FINITO IL GIOCHINO DEI SOTTOSEGRETARI, S’APRE LA PARTITA PESANTE DELLE NOMINE NELLE SOCIETÀ PUBBLICHE

Gianni Dragoni per il "Sole 24 Ore"

Piatto ricco per le nomine del nuovo Governo nella galassia delle società pubbliche. Dopo lo stop dovuto al protrarsi dell'incertezza politica, ad eccezione della conferma del vertice della Cassa depositi e prestiti (Cdp) avvenuto il 17 aprile con un blitz dell'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli, la giostra delle nomine è pronta a ripartire. La guiderà il nuovo responsabile di via XX Settembre, Fabrizio Saccomanni.

Quanto le nomine pubbliche dipendano dal momento politico lo dimostra un episodio avvenuto ieri. Si è riunita l'assemblea del fondo per le infrastrutture F2i, convocata per l'approvazione del bilancio 2012 e la nomina del consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni. Lo Stato detiene una quota di appena l'8,1% nel capitale di questa società attraverso la Cassa depositi e prestiti (Cdp), il resto è in mano soprattutto a banche, fondazioni e altri investitori.

Eppure il perno dell'attività di F2i è il sistema Cdp e il cambio di Governo ha indotto gli azionisti a rinviare le nomine, in attesa di conoscere le istruzioni che il Governo darà ai vertici della Cdp appena confermati, cioè il presidente Franco Bassanini (indicato dalle fondazioni) e l'ad Giovanni Gorno Tempini.

Va verso la conferma l'ad di F2i Vito Gamberale. È invece considerato in uscita il presidente Ettore Gotti Tedeschi, scelto dall'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che lo aveva inserito anche nel cda della Cdp, nel quale non è stato rinnovato nelle nomine fatte il 17 aprile. Esponente dell'Opus Dei, Gotti è stato presidente dello Ior fino al 24 maggio 2012, quando è stato revocato.

Gotti è entrato nelle cronache per l'intercettazione ambientale della cena del 23 maggio scorso con il suo amico Giuseppe Orsi, all'epoca presidente e ad di Finmeccanica, che gli parlava sia del desiderio di cacciare il direttore generale Alessandro Pansa sia di presunte consulenze fittizie a favore di Lisa Lowenstein, ex moglie americana di Vittorio Grilli, amico di Pansa.

Il cda della Cdp si riunirà il 22 maggio per dare indicazioni sulle nomine nelle controllate e partecipate. Questo vale anche per la Sace, dove sono in prorogatio, avendo l'assemblea del 15 aprile approvato il bilancio 2012, il presidente Gianni Castellaneta e l'ad Alessandro Castellano.

A suscitare i maggiori appetiti è Finmeccanica. Il cda scade tra un anno, come per Eni, Enel, Terna e Poste. Ma ci sono due posti vuoti in consiglio e manca il presidente. Il vertice di Finmeccanica è incompleto dal 12 febbraio, quando Giuseppe Orsi è stato arrestato per corruzione internazionale. Il cda ha affidato i poteri di gestione al dg Pansa, con la qualifica di amministratore delegato, con Guido Venturoni vicepresidente. Il Governo Monti, inerte durante lo stillicidio di notizie sulle indagini su Orsi e sulle imbarazzanti intercettazioni che coinvolgono anche intermediari esterni, non ha nominato un nuovo presidente né ha completato il cda di Finmeccanica.

Sarà l'assemblea del 30 maggio, chiamata ad approvare il bilancio, a decidere la sostituzione dei due amministratori dimissionari, Orsi e Franco Bonferroni. Il cda al completo dovrebbe quindi nominare un nuovo presidente.

Si sono ridimensionate le attese sull'innesto di un uomo forte, nel protrarsi dell'assetto dettato dall'emergenza si consolida il ruolo di Pansa, già direttore finanziario durante la gestione di Pier Francesco Guarguaglini, fino a maggio 2011. Tra i candidati alla presidenza con un ruolo forte c'è Castellaneta che lascerebbe Sace, ma ci sono anche altri, tra cui l'ad di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini. Aspira alla presidenza anche l'ex ad della Fiat Paolo Cantarella, che uscì da Torino con un bilancio in profondo rosso, entrato nel cda Finmeccanica nel 2011 con l'appoggio dell'Assogestioni di Domenico Siniscalco.

Alle Fs dovrebbe essere confermato l'ad Mauro Moretti (improbabile che vada a Finmeccanica come uomo forte), mentre potrebbe essere sostituito il presidente, Lamberto Cardia. Tra le scelte che l'esecutivo Letta dovrà fare, i sostituti di due grand commis entrati nel Governo, un nuovo direttore generale della Banca d'Italia al posto di Fabrizio Saccomanni e il presidente dell'Istat, in seguito alla nomina di Enrico Giovannini a ministro del Lavoro. Il candidato favorito alla successione a Saccomanni è Salvatore Rossi, il più anziano in grado, oltre che di età, fra i tre vicedirettori generali della Banca d'Italia.

 

 

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