GUERRA TRA ELLIOTT E VIVENDI. IL PRIMO SI RAFFORZA NELL'AZIONARATO, IL SECONDO (VIA DE PUYFONTAINE) OGGI LANCIA BORDATE MICIDIALI CONTRO I RIVALI AMERICANI SUI GIORNALI FRANCESI: ''SITUAZIONE INACCETTABILE''. FINO ALL'ASSEMBLEA DI FINE MARZO SARANNO SCINTILLE…

 

francesco starace maria patrizia grieco

  1. OPER FIBER:STARACE, SU RETE PRIMA CHIAREZZA IN TIM

 (ANSA) - L'a.d Tim, Gubitosi, "deve prima fare una serie di passi all'interno della sua azienda per sapere se resta l'ad, se all'interno dell'azienda si vuole separare la rete e si vuole unire con Open Fiber. Appena si chiariranno le cose si capirà". Così Francesco Starace, a.d Enel, sull'invito di Gubitosi a Open Fiber per sedersi a un tavolo sulla rete. "Sono d'accordo con Bassanini e Ripa, sulla parte degli accordi commerciali Open Fiber ha autonomia decisionale, ma sul resto tocca agli azionisti. Nessuno esclude che si possano fare forme di co-investimento su alcuni tratti", ha aggiunto.

 

LUIGI GUBITOSI

  1. OPEN FIBER:STARACE,FINALMENTE CI SONO CONTATTI CON TIM

 (ANSA) - "I contatti li ha avuti Open Fiber con Tim, gli azionisti è bene che lascino fare alle società". Così l'ad di Enel, Francesco Starace, rispondendo a una domanda su possibili suoi contatti con Tim sulla rete da quando Luigi Gubitosi è diventato amministratore delegato. "Tim si deve sedere attorno a un tavolo con Open Fiber cosa che stanno facendo, finalmente, sono tre anni che diciamo questa cosa", ha aggiunto a margine della presentazione di The Voice of Business.

 

 

  1. TELECOM:PUYFONTAINE,CON ELLIOTT SITUAZIONE INACCETTABILE

 (ANSA) - Il fondo Elliott non ha mantenuto "neanche una delle sue promesse" e la situazione di Telecom Italia non ha "cessato di peggiorare", diventando "inaccettabile", "contraria agli interessi" degli stessi azionisti: questo il messaggio lanciato dal presidente del board di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano francese Le Figaro.

 

GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE

Nell'intervista pubblicata sulle pagine economiche di Le Figaro, Arnaud de Puyfontaine auspica "un consiglio rappresentato da membri perlopiù indipendenti, che operino nell'interesse di tutti gli azionisti". "Siamo azionisti di Telecom Italia 'per sempre, per l'eternità'", insiste il manager di Vivendi, ricordando che nel 2017, "quando avevamo la direzione operativa, il gruppo ha realizzato il suo miglior esercizio in 15 anni. Ma dalla presa di controllo del consiglio da parte del Fondo Elliott, la situazione non ha smesso di peggiorare".

 

Non hanno mantenuto neanche una delle promesse fatte prima del 4 maggio 2018 - deplora Puyfontaine - Basta guardare l'evoluzione del titolo in borsa per convincersene. Questa situazione è inaccettabile, contraria agli interessi degli azionisti". Per lui, oggi piu' che mai, "è tempo che Telecom Italia realizzi il suo piano strategico industriale e riporti le sue performance economiche al livello di quelle dei principali attori europei. Per farlo, proporremo, nella prossima Assemblea generale, nuove personalità indipendenti per il consiglio di Tim".

 

bollore de puyfontaine

 A una domanda sul recente aumento di partecipazione del fondo Usa - dall'8,8% al 9,4% - il braccio destro di Vincent Bolloré risponde che questo non "cambia nulla alla realtà delle motivazioni di Elliott, un attore finanziario che purtroppo ha avuto un impatto molto negativo nella storia e nelle performance di Telecom Italia. Il crollo del 45% del titolo dal 4 maggio 2018 - conclude - ne è una triste illustrazione".

