
LA FRANCIA È LA GRANDE MALATA D’EUROPA – CON LO SPREAD IN SALITA, IL DEBITO FUORI CONTROLLO AL 114% DEL PIL, IL DEFICIT AL 5,4%, LA PRESSIONE DEI MERCATI E UN GOVERNO TRABALLANTE, PARIGI DEVE AFFRONTARE UN AUTUNNO DRAMMATICO – LA PRESIDENTE DELLA BCE, CHRISTINE LAGARDE, HA EVOCATO ADDIRITTURA L’INTERVENTO DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE – L’8 SETTEMBRE È PREVISTO IL VOTO DI FIDUCIA CHIESTO DAL PREMIER BAYROU CHE SI PUO' SALVARE SOLO CON IL VOTO DEI SOCIALISTI – IL “WALL STREET JOURNAL” PUNTA IL DITO CONTRO MACRON: “HA GETTATO LE BASI PER L’ATTUALE MALESSERE, INTRODUCENDO AMPI TAGLI FISCALI DALLA SUA PRIMA ELEZIONE NEL 2017 SENZA PREVEDERE LE GIUSTE COPERTURE...”
Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per www.lastampa.it
FRANCOIS BAYROU emmanuel macron discorso alle forze armate 2
Spread in risalita e conti pubblici sotto la lente. A settembre, la Francia si prepara a una serie di appuntamenti difficili e le premesse non sono delle migliori, tanto che il Wall Street Journal parla di «governo sull’orlo del collasso» e si chiede: «La Francia è la nuova Italia»?.
Oggi sulla questione è intervenuta anche la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde che ha addirittura citato l’intervento del Fondo monetario.
La numero uno dell’Eurotower ha detto che il Parigi non si trova attualmente in una situazione tale da richiedere l'intervento del Fmi ma il rischio della caduta di un governo nella zona euro è preoccupante.
CHRISTINE LAGARDE - FOTO LAPRESSE
Parlando all'emittente Radio Classique, Lagarde ha affermato che la disciplina fiscale rimane un imperativo in Francia e che sta osservando con molta attenzione la situazione degli spread obbligazionari francesi.
A portare in primo piano le preoccupazioni sul Paese è stato l’annuncio del voto di fiducia richiesto dal primo ministro François Bayrou per l’8 settembre. L’ipotesi di una grave crisi politica a Parigi ha riportato al centro dell’attenzione la fragilità dei conti pubblici d’Oltralpe. [...]
ursula von der leyen emmanuel macron
Secondo un’analisi del Wall Street Journal, «il governo Macron ha gettato le basi per l’attuale malessere», introducendo «ampi tagli fiscali» dalla su prima elezione nel 2017 senza prevedere le giuste coperture. Forse anche per questo, la Francia si trova oggi in una posizione delicata. Il debito pubblico ha superato i 3.300 miliardi di euro, pari al 114% del Pil, mentre il deficit viaggia al 5,4%.
Numeri che pesano in un contesto di crescita economica debole: per il 2025 il governo prevede appena un +0,7%, troppo poco per garantire un rientro dei conti ordinato. La pressione dei mercati si traduce in rendimenti obbligazionari in crescita e in un allargamento dello spread Oat-Bund, il differenziale tra i titoli francesi e quelli tedeschi, che ha superato soglie di allarme per gli investitori internazionali. Oggi quota in area 79 punti, in crescita di quasi mezzo punto rispetto a venerdì.
giorgia meloni parlotta con emmanuel macron al g7 di kananaskis in canada
«In questo contesto, gli Oat restano vulnerabili e il recente sollievo per gli spread è destinato ad avere vita breve» scrivono gli analisti di Commerzbank.
Il confronto con l’Italia, paradossalmente, non gioca più a favore della Francia. Per gli esperti, la differenza che si sta costruendo tra la curva dei rendimenti italiana e quella francese esprime la diversa solidità delle politiche fiscali.
Parigi ha annunciato misure correttive, ma lo scarso margine di crescita limita la capacità di aggiustamento. In altre parole, i mercati iniziano a percepire il debito francese come più rischioso.
FRANCOIS BAYROU EMMANUEL MACRON
L’appuntamento dell’8 settembre rappresenta un passaggio cruciale. «Lo scenario più probabile è una bocciatura del governo Bayrou – spiega John Taylor, Head of European Fixed Income di AllianceBernstein –. A quel punto Macron avrebbe tre opzioni: nominare un nuovo governo incaricato di varare il bilancio, indire nuove elezioni o, in alternativa, dimettersi».
Quest’ultima ipotesi, estrema e poco probabile, sarebbe la più dannosa per gli asset francesi. Nel caso di un nuovo esecutivo, Barclays prevede che lo spread Oat-Bund possa rientrare verso quota 70 punti base; elezioni anticipate o crisi più profonda, invece, lo spingerebbero a sfiorare i 100 punti, con ulteriore volatilità.
Ma non c’è solo la politica a turbare i mercati. Due giorni dopo il voto di fiducia è previsto un grande sciopero nazionale, mentre il 12 settembre Fitch aggiornerà il rating sovrano: un declassamento da AA ad A è considerato possibile, con l’effetto di alzare i costi del debito di circa un miliardo l’anno.
A ciò si aggiunge l’aumento stagionale dell’offerta di titoli sovrani, in un contesto di quantitative tightening che rende più difficile l’assorbimento delle emissioni. Tutti fattori che contribuiscono a mantenere la pressione sugli spread.
Un altro elemento di vulnerabilità riguarda la forte esposizione verso gli investitori esteri, che detengono circa il 50% del debito pubblico francese. Una quota elevata, che amplifica i rischi in caso di shock di fiducia.
EMMANUEL MACRON IN TENUTA DA COMBATTIMENTO
[...] La vera sfida, per Macron e per il futuro governo, sarà dimostrare la credibilità di una rotta di bilancio in grado di ridurre deficit e debito senza spegnere una crescita già anemica. Un compito tutt’altro che semplice, con le elezioni presidenziali del 2027 che si avvicinano e i mercati sempre meno disposti a concedere tempo.