
IL FISCO È BELLO! – ROBERTO BENIGNI VINCE IN CASSAZIONE CONTRO L'AGENZIA DELLE ENTRATE – LA SUPREMA CORTE HA ACCOLTO LE RAGIONI DEL PREMIO OSCAR. AL CENTRO DELLA VICENDA C’È IL PAGAMENTO DELL’IMPOSTA DI REGISTRO SUL PASSAGGIO DELLE QUOTE DI UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE AL COMICO E ALLA MOGLIE, NICOLETTA BRASCHI – SECONDO L'AGENZIA DELLE ENTRATE, NON SI ERA TRATTATO DI UNA CESSIONE DI QUOTE SOCIALI, BENSÌ DI UNA VENDITA DI AZIENDA, E QUINDI…
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(ANSA) - ROMA, 08 LUG - Roberto Benigni vince in Cassazione contro l'Agenzia delle Entrate. Con un'ordinanza del 7 luglio, riferisce Il Sole 24 Ore, la Suprema Corte ha accolto le ragioni del premio Oscar, difeso dal prof. Giuseppe Marini. Al centro della vicenda, la riqualificazione - operata dall'Agenzia delle Entrate - come cessione d'azienda di un'operazione di cessione di quote sociali da parte della società Scipio S.r.l. a Roberto Benigni e Nicoletta Braschi.
Nello specifico, la società Scipio S.r.l. in liquidazione aveva ceduto a Benigni e Braschi il 100% del capitale sociale della società Immobiliare Antoniniana S.r.l.; secondo l'Agenzia delle Entrate non si era trattato di una cessione di quote sociali, bensì di una cessione di azienda, alla quale andava perciò applicata l'imposta di registro in misura proporzionale. I giudici di merito di primo e secondo grado avevano dato ragione al fisco.
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La Cassazione, invece, ha accolto il ricordo del premio Oscar, ribadendo il principio secondo cui "la cessione totalitaria di quote societarie (come nel caso in giudizio) è soggetta ad una disciplina codicistica diversa da quella che regola la cessione d'azienda", sotto diversi profili, e quindi l'imposta di registro va applicata in modo fisso. La Suprema Corte ha deciso direttamente nel merito e ha annullato integralmente l'avviso di accertamento ricevuto dal premio Oscar, rispetto al quale quindi l'attore e regista non deve quindi pagare nulla.
Nel corso del lungo contenzioso, che aveva visto l'Agenzia delle Entrate vincere in primo e secondo grado, sono subentrate una modifica all'articolo 20 del Testo unico dell'imposta di registro e due distinte sentenze della Corte costituzionale (158/2020 e 39/2021) che hanno capovolto la precedente impostazione che consentiva all'amministrazione finanziaria di valorizzare anche gli effetti economici di una transazione.
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Oggi invece per effetto delle modifiche intervenute, la tassazione deve basarsi unicamente sulla natura giuridica degli atti presentati per la registrazione senza più la possibilità per il fisco di prendere in considerazione la loro rilevanza economica ed eventuali elementi collegati.
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