 

 

  1. TIM, ELLIOTT VA AL 9,4% E SFIDA VIVENDI

Maddalena Camera per “il Giornale

 

Elliott si prepara alla guerra all' assemblea del 29 marzo prossimo, alzando la sua quota in Telecom dall' 8,8% al 9,4%. Da quanto emerge nelle comunicazioni alla Sec, la Consob Usa, il fondo ha comprato, per 38 milioni di euro, un altro 0,5% del capitale, in una serie di acquisti effettuati tra il 27 dicembre scorso e l' altro ieri e ha venduto le sue azioni di risparmio (170 milioni di titoli). E la Borsa è subito tornata a premiare Telecom, dopo i ribassi delle ultime settimane, con un più 4,9% che non è però bastato a riportarlo sopra i 50 centesimi di valore.

 

Le risparmio sono salite del 5,3% e Inwit del 2,2%.

LUIGI GUBITOSI

Elliott ha confermato il suo impegno in Tim anche tramite il prolungamento delle opzioni di protezione del suo investimento da febbraio di quest' anno a maggio del 2020. Si tratta della protezione (collar) su cui Vivendi, primo socio di Tim con il 23,9%, ha puntato l' indice nel suo esposto alla Consob. E proprio i francesi replicano alla «mini-scalata» di Elliott, che il 4 maggio scorso è riuscito a prendere la governance di Telecom eleggendo 10 consiglieri sui 15 del board.

 

«Elliott si sta comportando come un investitore puramente finanziario - ha detto un portavoce del gruppo che ruota attorno a Vincent Bolloré- utilizzando un approccio opportunistico per trarre vantaggio dalla caduta del 45% del valore delle azioni». E, secondo lo stesso gruppo francese - che aveva però scelto Amos Genish come ad di Tim fino al 18 novembre scorso - il prezzo delle azioni è basso a causa di una «disastrosa goverance». Ora l' attesa è per l' assemblea Tim di fine marzo, quando Vivendi proverà a riprendere il controllo, mandando a casa 5 consiglieri di Elliott.

 

paul singer

La sfida è su quanti voti riusciranno a catalizzare i due contendenti. Nell' assemblea dello scorso maggio, presente il 67,15% del capitale di Telecom, la lista del fondo americano di Paul Singer raccolse quasi il 50% dei voti (49,84%) contro il 47,18% totalizzato dalla lista dei francesi. E dunque la maggior parte dei fondi istituzionali esteri che raccolgono il 50% circa del capitale di Tim si era schierato con Elliott. Compresa la Cassa depositi e Prestiti che ha il 4,9% del capitale e che appoggia il piano del fondo Usa per arrivare allo scorporo della rete e alla creazione di un unico player per la realizzazione di una rete in fibra ottica con Open Fiber, controllata al 50% da Enel e dalla stessa Cdp.

 

Fulvio Conti

Su questa possibilità l' ad di Open Fiber, Elisabetta Ripa, ha parlato chiaro: «Al momento si tratta solo per possibili accordi commerciali con altre società di tlc, Telecom compresa mentre per operazioni straordinarie decideranno i soci». Non c' è dubbio comunque che la separazione della rete è uno dei cavalli di battaglia di Elliott al fine di creare valore per gli azionisti insieme alla conversione delle azioni di risparmio. Il fondo di Paul Singer, inoltre, ha ribadito che «qualsiasi cambiamento nella composizione del consiglio pregiudicherebbe l' esecuzione del piano industriale e la creazione di valore per tutti i soci».

 

Il fondo ha poi rispedito al mittente le accuse di speculazioni sul titolo, confermando l' impegno per il rilancio del gruppo tlc. Elliott ha aggiunto che i derivati utilizzati a copertura assicurano solo minori perdite, che il fondo, come molti altri investitori, sta comunque registrando sul titolo. Per l' ad di Tim Luigi Gubitosi ora viene la parte più difficile: presentare un piano industriale, il 21 febbraio, che riesca a convincere i fondi di investimento che avevano sostenuto Elliott all' assemblea del 4 maggio.

Per far questo l' ad starebbe cercando un partner per valorizzare Inwit, la società delle torri. Tra le altre mosse il rilancio di Sparkle e della sua rete internazionale e il rafforzamento di Tim Brasil.

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